"Serve strategia valida per tutti"
© ansa
"Oggi la realtà dice che l'Europa è ferma, ha bisogno di essere rimessa in moto e anche dal punto di vista economico ha bisogno di una strategia non semplicemente incentrata sugli egoismi di qualche Paese dominante che non riesce ad avere una strategia valida per tutti". All'assemblea del Pd, Matteo Renzi ha di nuovo puntato il dito contro alcuni Stati membri precisando che è assurdo dire che "uso l'Ue per il consenso immediato".
"A chi dice - ha spiegato infatti - che Renzi usa l'Ue per il consenso immediato rispondo che non ho mai sentito frase più allucinante di questa perché è un tema che non si presta a risultati e al consenso immediato sia dal punto di vista esterno, cioè di correggere la rotta, sia interno per cambiare il dibattito dentro il nostro Paese".
"Niente lezioni, abbiamo fatto le riforme" - Passando poi alle accuse nei suoi confronti, ha replicato: "In una certa fase era giusto intervenire in modo strong ma non possiamo pensare che ci sia chi fa la lezioncina senza rendersi conto che è in ballo la partita del nostro futuro e dei nostri figli. Noi abbiamo fatto il Jobs act e non gli esodati, l'Expo e non i marò, abbiamo tagliato allo Stato Centrale e non ai Comuni, abbiamo scelto la crescita e non l'austerity, portato flessibilità per 16 miliardi a chi sosteneva il fiscal compact. Noi siamo la politica e non la tecnica e dobbiamo essere orgogliosi".
Regeni, "no a verità raccogliticcia" - Sul caso Regeni il premier ha dichiarato: "Non accetteremo una verità artificiale e raccogliticcia: siamo l'Italia e non accetteremo mai una verità di comodo. Non c'è business o realpolitik che tenga, non è un optional la verità per Giulio. Proprio perché siamo amici con l'Egitto, noi pretendiamo la verità. A noi non basta la collaborazione, noi vogliamo i responsabili. Non è possibile che la morte di un giovane italiano rimanga senza un colpevole".
Unioni civili, "che paura fanno due che si amano?" - Toccando il tema delle unioni civili il premier ha affermato: "Che paura possono fare due persone che si amano? Che paura possono fare quelle che chiedono di avere un'unione fra di loro. A me fanno paura quelli che si odiano, non quelli che amano".
E ha aggiunto: "Il passaggio sulle unioni civili è numericamente delicato: se è vero che vogliamo trovare un punto di caduta tra noi è altrettanto vero che i numeri al Senato non sono quelli dei giornali: siamo 112 noi, 218 gli altri gruppi. Si fa come vogliamo noi se puntiamo alla minoranza".
E ancora: "La comunicazione non è il pallino del segretario pro tempore, ma è la soluzione per non rosicare, non perdere, non perdersi. Io da solo non ce la faccio. Ci sono due alternative: una discussione tra correnti su come andiamo alle elezioni. Ma amici del Pd impariamo dalle nostre cicatrici: quando ci siamo ridotti a parlare di noi e solo di noi abbiamo perso la strada. Dobbiamo parlare al Paese con il tam tam e il porta a porta perché il Pd possa essere l'ancora di speranza del nostro Paese".