Botta e riposta tra il ministro e il fedelissimo di Giorgia Meloni. Crosetto: "Con un libro dalle tesi opposte mi sarei comportato allo stesso modo. Sì, siamo diversi, e molto"
Il ministro della Difesa Guido Crosetto replica al fedelissimo di Giorgia Meloni Giovanni Donzelli, che lo ha attaccato sul libro del generale Roberto Vannacci, sostenendo che non sia compito della politica vagliare la correttezza morale dei contenuti degli scritti e che "in un mondo libero si scrive ciò che si pensa". "Se il generale avesse scritto un libro sostenendo tesi opposte a quelle che sostiene in questo - afferma Crosetto -, io mi sarei comportato esattamente allo stesso modo, da ministro. Chi mi attacca, da una parte o dall'altra, si sarebbe comportato all'opposto. Sì, siamo diversi, e molto". Ma per il sottosegretario Vittorio Sgarbi il casi Vannacci "è stato un equivoco nel senso che, secondo me, il ministro non ha letto subito il libro".
Sul caso, Donzelli aveva esposto la sua idea in un'intervista al "Corriere della Sera", sostenendo che "se stabilissimo che compito della politica è decidere la bontà delle idee sarebbe la fine della democrazia". Poi, l'esponente FdI aveva spiegato che Crosetto "ha fatto benissimo" ad avviare l'azione disciplinare" facendo riferimento al "ministero delicato" che rappresenta e chiarendo che "ha attivato un meccanismo previsto dalle procedure dell'esercito. In modo che si potesse verificare se ciò che ha fatto corrisponde alle regole militari oppure no".
Tuttavia, è evidente che Donzelli prenda le parti del generale, in particolare quando dice che "Vannacci come militare fino a questa vicenda ha reso un grande servizio alla nazione" e quando chiede, rivolto alla minoranza: "Ma cosa vogliono? La lapidazione in piazza? Il rogo dei libri che non condividono? Non voler eliminare il favor familiae non è omofobia, è la Costituzione".
Per il sottosegretario Vittorio Sgarbi, il "caso Vannacci" è stato frutto di "un equivoco, nel senso che, secondo me, il ministro non ha letto subito il libro". Sgarbi chiarisce quindi che "Il provvedimento disciplinare secondo me non è stato giusto", ma al tempo stesso "mettendosi così chiaramente contro di lui, Crosetto ha limitato i danni dell'azione che poteva venire dalla gerarchia militare. Il male minore, io l'ho mezzo interpretato così". In ogni caso, secondo il sottosegretario, "nella garanzia dei diritti non ci sono gerarchie. Abbiamo visto che è riconosciuto legittimo dai vertici dell'esercito il matrimonio di due persone dello stesso sesso. È un affare privato ma si consente che l'unione si compia in divisa. Non lo discutiamo, ma parimenti dev'essere consentito non in divisa, ma in un libro, scrivere le proprie idee, tra l'altro legate a profondi principi cristiani, senza patire sanzioni".
Intanto, il generale ha replicato all'invito pubblico di Forza Nuova a candidarlo a Monza e ha detto: "Io faccio il soldato e voglio continuare a fare il soldato. Ringrazio sempre chi mi esprime fiducia e lo faccio anche nei confronti di un partito politico, di qualsiasi partito politico. Tuttavia continuerò a fare il soldato e non ho fatto progetti per altre attività. E' chiaro che le offerte che si ricevono, in qualsiasi ambito, sono dimostrazioni di fiducia, perciò ogni volta ringrazio per la fiducia che mi viene data. Non ho progetti per altre cose. Io continuo a fare il soldato".