Il generale: "Nessuna ossessione personale nei suoi confronti; ma da un rappresentante delle istituzioni del suo livello non è tollerabile l'uso di un linguaggio offensivo sul piano personale. Io fascista? Il fascismo non c'è più"
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Roberto Vannacci si è detto "disponibile a chiudere la vicenda da cui è scaturita la condanna dell'onorevole Bersani per diffamazione nei miei confronti se egli riterrà di formulare scuse pubbliche per il linguaggio utilizzato. Non nutro alcuna ossessione personale nei suoi confronti; tuttavia, da parte di un rappresentante delle istituzioni del suo livello, non è tollerabile l'uso di un linguaggio offensivo sul piano personale, che rischia di legittimare e incentivare violenze verbali estranee al dibattito civile". "Quando Vannacci avrà chiesto scusa a ebrei, femministe, omosessuali, neri e a tutti gli 'anormali' del mondo avrà anche le mie scuse", ha prontamente replicato Pier Luigi Bersani. Ritornando successivamente sul tema, Vannacci ha detto che non si offende se lo chiamano fascista perché "il fascismo non c'è più".
"La libertà di opinione - secondo Vannacci - è un principio fondamentale che consente l'espressione di idee anche critiche; tuttavia, il turpiloquio non fa altro che offendere l'interlocutore, senza arricchire il dibattito o promuovere lo sviluppo del ragionamento. È con rammarico che constato come, in questa e in altre simili circostanze, l'insulto venga accettato come parte integrante della dialettica politica e finanche propugnato come un diritto quando è diretto contro chi non condivide ideologie di sinistra o il pensiero unico che da anni si cerca di imporre nella nostra società".
"Detto ciò - ha aggiunto l'europarlamentare - offro la possibilità di chiudere definitivamente questa vicenda impegnandomi a ritirare la querela, a condizione che le scuse pubbliche dell'onorevole Bersani siano associate a una donazione a un'associazione di militari e poliziotti vittime del dovere. Questo gesto rappresenterebbe un segnale concreto di volontà nel superare l'accaduto oltre che un'opportunità per contribuire a una causa di grande valore morale".
E ancora, intervenendo alla Versiliana di Marina di Pietrasanta, Vannacci ha polemizzato con una provocazione di Rosy Bindi che lo invita a querelare anche gli li dà del "fascista", non solo del "c...ne" come Bersani, e ha detto: "Non mi sento offeso perché il fascismo è finito 80 anni fa, è come se mi dicessero di essere napoleonico, giacobino, sono tutti movimenti terminati che non si ripeteranno mai nella storia. Il fascismo è chiuso e anche le manifestazioni accusate di fascismo non c'entrano nulla".
Bersani è stato condannato dalla Procura di Ravenna per le parole pronunciate alla Festa dell'Unità del primo settembre 2023 nella città romagnola nei confronti dell'europarlamentare della Lega.
Sul palco di Ravenna, Bersani aveva commentato il libro bestseller di Vannacci "Il mondo al contrario": "Io ho letto solo i sommari. Quando leggi quelle robe lì pensi: sciogliamo l'esercito, sciogliamo le istituzioni, facciamo un grandissimo bar, il bar Italia. Mi resta una domanda: se in quel bar lì è possibile dare dell'anormale a un omosessuale, è possibile dare del c... a un generale?".
"La mia domanda, ancorché in forma scherzosa ed evidentemente non diretta a offendere Vannacci ma a criticare le opinioni che esprime, era e resta vera e sostanziale: se cioè qualcuno, per di più con le stellette, possa definire anormali degli esseri umani, racchiusi in una categoria, senza che questo venga considerato quantomeno un insulto e non una constatazione. Se nell'anno di grazia 2024 si decidesse che è possibile ci sarebbe davvero di che preoccuparsi", aveva successivamente commentato Bersani.