Il leader di Forza Italia "frena" Mario Draghi: "Deve rimanere a Palazzo Chigi fino a fine legislatura". Dal Nazareno chiedono un candidato super partes
Silvio Berlusconi rinuncia, in nome della ricerca dell'unità del Paese, alla candidatura per il Quirinale. "Faremo una proposta condivisa del centrodestra all'altezza" - è la linea del leader di Forza Italia - in grado di avere il massimo consenso possibile". Sul tavolo, finora, sono tre le ipotesi più accreditate: Mario Draghi, i cui destini però si intrecciano con quelli del governo; un Mattarella bis e il nome di Pier Ferdinando Casini. Per Fratelli d'Italia "la questione di Mario Draghi al Quirinale, sulla quale non abbiamo espresso alcun giudizio, non è stata posta e sarebbe semmai problema che possono avere le forze che partecipano al suo governo".
"Con il suo gesto Berlusconi testimonia con generosità e profondo senso dello Stato la sua statura di uomo delle istituzioni ed è un sentimento di gratitudine condiviso da tutto il centrodestra". Lo affermano Lorenza Cesa, segretario nazionale dell'Udc, e Antonio De Poli, presidente nazionale del partito. "Siamo fiduciosi che anche gli altri schieramenti del Parlamento mostreranno altrettanta sensibilità e responsabilità istituzionale".
Il centrodestra "non è maggioranza e non ha quindi diritto di prelazione sul Quirinale, lo abbiamo detto fin dall'inizio. ". Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, aggiungendo: "Ora, col ritiro di Berlusconi e lo scontro deflagrato all'interno del centrodestra, tutto è chiaro. Ora ci vuole un accordo alto su un nome condiviso e un Patto di Legislatura".
"Durante la riunione non sono state formulate da alcuno specifiche proposte di candidatura né tantomeno sono stati posti veti di alcun genere. Piuttosto, durante la riunione, Fratelli d'Italia ha insistito affinché fosse chiaro che non auspica in alcun modo che la legislatura prosegua, come invece possono eventualmente ritenere le forze politiche della maggioranza". Così una nota FdI smentisce indiscrezioni emerse durante il vertice di centrodestra: "La questione di Mario Draghi al Quirinale, sulla quale non abbiamo espresso alcun giudizio, non è stata posta e sarebbe semmai problema che possono avere le forze che partecipano al suo governo".
"Lo avevamo affermato in modo chiaro: la candidatura di Silvio Berlusconi era irricevibile. Con il suo ritiro facciamo un passo avanti e cominciamo un serio confronto tra le forze politiche per offrire al Paese una figura di alto profilo, autorevole, ampiamente condivisa". Lo scrive su Twitter il presidente del M5s, Giuseppe Conte, commentando l'annuncio della non candidatura da parte del leader di Forza Italia.
"Scelta decisiva e fondamentale, Berlusconi rende un grande servizio all'Italia e al Centrodestra, che ora avrà l'onore e la responsabilità di avanzare le sue proposte senza più veti dalla sinistra". Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini, dopo la decisione di Berlusconi.
"Ho deciso di compiere un altro passo sulla strada della responsabilità nazionale, chiedendo a quanti lo hanno proposto di rinunciare ad indicare il mio nome per la Presidenza della Repubblica. Continuerò a servire il mio Paese in altro modo, come ho fatto in questi anni, da leader politico e da Parlamentare Europeo, evitando che sul mio nome si consumino polemiche o lacerazioni che non trovano giustificazioni che oggi la Nazione non può permettersi". Lo ha scritto in una nota Silvio Berlusconi nell'annunciare la sua rinuncia alla candidatura.
Silvio Berlusconi rinuncia, in nome della ricerca dell'unità del Paese, alla candidatura al Quirinale. E' quanto si apprende dal vertice del centrodestra. Faremo proposta condivisa del centrodestra all'altezza - è la linea di Berlusconi - in grado di avere il massimo consenso possibile.
Qualsiasi scelta tu faccia noi l'appoggeremo sino alla fine. E' il coro unanime rivolto a Silvio Berlusconi che s'è levato dai ministri azzurri nel corso dello zoom appena concluso. Mariastella Gelmini avrebbe espresso qualche preoccupazione sui numeri, Mara Carfagna avrebbe ricordato che gli attuali responsi sarebbero meno entusiasmanti di quelli rilevati da prima di Natale, tuttavia nessuno avrebbe chiesto a Berlusconi di esaminare un eventuale "passo di lato".
Giuseppe Conte ha presieduto la cabina di regia dei 5 stelle,in attesa di incontrare domenica alla Camera i grandi elettori del MoVimento. A quanto si apprende, permarrebbero ancora i dubbi sulla opzione Draghi al Quirinale soprattutto nella logica della tenuta dei gruppi pentastellati. Fonti presenti alla riunione ricordano comunque che non ci sono veti sul nome dell'attuale premier. I 5 stelle starebbero pensando ancora all'ipotesi di un candidato di bandiera.
"Il centrodestra da settimane sta bloccando il Paese col suo impossibile assalto al Colle. Un assalto che respingiamo e non consentiremo". Lo fanno sapere fonti del Pd. "I numeri lo certificano: nessuno ha la maggioranza in questo Parlamento e non è con una campagna mediatica martellante che il centrodestra la otterrà. Il Pd ha una posizione coerente e lineare dall'inizio: presidente super partes di unità nazionale, sostenuto da una maggioranza larga almeno tanto quanto quella che sostiene l'attuale esecutivo, e patto di legislatura"
Iniziato il vertice dei leader del centodestra, via zoom. Ma tra i collegati non c'è Silvio Berlusconi. Per Forza Italia presenti Antonio Tajani e Licia Ronzulli. Berlusconi - a quanto si apprende - avrebbe preferito non essere presente perché si possa parlare liberamente di lui.
"La linea di Forza Italia è che Mario Draghi non vada al Quirinale, rimanga a Palazzo Chigi, dove è inamovibile, e che nel governo non ci debbano essere né rimpasti, né nuovi ingressi". Lo ha detto il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani all'incontro via zoom con Berlusconi. Inoltre, aggiunge Tajani "non è possibile accettare la ghettizzazione della sinistra nei confronti dei candidati del centrodestra".
Silvio Berlusconi non ha ancora deciso di sciogliere la riserva sul Quirinale. Lo ha riferito lo stesso leader di Forza Italia nel corso dello zoom con i tre ministri, i sottosegretari e vertici di Fi.
Lunedì 24 gennaio, alle 13:15, è stata convocata l'assemblea dei Grandi elettori di Forza Italia-Udc che si terrà nell'auletta dei gruppi parlamentari della Camera dei deputati, con ingresso da via Campo di Marzio.
Il senatore Gianluigi Paragone è positivo al Covid e non sa ancora se lunedì sarà a Roma a votare per il capo dello Stato. L'esponente di Italexit, noto per le sue posizioni no vax e non vaccinato lui stesso dice: "Non ho alcun sintomo. Me ne sono accorto giovedì scorso con un tampone molecolare perché il 15 gennaio ero alla manifestazione con il professor Luc Montagnier. Non ho ancora deciso se andrò a votare".
Il vertice di centrodestra sul Quirinale, inizialmente convocato via Zoom alle 16, sarebbe slittato alle 18. Nuovo summit tra Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza domenica mattina: i tre leader si vedranno alla Camera.
"In nemmeno quattro giorni l'appello a candidare Rosy Bindi a presidente della Repubblica ha superato le 10mila firme". Lo dice Nando Dalla Chiesa dopo aver lanciato la petizione. E aggiunge: "Un risultato di assoluto rilievo se si pensa alla tenacia con cui la sua candidatura è stata giudicata impossibile da tanti osservatori e aspiranti protagonisti della parita per il Quirinale".
L'assemblea di Liberi e uguali è stata fissata per domenica alle 15, alla vigilia del primo voto per l'elezione del presidente della Repubblica. La riunione si terrà da remoto.
"Basta nomi di parte. Servono coesione e serietà". E' il messaggio lanciato dal Partito democratico sul suo account Twitter. "Il Pd - si legge nel tweet - sta lavorando per garantire stabilità all'Italia con un patto di legislatura e l'elezione di un presidente della Repubblica autorevole e super partes. Eletto da una maggioranza, la più ampia possibile, in nome dell'unità della Nazione e dell'interesse generale".
Si terrà domenica alle 21 l'assemblea congiunta di deputati e senatori del M5s, alla presenza del presidente Giuseppe Conte. Nella lettera di convocazione inviata a tutti i parlamentari si legge un solo ordine del giorno: elezione del presidente della Repubblica.
Dovrebbe svolgersi domenica un nuovo incontro tra il segretario dem Enrico Letta, il presidente del M5s Giuseppe Conte e il segretario di Articolo 1 Roberto Speranza. L'incontro non sarebbe ancora stato fissato ma l'idea è quella di confrontarsi in vista del primo voto per l'elezione del presidente della Repubblica.
Silvio Berlusconi, molto probabilmente, resterà ad Arcore e si collegherà via Zoom al vertice di Centrodestra che dovrebbe tenersi intorno alle 16. E' quanto si apprende da fonti della coalizione. Ancora non è stato stabilito il luogo della riunione che si terrà a Roma e che dovrebbe vedere presenti i leader Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
Riccardo Fraccaro e Matteo Salvini "si saranno sentiti, avranno parlato di Quirinale, in ogni caso non spetta a me prendere decisioni su eventuali sanzioni. Di sicuro il Movimento parla con una voce sola, l'assemblea ha dato mandato a Giuseppe Conte di fare la trattativa". Lo dice il deputato del Movimento Sergio Battelli interpellato sul caso Fraccaro, accusato di aver trattato da solo con la Lega una manciata di voti per il Quirinale. "Ho letto retroscena, smentite, precisazioni. Lasciamo stare", afferma Battelli. "Certo - ammette - non mi pare molto serio leggere tutto questo oggi, alla vigilia dell'inizio delle votazioni per il Quirinale e proprio mentre il centrodestra potrebbe finalmente superare la candidatura Berlusconi". In merito alle diverse posizioni nel Movimento, "tutte le forze politiche hanno il loro dibattito interno, succede nel Pd, ovunque... Sta a Conte, poi, fare una sintesi, che verrà discussa in assemblea. E credo e spero che riusciremo ad essere compatti", assicura.
"Quello che emerge in questi primi giorni è l'esigenza di una scelta coesa e unitaria. E' importante far vedere plasticamente al Paese che questa coesione nazionale è quella che serve per rafforzare la ripresa economica e superare la pandemia. Non è questo il tempo dei capi partito o dei nomi di parte". Così Debora Serracchiani, vicepresidente del Pd. "Quello che non possiamo assolutamente permetterci è di non averlo (Draghi, ndr) né da una parte né dall'altra. Il patto di legislatura "serve per rassicurare Paese perché mentre noi ci confrontiamo sull'elezione del presidente della Repubblica, dobbiamo affrontare il tema del caro-bollette, attuare il Pnrr, completare le riforme che abbiamo iniziato, come quella della giustizia, del Csm e della pubblica amministrazione. Poi ci sono le riforme istituzionali, la riforma elettorale e la riforma dei regolamenti. C`e' tanto lavoro da fare...", sottolinea Serracchiani.