Meloni, in merito ai "troppi casi di violenza e femminicidi", parla di "una piaga sociale e culturale". Salvini: "No ipocrisie, occorre riconoscere l'inevitabile incidenza di aggressori stranieri"
La violenza contro le donne "presenta numeri allarmanti. È un comportamento che non trova giustificazioni, radicato in disuguaglianze, stereotipi di genere e culture che tollerano o minimizzano gli abusi, che si verificano spesso anche in ambito familiare". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Quanto fatto fin ora non è, tuttavia, sufficiente a salvaguardare le donne, anche giovanissime, che continuano a vedere i loro diritti violati. È un'emergenza che continua". Il premier Giorgia Meloni, in merito ai "troppi casi di violenza e femminicidi", parla di "una piaga sociale e culturale che non ci consente di voltare lo sguardo dall'altra parte". E poi: "Mi definiranno razzista, ma c'è una maggiore incidenza di immigrati negli stupri".
Il ministro Matteo Salvini ha dichiarato: "Nessuna ipocrisia. Difendere le ragazze significa anche riconoscere l'inevitabile e crescente incidenza degli aggressori stranieri". Il messaggio di Papa Francesco: "Tutti siamo chiamati a dire no a ogni violenza contro le donne e le bambine. Dobbiamo lottare insieme perché i diritti umani e la dignità siano riconosciuti a ogni persona".
Nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, Mattarella è insomma tornato a far sentire la sua voce in difesa di quelle "madri, sorelle, figlie, persone con sogni e progetti che vedono violato il diritto di poter vivere una vita libera e dignitosa, donne che lottano per la propria indipendenza, per poter scegliere il proprio destino". La sottolineatura del Capo dello Stato è giunta anche dopo le polemiche suscitate dalle parole del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara sulla "fine del patriarcato" e la correlazione tra "l'incremento dei fenomeni di violenza sessuale" e la presenza di "forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale". Il presidente della Repubblica ha rammentato la Convenzione di Istanbul e ha invitato le istituzioni e la società civile a "continuare a lavorare per eradicare i pregiudizi e gli atteggiamenti discriminatori che rendono ancora oggi le donne più deboli nella società, nel lavoro e nella famiglia. Occorrono azioni concrete".
Giorgia Meloni ha condiviso il messaggio di Mattarella. La violenza sulle donne, ha scritto il premier sui social, "è una piaga sociale e culturale che non ci consente di voltare lo sguardo dall'altra parte". Per la premier la sfida è "soprattutto di carattere culturale". E ancora: "Le norme non mancano, gli strumenti non mancano, le risorse, quelle mancano sempre ma comunque dedichiamo delle risorse a questa materia, forse il dibattito non è sufficiente". Su una materia del genere, ha insistito il presidente del Consiglio, "non ha proprio senso né dividersi né cercare il buono e il cattivo". Sono però proprio le parole pronunciate da Meloni e Salvini a spaccare le forze politiche. Entrambi, infatti, hanno invitato a guardare "senza ipocrisia" alla relazione che, secondo loro, esiste nel nostro Paese tra violenze e migranti irregolari. "Verrò definita razzista, ma c'è una incidenza maggiore, purtroppo nei casi di violenza sessuale, da parte di persone immigrate, soprattutto illegalmente, perché quando non hai niente si produce una degenerazione che può portare da ogni parte", ha sottolineato la leader di Fratelli d'Italia.
"Salvini insiste con una menzogna: non esiste alcun riscontro tra aumento delle aggressioni alle donne e immigrazione. Non è che se ripeti più volte una bugia diventa una verità. E non diventa vera nemmeno se a sostenerla è la Presidente del consiglio. È solo una menzogna più grave, falsa e razzista", ha replicato dal Pd Chiara Braga. "Fa una brutta impressione che la prima presidente del Consiglio donna non sappia cosa dire sulla violenza maschile contro le donne: afflitta dal tic securitario, non ha trovato di meglio che 'sparare' contro l'immigrato clandestino", le ha fatto eco Luana Zanella dell'Alleanza Verdi-Sinistra.
Intanto il governo è a lavoro per redigere un Testo unico sulla violenza di genere. È stato istituito un tavolo tecnico e Casellati e Roccella puntano a raggiungere l'obiettivo per l'8 marzo. "Metteremo insieme quello che già c'è ed è tanto, allargando agli strumenti di empowerment femminile", ha annunciato la ministra per la Famiglia. Anche Giorgia Meloni ha proposte da mettere sul tavolo: "Abbiamo da fare tutta la revisione delle tax expenditures, e tra queste c'è anche la detrazione per il coniuge a carico. Io penso che le risorse della detrazione del coniuge carico, quando c'è un coniuge a carico, non debbano andare al coniuge che lavora ma al coniuge è a carico. Una cosa banale, che non cambia la vita di nessuno, però è un messaggio, un principio: non dipendere", ha spiegato il premier.
Il presidente del Consiglio ha però detto "no" al congedo paritario imposto per legge anche ai padri, un emendamento che va in questa direzione è stato presentato alla Manovra dalle opposizioni. "In Italia gli uomini si vergognano a prendere il congedo parentale? Sono d'accordo ed è qualcosa su cui bisogna lavorare, però non so quanto lo possiamo risolvere con un obbligo", ha affermato Meloni.