Calenda: fine della pantomima, il candidato Pd è scelto dal M5s. L'ex premier Conte ribadisce il supporto al sindaco uscente
Letta: "I nostri conti sono a posto"
"Zingaretti sarebbe stato un ottimo candidato a Roma, ma sta facendo un'altra cosa". Così il segretario del Pd, Enrico Letta, che conferma l'endorsement alla candidatura di Roberto Gualtieri. "Candidiamo il ministro dell'Economia che ha scritto la prima versione del Pnrr, potrà mettere in campo grandi idee", osserva. Il leader Pd ha condiviso su Twitter il post, pubblicato da Gualtieri, in cui annuncia la sua adesione alle primarie di giugno.
"A Roma e Torino, quando io non c'ero, il Pd perse malamente nel 2016", spiega Letta, e da allora "hanno governato Appendino e Raggi con il Pd all'opposizione. A Roma e Torino è molto difficile, impossibile che ci sia un accordo tra Pd e M5s. Nelle altre un accordo è possibile che ci sia". In ogni caso, "poi c'è il secondo turno in cui si possono fare valutazioni senza mettere in crisi l'alleanza".
L'ex premier Giuseppe Conte, invece, con una lettera inviata a La Stampa conferma il supporto alla Raggi: "Virginia sta dando un nuovo volto a Roma" e "il Movimento l'appoggia in maniera compatta e convinta, a tutti i livelli". Dopo una fase iniziale "in cui la sua amministrazione ha dovuto
dare segni di discontinuità con le gestioni del passato e ha dovuto tanto seminare - spiega Conte - da un po' di tempo si iniziano a vedere i
chiari frutti di questo intenso lavoro e i romani se ne stanno rendendo conto ogni giorno di più". E anche per questo "dispiace che a Roma non si siano realizzate le condizioni per pianificare con il Pd una campagna elettorale in stretta sinergia".
La vede in modo diverso il leader di Azione, Carlo Calenda, secondo il quale l'ok di Letta a Gualtieri è "la fine delle pantomime. Il candidato del Pd a Roma lo hanno scelto i 5 stelle, con il sostegno di Giuseppe Conte a Virginia Raggi e minacciando di far cadere la Regione nel caso in cui Zingaretti avesse deciso di presentarsi". Sempre a La Stampa, Calenda sottolinea come "uno degli sconfitti è proprio Zingaretti, che aveva creduto nell'alleanza con il M5s e ora si trova anche lui a fare i conti con una rottura che di fatto gli ha impedito di candidarsi in Campidoglio".
Per l'ex segretario Pd e presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, invece, "l'alleanza c'è e chi se ne tira fuori sbaglia", perché "bisogna prima di tutto pensare a Roma e non a se stessi". Il punto è che nella Capitale è necessario voltare pagina: "Roma non può continuare a vivere solo di emergenze. Emergenza rifiuti, emergenza trasporti, emergenza lavoro, emergenza buche, emergenza periferie. Emergenza disuguaglianze perché in questi anni sono cresciute in maniera intollerabile le ingiustizie. Le persone sono stremate e non ne possono più perché i problemi vengono
addirittura ignorati. Hanno privato Roma di un idea di futuro. Non è normale. Bisogna e si può voltare pagina".