Il segretario del Pd ripercorre i dubbi sul sodalizio con il M5s: "Una maggioranza non può esistere per paura di Salvini" | Franceschini: "L'onda di destra si ferma con l'apertura delle alleanze". Di opposte vedute Orfini: "Battiamoci per le nostre idee, anche se sembra difficile"
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Il rapporto con il Movimento 5 stelle va portato avanti "non per esaltare le differenze ma per trovare sintesi vere e verificando, territorio per territorio, la possibilità di convergenze, senza imporre nulla". Lo ha scritto su Facebook Nicola Zingaretti. "Abbiamo costruito una linea unitaria, difficile, di cui mi assumo le responsabilità", dice Zingaretti. "Ma occorre voltare pagina - avverte -. non può essere un campo di battaglia quotidiana".
Il segretario del Pd riconosce una sconfitta netta ripercorrendo anche tutti i dubbi che hanno accompagnato sin dal proncipo la nascita di un governo giallo-rosso. "Ad agosto avevo sollevato perplessità sulla percorribilità di un’alleanza di Governo con il Movimento 5 stelle. Abbiamo poi costruito una linea unitaria, difficile, di cui ovviamente mi assumo oggi tutte le responsabilità. Ma mi auguro una nuova solidarietà nella coalizione e nella compagine del Governo Conte. Una maggioranza non può esistere per paura di Salvini, per evitare il voto dei cittadini o aspettare le nomine degli enti per occupare poltrone". Deve fare vivere tra le persone una percezione di cambiamento su parole e contenuti chiari: lavoro, rivoluzione verde, scuola, salute, sicurezza urbana, investimenti, giustizia sociale.
"Solo questo - continua il lungo post di autocritica - aumenta la percezione di protezione che chiedono le persone. Dobbiamo costruire speranze, non alimentare polemiche. Sin dal primo istante ho ripetuto e confermo: non si può governare tra avversari e nemici. Nessun membro dell’alleanza può augurarsi o lavorare per la distruzione dell’altro". Infine, un monito alla coalizione: "L’alleanza ha senso solo ed esclusivamente se vive in questo comune sentire delle forze politiche che ne fanno parte, altrimenti la sua esistenza è inutile e sarà meglio trarne le conseguenze".
Anche il capogruppo del Pd in Senato, Andrea Marcucci, non usa mezzi termini sull'esito del voto: "E' una sconfitta evidente - scrove su Twitter - che non avrà conseguenze sul governo, ma impone una riflessione ben più approfondita sulle alleanze. Il matrimonio tra Pd e M5S in Umbria mette in evidenza tutti i limiti di alleanze costruite all'ultimo minuto e senza contenuti"
Dario Franceschini, invece,da sempre a favore del governo giallo-rosso insiste sulla strada dell'alleanza: "Non mi sembra particolarmente acuta - scrive il capo delegazione Pd al governo - l'idea che poiché anche presentandoci insieme abbiamo perso l'Umbria, è meglio andare divisi alle prossime regionali. L'onda di destra si ferma con il buon governo e con l'allargamento e l'apertura delle alleanze, non di certo ridividendoci".
Di vedute opposte è Matteo Orfini, che boccia senza se e senza ma l'esperimento dell'alleanza: "Se perdi combattendo per le tue idee, sulla sconfitta puoi costruire. Se perdi sacrificando le tue battaglie ad alleanze innaturali, puoi solo perdere ancora. Torniamo a batterci per le nostre idee, anche se sembra difficile. Anzi, soprattutto perché sembra difficile".