Il pianista, compositore e arrangiatore a Spoleto tra i grandi del Jazz Italiano
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Al museo Casa Menotti di Spoleto proseguono i concerti con i grandi del Jazz Italiano.
Ospite della suggestiva location in Piazza Duomo, "cuore culturale" della città, è stato Antonio Zambrini: pianista, compositore e arrangiatore.
Il musicista entrò nell'Olimpo del Jazz italiano con il secondo posto nel prestigioso "Top Jazz", dietro a Stefano Bollani. I due musicisti pur con esperienze e scelte diverse, sono rimasti in questi lunghi anni sempre ai vertici.
Zambrini ha tra l'altro scritto per Bollani il brano "Antonia".
Ha lavorato in piano solo, sonorizzando dal vivo con il suo strumento tantissimi film muti dei primi anni del secolo.
Il musicista ha partecipato al progetto musicale "La Belle Vie", dedicato alle musiche di Fauré, uno dei maggiori compositori francesi, a cavallo tra la fine dell'800 e gli inizi del '900.
Con lui, gradito ospite a "Jazz Meeting", abbiamo scambiato opinioni sul concerto di Spoleto..
"Una situazione come quella che si è creata a Casa Menotti, con un pubblico vicino, attento e partecipe è per me quella ideale", dice Antonio, che aggiunge: "In concerti come quello a Spoleto è più facile creare un legame con il pubblico. Il musicista suona con un'energia che arriva anche da chi ascolta e che si concretizza con un applauso, ma anche con un momento di silenzio che è comunque significativo.
La presenza del pubblico in ogni caso, rappresenta uno stimolo in più per suonare e dare emozioni a chi ascolta.
Un pubblico che dà vita con me ad una sorta interscambio; questo che è avvenuto al Museo Casa Menotti, dove sono stato favorevolmente impressionato dall'attenzione nei miei confronti".
Cosa rappresenta il concerto in piano solo per lei?
Quella del piano "solo" è una situazione particolare, c'è stato un periodo all'inizio della mia attività, in cui mi era stato proposto due o tre volte di fare il piano "solo" ma in quel momento dissi di no, dal momento che non mi sentivo pronto, poi iniziando una collaborazione con la Cineteca di Milano, che sta andando avanti anche oggi con grande soddisfazione.
Ho sonorizzato dal vivo col pianoforte circa 200 film dei primi anni del secolo, soprattutto di produzione francese e tedesca.
Forte di questa esperienza, mi sono deciso a proporre concerti anche in piano "solo".
Il sonorizzare film le ha dato una grande soddisfazione personale..
Un'attività certamente molto impegnativa dal punto di vista mentale, ho uno schermo accanto a me dove seguo le immagini, spesso le persone che mi dicono che la musica li ha aiutati a vedere il film, mi dà grande soddisfazione. È importante, a mio parere, dare la possibilità alla gente di vedere un film in una sala, in un'era come quella attuale dove i film vengono visti soprattutto in casa con il computer... La musica è improvvisata al momento e questo rende la visione del film in quel contesto, qualcosa di irripetibile.
Cosa accadrà dopo Spoleto?
Molte cose per il piano solo: prosegue la mia collaborazione con la Cineteca di Milano, poi ho in programma un concerto in duo con il vibrafonista Andrea Dulbecco, con il quale collaboro da diversi anni, poi diversi concerti in trio con musicisti della mia generazione, ma anche più giovani di me, che apprezzano la mia musica.
Proprio con loro vorrei dare vita, magari per il prossimo anno, ad un progetto che contenga mie composizioni passate, viste attraverso una prospettiva attuale.