Il cantante dei La Crus si racconta
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A quattro anni dall'ultimo CD di inediti che lo portò sul palco dell'Ariston con "Io Confesso", e a due dal fortunato lavoro con i "Sinfonico Honolulu" che gli è valso la Targa Tenco 2013 come miglior interprete, Mauro Ermanno Giovanardi (Joe), ritorna "Il Mio Stile" disco prodotto da Produzioni Fuorivia, distribuito da EGEA, con la produzione artistica di Leziero Rescigno e Roberto Vernetti, con il contributo irrinunciabile dello stesso Giovanardi.
"Il Mio Stile" mutua il suo nome dall'unica cover presente nel nuovo disco, "Il Tuo Stile" di Léo Ferré, brano potente, dove ogni parola è un macigno e col quale cimentarsi è un'impresa. Mauro Ermanno Giovanardi è nostro ospite questa settimana a "Popular".
"Il Mio Stile", dice Giovanardi, è frutto di un lavoro di quasi quattro anni, anche se in questo periodo ho pubblicato anche altri due album. Con questo disco ho fatto un "punto della situazione" del mio percorso artistico, cercando di capire quelli che sono gli elementi che ritengo indispensabili e comprendere cosa in questi anni era rimasto delle mie esperienze passate. Ne "Il Mio Stile" ho fatto un lavoro particolare sulle parole, ma anche sulla musica, con gli arrangiamenti che rimandano sempre a qualcosa di "cinematografico". C'è anche il lavoro sulla mia espressione vocale, con un attitudine che potrei definire vicina al rock 'n roll, ma anche al pop.
Anche in questo tuo nuovo disco prevale l'idea di quello che già negli anni '70 venne definito "concept album"
Indubbiamente, fin dagli anni dei La Crus, ho sempre cercato di realizzare i dischi come una sorta di "filo rosso" che collegasse i vari pezzi "compattandoli" con la mia voce, la mia sensibilità ed il modo di cantare. Anche la musica tende ad avere un senso logico, dall'inizio alla fine. La voce mi serve per raccontarmi in maniera sincera, perché quando vai su un palco sei sempre "nudo". Faccio un grande lavoro sulla scelta delle parole, siano esse mie o scritte da altri autori, anche in questo caso devo "sentirle" mie. Cerco di dare sempre il 110% per lasciare un segno tangibile al pubblico.
Meglio la dimensione "studio" o quella "Live"?
E' importante il confronto diretto con il pubblico per proporre i pezzi nuovi e capire come vengono accettati dalla gente. Lo studio è qualcosa di "sacro", perché è il momento della registrazione, dove le tue idee vengono in qualche modo "cristallizzate" dalla macchina. Sia la dimensione in studio che quella live sono indispensabili, anche se il concerto essendo a mio modo di vedere liberatorio è quello che ti consente di lavorare per il futuro. Mauro Ermanno Giovanardi sarà in concerto il 20 e 21 agosto prossimi all'Isola D'Elba a San Piero in Campo per il "De Andrè Day" omaggio a Fabrizio De Andrè.