JAZZ MEETING

Ada Montellanico presenta il nuovo progetto discografico "Canto Proibito"

L'artista è ospite di "Jazz Meeting"

di Giancarlo Bastianelli
13 Mar 2024 - 13:24
 © Ufficio stampa

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“Canto proibito” pubblicato da Giotto Music è l’album che segna il ritorno discografico di Ada Montellanico, con il “featuring” di Giovanni Falzone. Dopo aver interpretato i testi inediti di Tenco (Danza di una ninfa, 2005) e i diritti civili di Abbey Lincoln (Abbeys Road, 2017), la cantante torna con un nuovo progetto di ricerca, non solo musicale, indagando un’epoca caratterizzata da profonde trasformazioni, grandi rivoluzioni e mutamenti. “Canto Proibito” vuole narrare questo secolo attraverso le composizioni degli autori più rappresentativi dell’epoca: Handel, Scarlatti, Caldara, Cesti, Carissimi, Cavalli, Barbara Strozzi e Francesca Caccini, entrambe meravigliose e rare compositrici di quei tempi. Ada Montellanico una delle più grandi voci del jazz italiano è nostra ospite a “Jazz Meeting”.

Fin dai tempi del tuo progetto su Tenco e successivamente quello su Abbey Lincoln il tuo lavoro è stato una continua ricerca. A questa regola non sfugge il tuo nuovo lavoro “Canto Proibito”.

Sì, indubbiamente quello del barocco è un periodo storico di grande interesse per quanto mi riguarda, dice Ada Montellanico. Il mio percorso musicale è stato sempre caratterizzato dallo studio e dalla preparazione, finalizzato a una ricerca vocale che si è continuamente evoluta e che anche oggi è in continuo cambiamento. E’ stato emozionante riprendere capolavori musicali del '600 e del '700, come quelli che si possono ascoltare nel disco. Ho voluto fare qualcosa di totalmente differente rispetto ai miei lavori passati, andando a riprendere autori del tardo barocco, per portarli in un terreno diverso. Questa nostra ricerca credo sia molto piaciuta al pubblico che ha molto apprezzato il nostro concerto a Roma, dove abbiamo presentato “Canto proibito”. Tutto ciò anche grazie a Giovanni Falzone che oltre ad essere il trombettista ha curato anche gli arrangiamenti dell’album.

Tutto nel progetto funziona; non solo la tua voce e gli arrangiamenti di Giovanni 

Per poter proporre il tutto e poterlo rielaborare in grande libertà, ho scelto una formazione della quale sono molto orgogliosa che vede Filippo vignato al trombone, Jacopo Ferrazza al contrabbasso ed Ermanno Baron alla batteria. Contrabbasso e batteria sono il motore pulsante del progetto; tutto ruota attorno a loro. Io ho dato indicazioni a Giovanni sul tipo di musica che volevo e che poteva far esprimere al meglio la mia vocalità.

In “Canto Proibito” c’è un riferimento a “Opera Proibita”, album del 2005 di Cecilia Bartoli.

Io adoro Cecilia Bartoli, la trovo una grandissima artista, non solo un mezzosoprano di livello internazionale, ma anche una ricercatrice; con il suo lavoro “Opera Proibita” ha come aperto una finestra su quegli anni; trattando repertori diversi non conosciuti. Nel 700 c’era un forte disparità tra compositori e compositrici, differenze tra sessi che riguardavano anche altri settori oltre a quello musicale e che spesso restano ancora oggi. La stessa cosa accadde anche a me quando nel progetto deicato a Tenco non ho ripreso canzoni conosciute dell’ultimo periodo ma anche cose del passato di questo cantautore Successivamente nel 2017 con il disco dedicato ad Abbey Lincoln il mio album è stato uno dei pochi omaggi discografici ad una delle cantanti più importanti nella storia del jazz.

Il tuo nuovo disco “Canto Proibito” è nato alla Casa del Jazz

Si, posso dire che la Casa del Jazz è un po' la “nostra” casa, dove attraverso concerti o produzioni discografiche si incontrano musicisti di generazioni differenti, che negli anni ha rappresentato un punto di riferimento per gli artisti e per il pubblico. Abbiamo presentato dal vivo il progetto per la prima volta a Roma, avendo un successo che costituisce una spinta notevole per il futuro. Il pubblico era molto eterogeneo e non era costituito solo da persone che amano il jazz. Ora vorremmo portare “Canto Proibito” all’estero, con lo scopo di offrire al pubblico musica del ‘700 riproposta in una veste originale. Puntiamo a realizzare una musica che vada oltre i generi. “Canto Proibito”, pubblicato da Giotto Music, è stato registrato alla Casa del Jazz di Roma da Stefano Bechini che ha curato anche il missaggio e la masterizzazione dell’album.

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