Il 5 giugno sono andato a votare, come faccio (quasi) sempre. In ballo c’era –nel mio caso- la scelta del nuovo sindaco di Roma. Prima di uscire ho fatto diligentemente “i compiti” guardando –almeno 10 volte- gli spot tecnici sulle modalità di voto. Dunque 1^ crocetta sul mio candidato sindaco; 2^ crocetta sulla mia lista collegata che però sul simbolo è l’unica che non riporta il nome del sindaco che vorrei (si saranno sbagliati?). 3^ crocetta per il mio amico Marco. Non condivido nemmeno una delle sue idee politiche ma, che ci volete fare, ci conosciamo da 40 anni e, se si e’ piegato a chiedermi la preferenza col voto disgiunto, beh che sara’ mai: diamogliela! Del resto di tutti quelli in lista nel mio partito del cuore , non ne conosco nemmeno uno… Strano, compro i giornali locali tutti i giorni ma questi signori mai letti né sentiti…
Dunque di buon mattino per evitare le code perché si vota solo oggi (aggiungere anche lunedì mattina sarebbe costato ben 100 milioni di euro in più, esattamente quanto le pensioni che vengono pagate annualmente agli ex parlamentari); mi rinfresco la memoria leggendo le lenzuolate di liste e cerco innanzitutto il mio amico Marco per essere certo che nel frattempo non abbia cambiato bandiera (succede, sapete?). Il voto glielo darei comunque, ma se poi ha traslocato nelle liste di quel candidato sindaco che legherei su un sidecar facendolo girare per tre giorni sulle buche delle strade romane? Perché vabbè turarsi il naso ma a tutto c’è un limite!
Marco comunque c’è ed è rimasto fedele al suo odioso partito. In realtà quello che non trovo nelle lenzuolate appese alla porta del seggio, è il “mio” di candidato (con relative liste collegate). Anzi a ben vedere non e’ il solo che manca. Sono stati scientificamente tagliati tutti i candidati sindaco della stessa area. Essendo io una persona piuttosto “fumina”, mi preparo a contestare al presidente di seggio questa clamorosa svista. Lui gentilmente, però mi fa notare che i candidati ci sono proprio tutti: “vede?” e mi indica i presunti mancanti dietro l’anta aperta di un armadio, raso terra su un muro di un corridoio cieco, in uno stanzino laterale. Cisarebbe da discutere ma la mollo lì. Poi entro i cabina ma dopo tutto quel trambusto segno il nome di Marco sulla lista sbagliata, ma comunque collegata all’odiato partito. Immagino che in sede di scrutinio si scanneranno per attribuire voto di lista e preferenza. Nel migliore dei casi la mia scheda verra’ annullata. La domanda è: ma una radicale semplificazione del sistema di voto non la potete mettere in cantiere una volta per tutte? Continuate a ripetere come un mantra, signori politici, che le riforme approvate dal governo “e’ il paese che ce le chiede!!”
Io credo che prima di tutto il paese vi chieda di farci votare con semplicità e chiarezza. Ma forse non e’ quello che conviene al Palazzo.