Sognavamo Churcill, ci si siamo trovati davanti al Crozza bulgaro
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Grazie Beppe, grazie davvero di aver disintegrato gli ultimi brandelli del sogno che l’Italia fosse, almeno in certe cose, un Paese serio. Fino a ieri, almeno, eravamo rimasti dietro le porte chiuse. Che se erano chiuse, un motivo ci sarà stato. Potevamo illuderci che nelle stanze segrete della politica, aleggiasse un po’ di richeliano mistero. Pensare che le decisioni venissero prese davanti a un bicchiere di cognac, con i Churchill nostrani seduti in poltrona a fumare sigari cubani. Gente magari paracula, ma preparata. Persone che comprano e vendono anche la mamma, ma con un minimo di stile. E che soprattutto sanno parlare in italiano.
Potevamo sperare che i dialoghi fossero quelli di un film, se non di Kubrik, almeno di Pupi Avati. E invece con la tua diretta streaming appassionante come una video citofonata(a quando quella dalle dorate toilette di Montecitorio? Il popolo vuol sapere chi si lava le mani dopo la pipì!), ci siamo trovati catapultati all’università, ad assistere a un esame nel quale non si capisce chi sia il professore e chi sia lo studente. Con i dialoghi di un cinepanettone. Bulgaro.
Una sorta di commedia dell’assurdo, un interrogatorio alla C.s.i.. Con il poliziotto buono (Crimi) che spiega quanto siano comprensivi e responsabili, nel giusto (“Noi ci abbiamo una credibilità che possiamo spendere: gli altri partiti hanno una non credibilità”). Con il poliziotto cattivo (Lombardi) che sbuffa, minaccia, il braccio violento della legge del cambiamento ("Noi non incontriamo le parti sociali, perché siamo le parti sociali"). E il povero indagato, probabilmente per il reato di mancato smacchiamento di giaguari, li ricorda, o si ricorda, di non essere a Ballarò. Peccato, almeno lì c’è Crozza. Che dice le stesse cose, ma in italiano.