il telebestiario

Person of interest, lo Snowden prima di Snowden

Di Francesco Specchia

29 Ott 2013 - 19:26

Quando si dice le volute del destino. «Siamo sorvegliati, il governo dispone di un sistema segreto, una Macchina, che ci spia ogni ora di ogni singolo giorno. Lo so perché l’ho costruita io, ho ideato la macchina per prevenire atti di terrorismo, ma vede ogni cosa...».

In giorni feroci di Datagate, un po’ inquietano le parole che introducono il telefilm Person of Interest (Premium Crime, Italiauno, Italia2 random; da venerdì su Top Crome in prima time) di Mr. Finch miliardario solitario, inventore di un dispositivo orwelliano che indaga nelle vite degli altrui. Soprattutto da quando fan maniaci mi fanno notare che nell’episodo 22 della prima serie era comparso un tizio esperto informatico pentito della Nsa, che rivelava il fantasmagorico intreccio d’intercettazioni a cui il governo americano ci sta sta sottoponendo in virtù della sua ossessione post-11 settembre. Era un Edward Snowden prima di Edward Snowden. Una trama, quella, peraltro a sua volta anticipata dal libro The Watchers: The Rise of Anerica’s Surveillance State di Shane Harris, dove la mole d’informazioni raccolte rappresenta sia la più terribile violazione della privacy di sempre, sia - simbolicamente- la gigantesca orchite d’un titano; se dovessi essere un agente addetto all’ascolto mi sparerei per noia. Ciò detto, la giusta collocazione di Person of Interest dopo essere dato per disperso nella palude del palinsesto notturno, è cosa buona e giusta. P.o.i. (acronimo di «persona sottoposta ad indagine») è forse l’unica serie dello scrittore JJ Abrams con un capo e una coda, che non sia stata ideata su base lisergica. La storia di Mr. Finch aiutato dall’agente Cia Reese/ Jim Caviezel ad individuare futuri delinquenti grazie a una piattaforma di telecamere, microfoni, web e un algoritimo in grado di «prevedere il crimine», vanta una regia adrenalinica e una trama imperniata sul disvelamento progressivo. Certo, come al solito Abrams rubacchia qua e là: a Nero Wolfe nella coppia capo statico/ dipendente superfigo; al PK Dick di Minority Report nella valutazione del crimine prima che avvenga; al ciclo di Jason Bourne di Ludlum. Fino a due settimane lo ritenevo, tecnicamente, un avvincente minchiatone. Ora sudo freddo

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