A "Space Scout" tutte le curiosità sul cantautore
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Il cantautore milanese Jack Jaselli da quando ha lanciato il suo album "I Need the Sea Because It Teaches Me" ("dedicato al mare come specchio e occasione di fare i conti con la propria vita"), non si è fermato un attimo e ha anche aperto i concerti dei Negramaro negli stadi di San Siro e Olimpico questa estate. Jack partirà con il tour invernale venerdì 8 novembre dall'Arci Biko di Milano.
Com'è nato il tuo amore per la musica?
Dal bisogno di comunicare. Dal bisogno di dare un’eco sonora a ciò che accade sotto la superficie. E’ partita da una necessità, che persiste tutt’ora. E poi ci ho preso gusto...
Ricordi il primo brano che hai scritto?
Lo ricordo e mi viene da sorridere. Si chiamava “Falling”, l’ho scritto a 14 anni e parlava di una ragazza. Paula, una ragazza di Barcellona, forse il mio primo amore, con tutta la dose di “Sturm und Drang” che un amore adolescenziale può avere.
Qual è il filo conduttore del tuo album "I Need the Sea Because It Teaches Me"?
Ovviamente il mare. Il mare come specchio e occasione di fare i conti con la propria vita. Per me è sempre stato un elemento fondamentale. Bruno Munari scriveva “Tu butti qualcosa al mare e il mare (dopo un tempo imprecisato e imprecisabile) te lo restituisce lavorato, finito, levigato”, credo renda perfettamente l’idea. Quel 60% di acqua di cui siamo composti l’ho sempre sentito chiaro e forte. E ho vissuto alcuni anni della mia vita “a bordo mare” proprio a due passi da dove è stato registrato il disco.
Quali sono i tuoi ricordi dei concerti di apertura dei Negramaro all'Olimpico e San Siro?
Un’emozione enorme. Che ormai mi si è stampata nel cuore. Ricordo il calore e l’energia di più di 40.000 persone, come un’onda calda e potentissima che ti si rompe addosso. Ricordo un momento in cui ero seduto sul palco a San Siro, appena dietro al ledwall. Io potevo vedere la distesa di persone ma il pubblico non poteva scorgermi. Ero lì fuori, ma separato da una barriera semi-trasparente di pochi centimetri di spessore. Ho respirato profondo e ho pensato “sono qui, sono proprio qui” . Un’altra delle cose che non scorderò è stata la standing ovation che abbiamo ricevuto all’Olimpico percorrendo la pista da atletica, tornando nei camerini. Appena ho sentito gli applausi e ho visto la gente alzarsi in piedi ho pensato che i Negramaro fossero entrati in scena e mi sono girato verso il palco. Ma il palco era ancora vuoto. Quegli applausi erano per noi.
Che consigli ti ha dato Giuliano?
Giuliano mi ha dato alcuni consigli parlandomi, altri con l’esempio. Mi ha detto di essere me stesso, di farmi vedere per quello che sono. E di non aver paura di correre. Conoscere i Negramaro è stata una fortuna, e vedere l’amore e il rispetto che hanno per la musica fa davvero bene.
Cosa dobbiamo aspettarci dal tuo tour?
Di essere portati altrove. Saremo in tre sul palco, sarà uno show intimo, avvolgente con dei momenti estremamente delicati ed alcuni molto potenti. Abbiamo cercato di creare un suono particolare. Caldo e ritmico come il battito di un cuore. Vogiamo che il pubblico provi ciò che noi proviamo mentre suoniamo. Che ci si lasci andare. E non vedo l’ora di incontrare tutte le persone che ci sostengono.
Ecco le date del tour: Venerdì 8 novembre - Arci Biko – Milano Venerdì 15 novembre - Big Lebowski – Novara Giovedì 21 novembre - Fishmarket – Padova Sabato 30 novembre - Acqua Cheta – Tremezzo (CO) Martedì 2 dicembre - 2Periodico Cafè – Roma Venerdì 6 dicembre - Hard Rock Cafè – Venezia Giovedì 12 dicembre - Off – Modena Venerdì 13 dicembre - Holzaus – Isernia Giovedì 19 dicembre - La Claque – Genova Venerdì 20 dicembre - Honky Tonky - Seregno