A "Popular" il pianista e compositore romano, in concerto il 23 luglio al Museo Casa Menotti di Spoleto
di Giancarlo Bastianelli© Ufficio stampa
Domenica 23 luglio alle 18 il Museo Casa Menotti di Spoleto, ospita il concerto del pianista e compositore Arturo Stàlteri con “Dodecagon – Arturo Stàlteri plays Philip Glass” album pubblicato dalla Orange Mountain Music etichetta del compositore americano, voluto da quest’ultimo e da Richard Guerin (braccio destro di Philip Glass).
Pubblicato il 7 luglio, il disco vede Stàlteri nella doppia veste di interprete e di rielaboratore, per uno o più pianoforti, di alcune pagine del Maestro. Arturo Stàlteri, pianista, compositore e conduttore romano, si è diplomato in pianoforte al Conservatorio Alfredo Casella de L’Aquila. Ha studiato a Roma con Vera Gobbi Belcredi, a Parigi con Aldo Ciccolini e ha frequentato, come allievo effettivo, i corsi di perfezionamento di Vincenzo Vitale e Konstantin Bogino.
Nel 2004 Franco Battiato lo ha voluto, come conduttore e musicista, nel suo primo programma televisivo, "Bitte, keine Réclame". Lo stesso Battiato gli ha offerto nel 2005 un ruolo nel film "Musikanten", presentato alla 62.ma Mostra del Cinema di Venezia, e lo ha coinvolto, nel 2014, nella stesura del documentario "Attraversando il Bardo".
Stàlteri ha inoltre collaborato con David Sylvian, Sonja Kristina, Rino Gaetano e Carlo Verdone. Molti dei suoi dischi sono stati ripubblicati in Giappone e in Corea. Stàlteri da molti anni è conduttore a Radio 3 di programmi come "Qui comincia" e il "Concerto del Mattino", punti fermi della rete.
Al musicista e compositore abbiamo chiesto com’è nata l'idea di dare vita al progetto. Tempo fa, racconta Arturo Stalteri, fui contattato Richard Guerin braccio destro di Glass, che mi propose di riprendere il progetto del disco che realizzai nel ’98 e pubblicarlo per l’etichetta del compositore americano; ho colto l’occasione di recuperare gran parte dei brani contenuti nell’album precedente, suonandoli su un altro pianoforte e aggiungendo composizioni di Glass che ai tempi non avevo suonato. In "Dodecagon" troviamo il 70% dei brani che erano nel precedente album suonati in una veste attualizzata.
Cosa rappresenta Philip Glass per te?
Sicuramente una grande fonte di ispirazione, una musica la sua che si può riscoprire in continuazione; trovo in questo straordinario compositore chiavi di lettura sempre nuove; penso ad esempio alla “Metamorphosis” che risalgono agli anni ’80 dove si possono trovare chiavi di lettura sempre nuove, che sembrano crescere con il tempo.
Un lavoro comunque imponente a livello musicale e tecnico
Ci sono nel nuovo album pezzi che Glass aveva previsto per otto pianoforti, fare una cosa del genere negli anni ’80 sarebbe stato più complicato, mentre oggi grazie allo sviluppo della tecnologia le difficoltà nel produrre una cosa di questo tipo sono minori.
La tecnologia ha dato grande impulso di migliorare caratteristiche come i livelli e la dinamica delle singole composizioni; in pochissimo tempo sono riuscito a mettere insieme le varie tracce sistemandole con tutta calma, rispettando i tempi che la casa discografica di Glass mi aveva indicato.
Al Museo Casa Menotti, Stalteri eseguirà "Opening" e "Metamorphosis" 2 e 3 d Philip Glass, sarà poi la volta di Satie e "Gnossienne 3", successivamente Wim Mertens con "Casting no Shadow" e Cover". Michael Nyman e "Drowning by numbers III", poi ancora Glass Ètude n. 8 "Mad Rush" e "Closing" (Stalteri dramatic version).