L’additive manufacturing è la tecnologia produttiva più rivoluzionaria e vantaggiosa presente sul mercato. Denominata anche smart manufacturing proprio per la sua capacità di elevare in modo eccellente il modello di produzione industriale, secondo i nuovi parametri dell’industria 5.0. Ma quanti sanno davvero utilizzarla in maniera corretta? Quanti hanno la possibilità di colmare il gap di competenze e tecnologie per poterle inglobare nei propri processi produttivi? Puntando su Upskilling e Reskilling delle competenze, l’azienda italiana MadeInAdd ha messo a punto un nuovo modello basato su un’ecosistema di servizi digitali completo, a disposizione di chi vuole produrre in additivo.
Nata dalla collaborazione tra CDP Venture, MIMETE e PUNCH Torino e a pieno regime operativo da gennaio 2024, MadeInAdd ha come obiettivo principale quello di colmare il gap italiano nell'additive manufacturing. L’azienda punta a favorire la transizione verso la manifattura additiva andando oltre la mera produzione di pezzi: al centro della sua offerta ci sono infatti consulenza ingegneristica, percorsi formativi di Upskilling e Reskilling delle competenze, per facilitare l’approccio delle imprese alle nuove metodologie produttive, e una piattaforma digitale attraverso cui testare, sperimentare e creare nuovi progetti in additivo.
All’interno di un vero e proprio ecosistema digitale, la piattaforma collaborativa di MadeInAdd offre una filiera smart fungendo da unico punto di accesso competente sul settore, in grado di mettere in collegamento l’esigenza del nuovo cliente con le aziende che possono soddisfare a pieno la sua domanda. “Con una filiera smart”, spiega Gerardo Di Filippo, CEO di Madeinadd, “il cliente finale sa di avere a disposizione sempre le macchine più aggiornate e le soluzioni ottimizzate per realizzare le sue idee in 3D. Le tecnologie sono infatti disponibili presso una serie di partner certificati e qualificati, che costituiscono un ecosistema formidabile, a cui il cliente finale accede. Un modello di business nato nato proprio per favorire una maggiore diffusione dell’additive manufacturing in Italia e un migliore utilizzo della supply chain additiva presente nel nostro Paese”.