Nel 2011 il crollo del settore edilizio e il rischio di chiusura dell'attività di famiglia. Poi Diego, 30enne milanese, apre un blog per pubblicizzare il lavoro del padre e oggi la Mulfari Imbiancature ha nuovi clienti
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Saremo pure ingenui, ma una delle poche cose che non si possono negare sono i sogni. Così abbiamo pensato di andare alla ricerca di tutti quegli italiani che non si sono arresi alla crisi, ma hanno saputo rialzarsi e reinventarsi con successo. E ce ne sono. In molti hanno deciso di arrangiarsi trasformando i propri sogni in fonte di reddito. Di necessità virtù, appunto: è il titolo della rubrica di Tgcom24 che parla di chi, nonostante la difficile situazione economica, si è rimboccato le maniche. Se anche tu hai rischiato e ne sei uscito vincente: scrivi e racconta la tua esperienza.
Oggi vi raccontiamo della inossidabile coppia Mulfari: padre e figlio. Il primo, Felice, brianzolo doc, classe 1956, è un imbianchino di vecchio stampo: 40 anni nel campo dell'edilizia e tanta esperienza da mettere in cantiere. Il secondo, Diego, 30enne di Milano è web marketing specialist da circa quattro anni: è specializzato in lead building, e cioè crea potenziali clienti attraverso la Rete con tecniche che derivano dalla SEO. Ebbene, insieme hanno deciso di unire le forze per risollevare l'azienda di famiglia.
Il picco nel 2011: con la crisi economica tutto il settore edilizio ha subito un violento crollo e la Mulfari Imbiancature è arrivata a un pelo dalla chiusura dell'attività. Poi a Diego si accende la lampadina: aprire un blog per pubblicizzare l'attività del papà e cercare di compensare la perdita di clienti. Dopo le prime resistenze (più concettuali che pratiche) Felice cede e diventa così imbianchino digitale. Risultato: il blog mulfarimbianchino oggi conta circa 100 visite giornaliere e Felice, a 59 anni, continua a fare il mestiere di una vita. Diego, il Mulfari "junior", ci spiega com'è andata.
La crisi nel 2011, un passo dalla chiusura, e poi?
"Ormai la vecchia clientela di mio padre era scomparsa e non ne subentrava di nuova con i vecchi sistemi di passaparola e pubblicità offline. Così mi è venuta l'idea di digitalizzare l'attività perché ho scoperto che tutti i giorni qualcuno cercava un imbianchino sul Web: il mio compito era quello di farmi trovare. Mi sono servito del tool "Keyword Planner" di Google AdWords per sondare il mercato e le keyword strategiche su cui andare a indicizzarmi come ad esempio "imbianchino milano" o "quanto costa tinteggiare casa""
Quando è nato il blog?
"Il primo post l'ho scritto nel Gennaio 2012. Titolo: “Cameretta Giallo e Arancio per un Bimbo che Nascerà Domani”".
Che impatto ha avuto sull'attività di tuo padre?
"Piano piano ha generato brand awarness e quindi credibilità, i clienti erano molto soddisfatti e rilasciavano recensioni positive commentando sia ai post (con relative foto) che li riguardavano, sia attraverso la nostra pagina facebook portando altri clienti in un circolo virtuoso".
Gli effetti della digitalizzazione si sono visti subito?
"Diciamo che l'iscrizione a portali di generazione preventivi ha creato da subito una massa di potenziali clienti lavorabile. L'incremento vero e proprio è stato però progressivo e parallelo alla credibilità costruita in Rete (ricordo che nel 2011 avevamo solo un sito Web, scarsamente indicizzato e senza recensioni sulla nostra attività di imbiancature). Ci siamo costruiti dunque la nostra identità digitale ex novo e i risultati piano piano sono arrivati".
Che significa essere “imbianchino digitale”?
"Un imbianchino digitale è un artigiano che sfrutta il pc e Internet per acquisire nuovi clienti attraverso un buon posizionamento sui motori di ricerca, un'ottima presenza sui social network, un sito istituzionale e un blog aziendale".
Tuo padre, 59 anni, lavoratore "vecchio stampo". Come ha preso il suo cambio d'immagine?
"Mio padre mi ha sempre spinto a non avere paura di esporlo, perché crede che metterci la faccia sia sinonimo di affidabilità e credibilità per un professionista come lui. E ha avuto ragione".
Il futuro degli artigiani è in crisi?
"Credo che sia cambiato il paradigma: il problema grosso è il digital divide e la difficoltà per molti artigiani a digitalizzarsi: mancano loro gli strumenti e fanno fatica a pensare ad un budget pubblicitario destinato alla pubblicità su Internet, magari affidandosi a freelance o proprio ai loro figli (i costi in entrata sono davvero bassi ma c'è da fare un lavoro di sensibilizzazione verso questi temi). In molti sono radicati al passato e al vecchio passaparola e purtoppo non assecondano il passaggio al digitale".
Il web può aiutarli?
"La nostra storia dice molto più di mille parole. Per noi attualmente Internet è vitale per mantenere aperta l'attività e intercettare nuovi clienti. Sono sicuro possa essere altrettanto essenziale per molte altre attività la fuori.
Ha dei costi aprire un blog o un sito per farsi conoscere?
"Per quanto riguarda il blog, è assolutamente gratuito se implementato self-made (se si vuole si può acquistare il dominio e un hosting con pochi euro all'anno). Il sito ha un costo maggiore (ma stiamo parlando comunque di poche centinaia di euro). Ma sarebbe preferibile affidarsi all'inizio a un professionista, per poi continuare da soli. Mio padre poteva contare su di me".
Un consiglio a tutti gli artigiani che vogliono diventare digitali?
"Raccontate la vostra attività professionale quotidiana, attraverso testi, foto e video. Utilizzate il famoso storytelling per farvi conoscere. Non abbiate paura di metterci la faccia: bisogna crearsi credibilità in un mondo immateriale come quello del Web e tutti gli strumenti che servono a tale scopo sono leciti. E poi una buona dose di creatività, che agli italiani proprio non manca".