Secondo la grafologa la moda del momento "ci rende solo ridicoli mentre scriverlo comporta una serie di vantaggi"
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Non ci poteva essere un termine meno adatto per definire quel parlato strascicato del quale si discute in questi giorni. Tanto questo modo di parlare è lento e artificioso, quanto il corsivo, quello vero, quello scritto, è fluido e spontaneo. Il corsivo è quanto di più vario ci sia: ogni scrittura è diversa dalle altre almeno in qualche segno: è come un’impronta digitale, unica e irripetibile.
Il cosiddetto “corsivo parlato” è invece un sistema codificato e omologato, sul quale addirittura la ragazza che lo diffonde dà dei giudizi, promuove o boccia i suoi “allievi”.
Il corsivo rivela molto della nostra personalità, in qualche modo ci mette a nudo, ovviamente agli occhi di un esperto grafologo, a differenza dello stampatello che è sempre più usato dai ragazzi e spesso è un modo per mascherare fragilità e incertezze. Quello che viene impropriamente chiamato “corsivo parlato” ci rende solo ridicoli, mentre scrivere in corsivo dà molti vantaggi a chi non rinuncia ad usare la penna anche in questa era digitale.
Eccone alcuni di questi vantaggi.
LA CONCENTRAZIONE
L’uso di mente e mano favorisce la tensione verso un unico obiettivo.
IL SUNTO
Prendere appunti a mano costringe a selezionare i concetti più importanti, l’essenza di ciò che ascoltiamo.
LA MEMORIA
Scrivere a mano anziché schiacciare un tasto, aiuta a memorizzare meglio ciò che stiamo mettendo su carta
LA CREATIVITA’
Mentre scriviamo il cervello è libero di elaborare idee, di esercitare spirito critico, di sviluppare nuove intuizioni.
LA PERSONALIZZAZIONE
Il corsivo è personalizzato, lo stampatello spersonalizza e l’uso del computer omologa
LA CALMA
Mettere nero su bianco pensieri e stati d’animo aiuta a scaricare le tensioni
LA LONGEVITA’
Scrivere a mano permette alle persone anziane di mantenere allenato il cervello, rallentando gli effetti dell’invecchiamento.Bisogna quindi riabituare i ragazzi a scrivere in corsivo, certo senza che per questo debbano rinunciare all’utilizzo del computer e dello smartphone, ma facendone un uso più responsabile e maturo.
E soprattutto bisogna far loro capire come il successo (se così si può definire) acquisito attraverso trovate demenziali come quello del “corsivo parlato” sia effimero e destinato a scoppiare come una bolla di sapone. Al contrario è l’impegno quotidiano, nella scuola come nel mondo del lavoro, ciò che può regalare soddisfazioni morali ma anche economico ai giovani.
Certamente la società attuale non incentiva questi valori, ma al contrario, dà dei messaggi negativi. E’ quindi agli adulti che spetta il compito di creare i presupposti affinché siano il sacrificio, la determinazione e il merito a essere riconosciuti e premiati.
Candida Livatino