Licenziata perché diventata mamma, questa energica 40enne di Torino ha dovuto reinventarsi. E così grazie a sua figlia e alle feste d'asilo, ha scoperto la passione per le torte. E ha aperto un laboratorio tutto suo
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Saremo pure ingenui, ma una delle poche cose che non si possono negare sono i sogni. Così abbiamo pensato di andare alla ricerca di tutti quegli italiani che non si sono arresi alla crisi, ma hanno saputo rialzarsi e reinventarsi con successo. E ce ne sono. In molti hanno deciso di arrangiarsi trasformando i propri sogni in fonte di reddito. Di necessità virtù, appunto: è il titolo della rubrica di Tgcom24 che parla di chi, nonostante la difficile situazione economica, si è rimboccato le maniche. Se anche tu hai rischiato e ne sei uscito vincente: scrivi e racconta la tua esperienza.
Oggi vi raccontiamo di Elisa Benedetto, una mamma 40enne di Torino che si è trovata, a causa della sua maternità, da un giorno all'altro senza lavoro, licenziata in tronco dall'azienda nella quale lavorava da tre anni come manager di marketing e comunicazione. Una condizione, ci spiace dirlo, purtroppo comune a molte donne e mamme che ci hanno contattato. La "prassi" è sempre la stessa: "Dal momento in cui ho comunicato la gravidanza - ci spiega Elisa - ho avuto un sentore di "risentimento" verso di me, malgrado l'abbia comunicato praticamente al momento del test, abbia lavorato fino all'ultimo e sia rientrata quando mia figlia aveva 4 mesi".
E così, quando sua figlia Camilla ha compiuto un anno è stata lasciata a casa. Dopo aver cercato, inutilmente, un altro impiego nello stesso settore, è arrivata la folgorazione, complici anche i compleanni e le feste della figlia: fare torte. "Fai un dolce oggi per me, uno per l'amica, ci ho preso gusto e visto che sono una persona appassionata ed anche un pochettino incosciente ho deciso dopo meno di 1 anno di aprire il mio laboratorio". Oggi l'Atelier delle torte ha tre anni, ed è tempo di bilanci: "Lavorare in proprio è difficilissimo e pieno di responsabilità, ma le soddisfazioni sono davvero tante"
Tre anni un una grande azienda internazionale, poi lasciata a casa poco dopo la nascita di tua figlia. Sembra quasi che essere mamma sia diventata una "colpa"...
"Esatto. Lavoravo in quest'azienda con un ruolo di responsabilità nazionale (Marketing & Communications Manager) e già dal momento in cui ho comunicato la gravidanza ho avuto sentore di "risentimento" verso di me, malgrado l'abbia comunicato praticamente al momento del test, abbia lavorato fino all'ultimo e sia rientrata quando mia figlia aveva 4 mesi".
Ti sei sentita discriminata in quanto mamma?
"Era un'azienda dove in Italia c'erano solo dipendenti uomini oltre a me, per cui sì, mi sono sentita discriminata".
Dal marketing alle torte...come ti è venuta l'idea?
"Ho provato a cercare lavoro nello stesso ambiente (informatica) e nel mio ruolo ma ovviamente con una neonata le porte erano tutte chiuse. Ho fatto la mamma per un po', lavorato part time per un annetto e poi quando la mia Camilla alla scuola materna ha cominciato ad andare a numerose feste di compleanno ed a ricambiare mi sono appassionata a questo tipo di torte".
Da qui il coraggio di "fare il salto"...
"Fai una torta oggi per me, una domani, una per l'amica ci ho preso gusto e visto che sono una persona appassionata ed anche un pochettino incosciente ho deciso dopo meno di un anno di aprire il mio laboratorio" .
Sei "autodidatta"?
"Ho fatto e continuo a fare parecchi corsi per aggiornarmi ed imparare nuove tecniche" .
In che consiste precisamente il tuo lavoro?
"Creo pezzi unici su misura: torte, cupcakes, cakepops, biscotti, il tutto decorato secondo il mio estro e fantasia seguendo le richieste dei clienti, wedding cakes monumentali anche a 8 piani, pasticceria moderna e creativa seguendo sempre però ricette dal gusto tradizionale. Il tutto rigorosamente da sola!"
Il cake design ultimamente ha avuto un vero e proprio boom...come ti difendi dalla concorrenza?
"In realtà ci sono centinaia di cake designer casalinghe in Italia che si pubblicizzano senza pudore ovunque, ma vendere alimenti prodotti in casa non solo è illegale dal punto di vista finanziario (tasse, inps, inail, etc...) ma soprattutto è illegale dal punto di vista sanitario. I nostri laboratori sono strettamente controllati dalle ASL di competenza, abbiamo manuali di autocontrollo da rispettare, il tutto per garantire la sicurezza degli alimenti che utilizziamo".
Hai dovuto investire molti soldi per partire?
"L'investimento iniziale monetario è stato di circa 30.000 euro, ma grazie ad un buon business plan l'ho ottenuto tramite un finanziamento".
Come ti sei fatta conoscere? Pubblicità, passaparola, social, etc
"Lavorando esclusivamente su ordinazione, ed essendo il mio laboratorio in una zona poco trafficata (si trova a Legnano, nel Milanese, ndr) lavoro moltissimo di marketing: siti internet, pubblicità online e Facebook sono la mia principale occupazione quando non sono con le mani in pasta!"
Proviamo a fare un bilancio: più sacrifici o soddisfazioni?
"Ormai sono più di 3 anni che ho aperto il mio atelier e di soddisfazioni ne ho avute veramente tante, come le preoccupazioni, di arrivare a pagare tasse e Inps, affitto, bollette, il non portarmi mai a casa lo stipendio per paura di non poter far fronte a spese impreviste...insomma lavorare in proprio è difficilissimo e pieno di responsabilità".
Se ti guardi indietro rifaresti questo percorso?
"Sinceramente non lo so.... è bellissimo ma non so per quanto tempo ancora potrò permettermelo".
Un consiglio a chi vuole reinventarsi...
"Buttarsi perchè è sempre meglio averci provato che avere rimpianti, ma essere ben sicuri di avere le spalle coperte!".