Sul palco con i danzatori della Compagnia Ballet d’Jèrri, per la regia di Alejandro Buchelli
di Giancarlo Bastianelli© Ufficio stampa
Il pubblico del festival dei due Mondi di Spoleto, convenuto al Teatro Romano, ha assistito ad uno spettacolo di alto livello, con il debutto nella città umbra del ballerino e coreografo Fernando Montaño con "Buena Ventura", realizzato con i danzatori della Compagnia Ballet d'Jèrry. La regia curata da Alejandro Buchelli.
Il danzatore e coreografo colombiano ha calcato le scene dei più importanti teatri del mondo, come étoile del Royal Ballet. Originario di Buenaventura, piccolo paese sulla costa pacifica colombiana, Montaño ha scoperto la danza dalla televisione, costruendo la sua carriera al di fuori dei grandi centri internazionali.È stato danzatore e solista del Balletto Nazionale Cubano e del Royal Ballet, primo colombiano a costruire una carriera internazionale.
Sensibile ai temi della salvaguardia ambientale, dal 2020 Fernando Montaño è Ambasciatore della Marine Conservation Society UK, oltre che organizzatore dell’Ocean Voices, una tavola rotonda virtuale sulla salute degli oceani. Ispirandosi al lavoro del regista italo-colombiano Alejandro Buchelli, con il suo nuovo spettacolo "Buena Ventura" Fernando Montaño porta sul palcoscenico le vicende di un gruppo di animali che si trasformano in esseri umani a causa degli effetti di una pozione magica, ribaltando la prospettiva delle Metamorfosi di Ovidio e Kafka, per esplorare il rapporto tra mondo animale, natura e uomo.
È un grande piacere ospitare a "Popular" un artista che nonostante il successo, non ha perso la sua comunicativa e l'immediatezza. Queste le sue impressioni su "Buena Ventura". Un debutto che mi ha molto emozionato quello al Festival dei due Mondi di Spoleto, dice Fernando Montaño, anche perché è avvenuto in luogo che ha avuto una portata storica nei decenni, per la danza nel mondo. Ciò che più mi ha appassionato è l'essermi esibito non solo come danzatore, ma anche aver curato le coreografie di "Buena Ventura".
Lo spettacolo testimonia oltre allo spessore artistico anche un impegno a difesa dell'ambiente....
Si, attraverso la danza mi piace raccontare la storia del rapporto tra gli umani, il mondo animale e l'ambiente, che per me occupa un posto di primo piano, sia dal punto di vista artistico che umano.
Ti senti più a tuo agio nel ruolo di ballerino o in quello di coreografo?
L'attività di coreografo mi dà la possibilità di lavorare su altri corpi, mentre quando danzo sono i coreografi che lavorano allo stesso modo su di me. Il creare una danza amplia ancora di più i miei orizzonti di artista: come ballerino, ma anche come essere umano, perché posso scoprire più cose sugli altri corpi. La danza è come la poesia del movimento, tocca le persone in diverse forme; c'è la possibilità di raccontare delle storie; la danza veicola secondo me un "messaggio", ancora più forte di altre arti.
Sul palco con Fernando Rodriguez Montaño i danzatori della Compagnia Ballet d’Jèrri. La regia è di Alejandro Buchelli con coreografie Fernando Montaño, Pedro Lozano Gomez, Garrett Smith, Sir Frederick Ashton.