Domenica 23 luglio, in piazza della Santissima Annunziata, si tiene l'evento che celebra i 100 anni dalla nascita di una delle più importanti interpreti dell'opera
© Francesco Escalar
Debutta domenica 23 luglio a Firenze in piazza della Santissima Annunziata, nell'ambito del Musart Festival, in prima mondiale, il concerto di gala "Callas 100", evento che celebra il centenario di una delle più importanti interpreti dell'opera. Sull'iniziativa interviene Laura Morante, attrice e regista nota al pubblico a livello internazionale e vincitrice tra i tanti premi anche del David di Donatello, che sarà la voce narrante per tutte le tappe dell'evento.
Cosa l'ha spinta ad accettare la lettura non semplice in un intreccio di storie e vite, con la musica tra passato e presente?
Io amo molto leggere in pubblico e anche ascoltare. Maria Callas è un personaggio straordinario, una delle più grandi cantanti liriche di tutti i tempi, una personalità unica. E poi io amo l’opera, ne sono molto appassionata e questo conta perché ha un suo peso specifico in questo contesto. Ricordo, inoltre, molto bene quando la Callas è morta perché eravamo in scena a Parigi con Carmelo Bene e lui le dedicò lo spettacolo. Un personaggio che in quel momento non si poteva trascurare. Io ero una ragazzina però questo episodio me lo ricordo bene e mi colpì molto quanto Carmelo ci tenesse a dedicarle la nostra pièce.
Inoltre, parlando della Divina, Morante aggiunge: "È doveroso ricordarla. Ci sono stati vari centenari di personalità di questo livello e tutti noi giustamente li ricordiamo. Io ho già fatto ad esempio una lettura su Piazzolla, in 'Memorie', per ricordarlo in occasione del centenario. Ma sono tutti personaggi che hanno avuto un ruolo particolarmente incisivo nel mondo della cultura, dell'arte".
La vita di Maria Callas non è stata poi così semplice, anzi molto tormentata... Attualizzandola ai nostri giorni, dopo ben 100 anni dalla nascita, che ne pensa Laura Morante quale grande interprete del mondo artistico e culturale? Quindi il ruolo della Donna oggi nel teatro e nella cultura in genere?
Credo che sia in un certo modo atemporale, non mi sembra che la Callas sia legata a un'epoca. In lei c’è una doppia pulsione da un lato artista e quindi con un bisogno di esprimersi e dall’altro c’è la donna che non riesce a vivere con serenità la propria vita sentimentale, matrimoniale. Nelle lettere che indirizza al marito sembra quasi una bambina, una donna profondamente vulnerabile che nutre al contempo le sue doti di interprete. Spesso gli artisti sono anche vulnerabili e la sua vita privata non è stata particolarmente semplice, come tutti sappiamo.
Se fosse Maria Callas quale sogno nel cassetto avrebbe oggi e cosa direbbe al suo pubblico?
Non so se esistono sogni nel cassetto, piuttosto so che c’è una lotta quando una persona si trova, non si sa neanche per quali strade, a essere un artista; esiste un dibattimento, una necessità di esprimersi in quanto artista e il desiderio, al contempo, di avere una vita per così dire normale. D’altronde c'è sempre stato questo stato e ci sarà sempre come scriveva Kafka "o scrivere o vivere". Pare sia molto difficile conservare un equilibrio nella propria vita privata quando si è artisti e a maggior ragione, quando si è ai massimi livelli come artista quale la Callas. L'arte richiede una dedizione, uno spirito di sacrificio che spesso è difficilissimo conciliare con il resto. La Callas esprime anche nelle sue lettere questo conflitto, un conflitto perpetuo perché vorrebbe avere una vita normale, appagante in quanto donna. Essere artista così imponente è un dono meraviglioso ma è anche una condanna. Il lavoro dell’artista non è senza sofferenza. Anche a me è successo ad esempio quando tanti anni fa soffrivo di crisi di ansia e durante una esibizione in Spagna venne ad aiutarmi una ragazza, ricordo a Madrid, e lei mi raccontò che nel momento in cui mi stavo addormentando dissi che in realtà non volevo fare l’attrice, volevo stare a preparare le torte per le mie figlie. Tutto questo perché lasciavo spesso la famiglia per lavoro e l’ho detto dormiente ma c’era della verità in queste parole. La Callas non aveva figli però c’era sicuramente una frustrazione in quanto donna e contemporaneamente nell’essere artista, ciò si evince anche leggendo le sue lettere, come ho già detto. C'era un elemento infantile in lei che probabilmente era anche necessario alla sua arte che però la penalizzava nel perseguimento appagante di una vita come donna. Inoltre, ha avuto un dimagrimento notevole e in pochissimo tempo perché voleva essere credibile anche in scena non le bastava avere una voce incredibile.
Grandi registi e personaggi noti nel suo percorso artistico da Bene a Moretti a Muccino, e ancora Verdone, Avati, Castellitto. Chi più ha lasciato un segno nel suo cuore?
Ci sono state varie esperienze importanti nella mia vita. Credo che il set che mi ha più colpita e sedotta sia stato quello con Alain Resnais per il film "Coeurs" perché realizzato tutto in un clima magico.
Cosa consiglia Laura Morante alle giovani interpreti che si affacciano al mondo dello spettacolo e della cultura?
Consiglio un atteggiamento molto concreto, di non attribuire a questo mondo un valore assoluto perché è un mestiere da fare con molta serietà. L'artista deve imparare il mestiere e non pensare alla carriera.
Callas 100 è un evento unico che vede protagonista assoluta la Divina con la messa in scena dei suoi più caratteristici ruoli di cui ha dato un'interpretazione magistrale restandone la massima interprete in tutto il mondo. "Norma" è probabilmente l’opera che ha cantato di più. Fu scelta per la prima della stagione lirica 1955-56 alla Scala di Milano. "La prima del 7 dicembre è senza dubbio la più bella recita completa di tutte le Norme di Callas che esistono su nastro o disco. La Callas era assolutamente all’apice come vocalità e interpretazione. Nell’ultimo atto, durante il canto di "Deh! Non volerli vittime del mio fatale errore", i musicisti della Scala suonarono come se fossero ispirati. "Cantarono" con il loro strumenti, eguagliando l’intensità della recita della Callas in scena", ha scritto Henry Wisneski.
E ancora la sua opera artistica contribuì alla riscoperta internazionale del "belcanto", il repertorio italiano della prima metà dell’Ottocento in particolare Bellini e Donizetti, di cui rinnovò l’opera in chiave tragica e drammatica. Immortali le sue rese di opere oltre che con la Norma e Sonnambula di Bellini, Lucia di Lammermoor di Donizetti, Traviata e Aida di Verdi, Tosca e Turandot di Puccini. Questo viaggio lungo le interpretazioni che la Divina realizzò nella sua carriera, sono il percorso che Callas 100 vuole dedicare alla grande Artista anche come Donna.
Il programma infatti attinge al repertorio che ha consacrato Maria Callas nell'olimpo del mito. Durante il Gala concerto, si potranno ascoltare, tra gli altri Ouverture Norma, Casta Diva (Norma), Duetto Suzuki-Butterfly, E lucevan le stelle, Duetto Tosca - Cavaradossi I atto, Vissi d'arte, Ouverture Vespri Siciliani, Merce dilette amiche (Vespri Siciliani), D'amor su l'ali rosee (Trovatore), Condotta ella era in ceppi (Trovatore), O soave fanciulla duetto (Boheme), Preludio III atto (Traviata).