Il pianista, compositore e teologo gradito ospite nella rubrica
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Sono pochi i musicisti che in una carriera ultra cinquantennale, hanno dimostrato la poliedricità di Gaetano Liguori: pianista e compositore jazz, sempre ai vertici del nostro panorama musicale, docente al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e grande viaggiatore e Teologo. Di recente pubblicazione è il suo nuovo libro: "Silenzio grembo del mistero. L'esperienza e l'insegnamento di Padre Antonio Gentili" (ed.Scarabocchio), di cui l'autore ci parla come gradito ospite a "Jazz Meeting".
L'elaborato, figlio del percorso di studi in Teologia intrapresi dal compositore, è una raccolta degli insegnamenti di padre Antonio Gentili, religioso barnabita.
Un'esperienza "sul campo" che ha portato Liguori a far propri i messaggi divulgati da padre Gentili: le quattro dimensioni dell'essere umano, l'oltre, la polarità e la preghiera.
"Essendo il mio un libro su Padre Antonio Gentili, un Barnabita che seguo ormai da molti anni, tenevo molto alla sua pubblicazione", dice Gaetano Liguori.
"In sostanza è il testo della mia tesi in Teologia. Con "Silenzio grembo del mistero. L'esperienza e l'insegnamento di Padre Antonio Gentili” voglio portare al pubblico la mia esperienza di appassionato di spiritualità. È un racconto del mio percorso spirituale con padre Antonio, un teologo di grande spessore; tra i primi negli anni '80 ad utilizzare tecniche della spiritualità come la meditazione, il silenzio e il digiuno, che sono proprie delle dottrine orientali, ma anche dei primi cristiani che si ritiravano nel deserto a meditare".
Come è nato il libro?
Un editore di Bolzano titolare della casa editrice "Scarabocchio", che stava facendo dei libri su jazzisti come Guido Mazzon e Daniele Cavallanti, voleva realizzarne uno su di me.
Io gli ho proposto di pubblicare questo libro, lui ha accettato con entusiasmo.
Come musicista ma anche come teologo, il tuo percorso è sempre in continua evoluzione
Si ed in particolare a settembre vorrei presentare per la laurea magistrale una tesi sulla spiritualità del jazz, argomento che unisce due tra i miei principali interessi.
Vorrei parlare in particolare della spiritualità nella musica di personaggi come John Coltrane o Archie Shepp, che ho sempre ammirato.
Anche in tempi recenti ho apprezzato progetti come quelli di Jan Garbarek con la Hilliard Ensemble, che hanno girato il mondo, riscuotendo un successo planetario.
Esistono pochi testi su questo argomento, sarà una sfida difficile, ma sono pronto ad affrontarla.
Hai molti interessi che solo apparentemente, possono sembrare distanti tra loro
Certamente, i miei interessi si compenetrano, spesso completandosi tra loro.
Quelli che realizzerò in varie location per parlare di: "Silenzio grembo del mistero. L'esperienza e l'insegnamento di Padre Antonio Gentili” non saranno concerti, ma la presentazione di un libro.
Proporrò alcuni brani solo alla fine di ogni evento.
Cosa accadrà sul fronte musicale?
Pubblicherò il live registrato a Radio Popolare da Marcello Lorrai, in occasione del cinquantennale del primo concerto dell’Idea Trio al Jazz Power di Milano il 23 aprile del 1973.
Il concerto era parte di un festival, al quale fummo invitati dal grande giornalista e critico musicale Franco Fayenz.
Il disco si intitolerà “Underground”.
Cinquanta anni dopo io Ciccio e Filippo, siamo sempre gli stessi.
Inoltre sarà presto ripubblicata in vinile: “La Cantata Rossa per Tel El Zatar”, che insieme a me vedeva mio padre Pasquale alla batteria, Roberto del Piano al basso, Demetrio Stratos: voce recitante, con i testi di Giulio Stocchi.
Album pubblicato per la prima volta nel ’77, i cui testi, oltre alla musica, sono sempre attualissimi.