TELEBESTIARIO di Francesco Specchia
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Qualcuno, ora, dovrebbe prendere delicatamente – come fanno le badanti con quei vecchietti amabili che non vogliono fare il riposino - per un braccio Giancarlo Leone direttore di Raiuno; coccolarlo un po'; staccarlo da Twitter; e sussurrargli: "Gianka, dì la verità, tu non c'eri, eri su PeriScope, e a guardia del tuo palinsesto hai messo l'usciere. Ok, una cazzatella ci sta, ora, però, basta...".
Ma dovremmo fermare Gianka prima che lunedì vada ancora in onda "I Duellanti" (Raiuno, ore 23.20, dal titolo dell'omonimo capolavoro di Ridley Scott col quale nulla ha a che vedere): una delle più brutali aggressioni al buon gusto e al buon senso che la televisione pubblica ricordi. Davvero io non capisco. Sono anni che ci struggiamo per eliminare risse e violenze verbali in video – col Moige e l'Osservatorio dei minori che s'innalzano come templari, con la direzione generale di viale Mazzini che rampogna, coi politici che latrano - e Raiuno che fa? Rende la rissa il fil rouge di un programma, addirittura l'innalza a cifra stilistica. Uno cerca di dimenticare quel momento di bassissima tv che fu lo scontro da pollaio tra Aldo Busi e Alba Parietti nel 2012 (che ebbe verso lo scrittore un'uscita progressista: "Strano mi avevano detto che avrei avuto un ospite maschio", segue reazione feroce di Busi); ed ecco che invece Massimo Giletti, con inutile spietatezza te lo ripropone. Con Busi che non solo non si pente ma dice: "Ho detto solo metà di quello che si meritava", e la Parietti che gli dal dittatore autoincesandosi, dopo, su Facebook. Idem con la rissa successiva. Uno vuole cancellare lo scontro tra Vladimir Luxuria, che si sbranò in diretta con Alessandra Mussolini che coniò il famoso slogan "Meglio fascista che frocio"; e Giletti ecco che te lo scongela col microonde.
Il bello è che questo tentativo di "pacificare la tv attraverso le risse" si serve anche di spezzoni storici di Renzo Arbore, incolpevole, il quale a "Speciale per voi" faceva scontrare grandi artisti col pubblico di giovani fricchettoni e arrogantelli. Ma è la foglia di fico per titillare, ancora una volta, il lato oscuro dello spettatore. La qual cosa, in termini d'ascolto funziona (15% di share, pur se col traino di Montalbano), meno se parliamo di servizio pubblico. E la professionalità riconosciuta di Giletti non attenua questo strabiliante spreco di denaro e d'energie, anzi l'aggrava. Gianka, fidati, richiama l'usciere...