TELEBESTIARIO

Il bagno di umiltà nel letame di Chef Rubio

TELEBESTIARIO di Francesco Specchia

15 Mag 2017 - 13:47
 © tgcom24

© tgcom24

Gabriele Rubini in arte Chez Rubio è il Thomas Milian del docureality d’Italia, er Monnezza dei palinsesti più profondi. Possiede autoironia, tempi televisivi e tatuaggi in quantità industriali; e sin dai tempi di Unti e bisunti (il programma sul cibo di strada) è stata la vera novità di una tv riempita di cuochi e fornelli all'imbarazzo. Poi ha dilatato a dismisura il suo personaggio pop da vigoroso fijo de 'na mignotta, e si è messo alla prova in campi inimmaginabili.

«Campi» nel senso letterale del termine. Dato che, nel suo nuovo format "È uno sporco lavoro" (Dmax, lunedì , prime time), Rubio e i suoi tatuaggi si trovano proiettati nelle distese dei pascoli dell’entroterra sardo, a casa del pastore Mimmo. Il quale, costringendolo ad indossare una terribile pelle di montone, lo spinge a lavori d’una durezza epica. Dopo aver messo messo le mani nel latte per cagliare la ricotta («Che bello sembra quando squarti uno e je metti le mani dentro»), Rubio raschia le stalle, passa momenti tormentati nella sala «affumicatrice» dei formaggi, vigila sugli ovini, munge le vacche, ascolta i canti notturni dei pastori erranti come se si trovasse in una pagina dell’Odissea.

Prima ancora, lo chef, spinto da una sfida con gli amici del baretto e da una filosofia spicciola adatta alla trama («ogni momento tirato a lucido della giornata dipende da un momento lurido della vita di qualcun’altro») si era presentato al porto di Cagliari. Dove l’aveva accolto «Gesuino il re del porto» , un pescatore di ricci che l’aveva introdotto nella difficile arte di scaricare macchine movimento terra assieme a 25 milioni di tonnnellate di fluorina da una nava messicana, qualunque cosa sia la fluorina. Una pausa pranzo possente però, non basta a Rubio per non pensare di essersi infilato - con tutto il rispetto - in una sarabanda di lavori di merda. Ma questa è la sceneggiatura: sporcarsi le mani nei lavori umili per lavarsi l’anima ed ascendere al regno dei cieli dell’ascolto.

Ignoro se l’esperimento possa funzionare. Lo chef, forse entrato troppo nel personaggio, gigioneggia e talora perde per strada il racconto del mestiere che interpreta. Il bagno d’umiltà nel letame della vacca non dà risultati immediati. Ma Rubio resta un carattere interessantissimo...

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri