Ospite a “Jazz Meeting” l'estroso artista e musicista
di Giancarlo Bastianelli© Ufficio stampa
L’attenzione degli appassionati del jazz è puntata, ora più che mai, sul Blue Note di Milano, con il concerto di mercoledì 2 febbraio alle 20,30. Sul palco del prestigioso locale milanese, che fu il primo Blue Note ad aprire in Europa, di scena il quintetto formato dal leggendario contrabbassista e compositore Giovanni Tommaso, dal batterista Massimo Manzi, dal chitarrista Walter Donatiello, dal trombettista Flavio Boltro, che fu nel quintetto del compianto Michel Petrucciani e dal talentuoso Mattia Cigalini, tra i sassofonisti più interessanti delle nuove generazioni.
Quello del quintetto è un ritorno al “Blue Note” dopo lo straordinario successo con relativo “sold out”, riportato poco prima della chiusura del locale a causa dello stop dovuto al Covid.
Con Walter Donatiello estroso chitarrista del quintetto, nostro ospite a “jazz meeting”, abbiamo “tastato il polso” sulle sensazioni prima del grande ritorno al Blue Note…
"Sicuramente siamo euforici", dice Walter: "E' un piacere lavorare con musicisti di così grande livello. Il progetto è nato attorno a Giovanni Tommaso, autore del maggior parte dei brani, anche se ognuno di noi ha dato il suo apporto compositivo. All'esecuzione di nostri pezzi nel corso della serata, alterneremo standard del jazz.
Cosa ha rappresentato per te e gli altri musicisti suonare con Giovanni?
E’ stato certamente importante, dal momento che non è solo un grande musicista, ma anche un ottimo talent scout.
Con Massimo Manzi alla batteria, costituisce una sezione ritmica solidissima e di grande livello.
Tutti noi, pur in momenti diversi, abbiamo lavorato con lui e gli dobbiamo molto dal punto di vista professionale.
Dopo aver suonato con alcuni dei più grandi jazzisti della scena italiana ed internazionale, Giovanni diede vita al Perigeo.
Come potresti definire dal punto di vista musicale il vostro progetto?
Il quintetto è essenzialmente un connubio tra jazz classico e moderno, non amiamo “specchiarci” in noi stessi, ma vogliamo sempre ampliare i nostri orizzonti.
Credo che oggi si debba suonare il jazz con suoni e approcci melodici moderni.
Un percorso che ho fatto anche io in questi anni, cercando di portare nel jazz il mio modo di suonare, con una linea personale che vuole essere originale ed in continuo mutamento.
Il Blue Note è sempre una location di grande suggestione...
Si, direi che è il "tempio" del jazz, noi auspichiamo di avere il successo già conseguito nel precedente concerto, dal momento che già essere al Bue Note è la conferma del lavoro che in questi anni abbiamo portato avanti, puntando decisamente sulla strada della qualità.