A Tgcom24 la consulenza del dottor Graziano Barera, primario di neonatologia e pediatria dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e specialista in gastroenterologia pediatrica
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In Italia l’1% della popolazione soffre di celiachia, cioè un’intolleranza permanente al glutine, definita da criteri diagnostici rigorosi, che la differenziano da altre forme di cattiva tolleranza, come l’allergia al glutine e al grano e come l’intolleranza al glutine non celiaca e non allergica. Tipicamente insorge in età pediatrica, ma può comparire anche più tardi, e interessa maggiormente il genere femminile. Il dottor Graziano Barera, primario di neonatologia e pediatria dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e specialista in gastroenterologia pediatrica, spiega: “La celiachia ha un meccanismo di scatenamento autoimmune, che comporta un danno all’intestino che può essere interrotto sospendendo l’assunzione di glutine”.
La celiachia è una condizione cronica, che porta a malnutrizione e quindi interferisce sul peso e sulla crescita dei bambini, mal assorbimento selettivo di alcuni minerali e vitamine che possono determinare condizioni di malattia, pertanto va diagnosticata in modo rigoroso: “Quando comunichiamo una diagnosi di celiachia alle famiglie, diamo un messaggio di non reversibilità anche in termini di comportamento alimentare proprio perché l’unica cura è la sospensione del glutine. Una volta sospeso c’è il pieno recupero delle funzioni intestinali e metaboliche” spiega il primario.
Poiché il meccanismo autoimmune che scatena questa condizione può favorire l’autoimmunità in altri distretti corporei, anche da adulte, le persone celiache, dovranno prestare attenzione alla loro salute, monitorando gli altri organi che possono essere più soggetti a forme di autoimmunità.
Come si manifesta - Sono sostanzialmente due le modalità con cui si manifesta la celiachia nei bambini: Celiachia con manifestazioni gastrointestinali che comporta scarsa crescita, addome disteso, diarrea, vomito, sintomi diversamente combinati tra loro con bambini che presentano parabole di crescite discendenti in termini di aspetto nutrizionale e peso. Celiachia atipica con manifestazioni assenti o riconducibili ad altri organi diversi dall’intestino con bambini che presentano: scarsa crescita, anemia da ferro o acido folico non giustificata e non responsiva alla terapia con ferro. Aggiunge il dottor Barera: “Un' ulteriore possibilità sono le manifestazioni autoimmuni di altri distretti che, sapendo che possono essere associati alla celiachia, vanno esaminati: ad esempio nei bambini con diabete tipo 1 è buona norma procedere col dosaggio degli anticorpi; così vale per i soggetti con la tiroidite o l’alopecia areata e i bambini con altre condizioni specifiche, come la sindrome di Down o di Turner.
La diagnosi - La diagnosi di celiachia va eseguita con rigore seguendo protocolli internazionali attraverso esami del sangue specifici ed eventualmente mediante gastroscopia con prelievi bioptici quando necessario. Il dosaggio degli anticorpi antitransglutaminasi, che sono autoanticorpi specifici per la celiachia, quando evidenziati con un elevato valore, rappresenta l’esame del sangue più indicato da eseguire per il sospetto di diagnosi di malattia celiaca. Questo screening va sempre associato con la determinazione delle immunoglubuline IGA totali per un meccanismo di controllo e affidabilità “Nella popolazione pediatrica se questi anticorpi sono negativi non procediamo con ulteriori esami, perché nei bambini è altamente improbabile una celiachia se questi valori sono negativi” spiega il dottore Barera. Viceversa, una volta trovata la positività per gli anticorpi, occorre perfezionare la diagnosi in accordo con il valore del titolo anticorpale: Se il valore di anticorpi antitransglutaminasi è > di 10 volte il limite superiore di riferimento, è sufficiente una conferma mediante un secondo test per la determinazione degli anticorpi antiendomisio e per la tipizzazione HLA volta alla ricerca di aplotipi predisponenti (HLA DQ 2/ DQ8):
In presenza di valori antitransglutaminasi non sufficientemente elevati (˂ dieci volte l’indice di riferimento) è necessaria l’esecuzione di una gastroscopia per eseguire biopsie plurime a livello duodenale e consentire, in sede di analisi anatomo patologica, la ricerca delle caratteristiche alterazioni che consentono di fare la diagnosi. “Questi due modalità di diagnosi garantiscono una estrema rigorosità, sostanzialmente pari al 100% e devono essere necessariamente percorsi prima di iniziare una dieta senza glutine” conclude l’esperto che puntualizza “sebbene a un genitore possano sembrare complicati e fastidiosi, questi esami sono di solito ben tollerati ed accettati dai bambini”.
La dieta priva di glutine - La dieta priva di glutine va iniziata solo a seguito della conferma diagnostica, perché eliminare il glutine dall’alimentazione del bambino porta alla caduta sino alla negativizzazione degli esami e alla risoluzione dei sintomi, compromettendo una successiva diagnosi di certezza. Spiega l’esperto: “Qualora un bambino inizi una dieta priva di glutine senza aver completato l’iter diagnostico sarà costretto, a un certo punto della sua vita, a riconsiderare il percorso della diagnosi che dovrà prevedere la reintroduzione del glutine. La possibile diagnosi non certa che comporti lunghi periodi di dieta priva di glutine, seguiti da liberalizzazione della dieta a fini di diagnosi, poi ancora la ripresa di una dieta rigorosa priva di glutine una volta confermata la diagnosi, rappresentano per lo sviluppo psicologico e comportamentale in questa età evolutiva un possibile elemento di criticità. E questi spesso conduce il / la giovane ad una minore accettazione delle eventuali e successive indicazioni dietetiche, anche se ritenute necessarie“. Oltre al pediatra è utile che la famiglia sia supportata da una/un dietista che può aiutare nella realizzazione di un piano alimentare adeguato. Occorre infatti evitare in modo rigoroso che il glutine arrivi nel piatto del celiaco, per non vanificare gli sforzi. Normalmente, nei soggetti che seguono una dieta rigorosa priva di glutine, ci attendiamo che gli anticorpi anti transglutaminasi si negativizzino.