A Tgcom24 la consulenza del dottor Matteo Vitali, ortopedico IRCCS Ospedale San Raffaele
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Un numero crescente di campi in città, racchette colorate nelle vetrine dei negozi sportivi e numerose chat tra amici per formare le squadre: ormai il padel è diventato il gioco e lo sport del momento ed è – insieme al tennis – tra gli sport detti “overhead”, ovvero dove vi è una maggior sollecitazione dell’articolazione del braccio sopra la spalla. In alcuni casi si possono sviluppare vere e proprie tendinopatie della cuffia dei rotatori.
Dottore, come mai questo sport può portare ad avere dolore alla spalla ?
"Ultimamente ho diversi pazienti che vengono a trovarmi riferendomi dolori alle spalle dopo aver giocato a padel. Questo perché, come il tennis e tutti gli sport che richiedono sollecitazioni ripetute degli arti superiori e spesso con arco di movimento sopra il capo, anche il padel può creare problemi acuti o cronici ai tendini della spalla che prendono il nome cuffia dei rotatori. Oltretutto capita che oltre alla sollecitazione la situazione possa peggiorare per la scarsa preparazione atletica".
Cosa succede alla spalla?
"La cuffia dei rotatori è formata da quattro tendini che permettono il movimento della spalla sui vari piani dello spazio. I tendini che formano la cuffia sono: sottoscapolare, sovraspinato, sottospinato e piccolo rotondo. Quando uno di questi tendini viene sollecitato ripetutamente, compaiono sintomi dolorosi e limitazioni alla funzionalità dell’articolazione determinati da degenerazione, infiammazione, formazioni calcifiche o lesioni degli stessi tendini. Spesso non associato a particolari traumi diretti".
Il disturbo può colpire solo gli sportivi? Quali sono le cause?
"No, non solo gli sportivi. E abbiamo visto che in generale è un disturbo che interessa in particolare le donne, con un rapporto 2:1, soprattutto tra i 40-65 anni. Più frequentemente il tendine della spalla destra, mentre è bilaterale nel 20% dei casi. Tra le cause sicuramente troviamo il sovraccarico funzionale, quindi coloro che per lavoro fanno movimenti ripetitivi che provocano microtraumi (parrucchieri/e, cassieri/e, imbianchini/e, operai/e, casalinghe/i), poi vi sono le alterazioni anatomiche (caratteristiche dell’acromion, ovvero la parte della scapola che costituisce la parte superiore della spalla e permette il collegamento con la clavicola)". "Poi vi può essere anche una certa predisposizione genetica alle degenerazioni tendinee (alterazioni enzimatica delle metalloproteasi), oppure malattie metaboliche che possono provocare il disturbo (per esempio il diabete, le tiroiditi, le patologie autoimmuni etc...) e le ipotrofie muscolari. Il fumo può avere un ruolo peggiorativo sulla degenerazione tendine. Come detto prima, anche alcune attività sportive, in cui la spalla è particolarmente sollecitata con movimenti anche sopra il capo, come il padel, il tennis, il nuoto, la pallavolo, la pallanuoto, possono portare all’infiammazione cronica delle strutture tendinee; inoltre, tra le cause più rare, ma da non dimenticare, vi sono i traumi diretti (incidenti e cadute) che possono provocare la rottura della cuffia dei rotatori".
Come si identifica il problema e si effettua una corretta diagnosi?
"Il primo sintomo è sicuramente il dolore che può manifestarsi al movimento, in particolare quando si alza e ruota l’arto superiore, tipico delle tendinopatie degenerative; oppure anche riposo, solitamente durante la notte. Un altro sintomo che accomuna i diversi tipi di tendinopatia è la limitazione funzionale della spalla. La diagnosi si effettua attraverso esami diagnostici: una radiografia alla spalla a volte è sufficiente per identificare il problema se si tratta di calcificazioni, altrimenti lo specialista, dopo la visita, prescriverà una ecografia o ancor più specifica, la risonanza magnetica".
Quali sono i trattamenti e quando è consigliato l’intervento chirurgico?
"Solitamente, in base alla diagnosi, la maggior parte delle volte si può iniziare le cure con un approccio di tipo conservativo: posizionando ghiaccio sulla parte interessata, assumendo analgesici o antiinfiammatori e/o integratori. A volte si possono consigliare le onde d’urto e fisioterapia per rinforzare i muscoli e ridurre la rigidità. Lo step successivo sono terapie con infiltrazioni a base di acido ialuronico o nei casi di dolore acuto e in pazienti selezionati con del cortisone. Esiste poi il trattamento a base di PRP, plasma ricco di piastrine, un prodotto di derivazione ematica, caratterizzato dalla forte concentrazione di fattori di crescita in grado di stimolare e facilitare la rigenerazione tissutale e ridurre in processo infiammatorio. Tra i trattamenti conservativi maggiormente utilizzati abbiamo anche l’innesto di cellule mesenchimali: tale procedura sfrutta infatti la capacità di alcune cellule che, prelevate in anestesia locale dal midollo o dal tessuto adiposo, possono essere trattate con macchinari dedicati e subito iniettate nella spalla al fine di migliorare la sintomatologia dolorosa e stimolare il tessuto degenerato a proliferare".
"Se i trattamenti di tipo conservativo non risultano efficaci o dalla prima valutazione si evince la gravità della tendinopatia, si procede con l’intervento chirurgico minivasivo che consiste, nella maggior parte dei casi, in una procedura chirurgica di pulizia della spalla in artroscopia. Mediante l’utilizzo di una piccola telecamera, attraverso dei piccoli fori nella cute, si riesce a vedere e pulire il processo infiammatorio della spalla e, laddove ci siano patologie di lesione tendinea, nello stesso tempo trattarle".
"La procedura si esegue in anestesia loco regionale e il tendine più frequentemente coinvolto è il sovraspinoso, nel 82% dei casi, seguito in successione, da sottospinoso, piccolo rotondo e sottoscapolare. Un recupero completo delle comuni attività quotidiane e sportive si raggiunge in circa 3 mesi mediante anche un programma specifico di fisioterapia".
È possibile fare prevenzione per non incorrere in queste dolorose tendiniti?
"Sì, è possibile fare degli esercizi mirati per migliorare e rinforzare l’elasticità dei tendini della cuffia e la muscolatura con degli elastici dedicati: si possono anche assumere integratori specifici a base di collagene idrolizzato tipo I per migliorare la qualità e elasticità dei tendini. Infine è giusto ricordare sempre, quando ci approcciamo a uno sport, di iniziare l’attività con un corretto e specifico riscaldamento delle strutture articolari e muscolo tendinee ed eseguire un idoneo stretching post attività fisica. Inoltre, quando possibile, ridurre i carichi di lavoro eccessivi e ripetitivi con gli arti sopra il capo".