A Tgcom24 la consulenza di Fabrizio Ciralli, responsabile di Neonatologia e Pediatria di Humanitas San Pio X.
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Una delle preoccupazioni dei genitori è che i propri figli crescano bene. Per valutare e monitorare la normale crescita è importante che il rapporto altezza-peso-circonferenza cranica rispetti alcuni valori considerati nella norma dal punto di vista statistico, chiamati percentili. I valori dei percentili di crescita variano in base all’età e al sesso e consentono il monitoraggio della crescita dei bambini/ragazzi da 0 a 18 anni di età, in tutto il mondo. Ma cosa ci dicono i percentili di crescita? Ne abbiamo parlato con il dottor Fabrizio Ciralli, responsabile di Neonatologia e Pediatria di Humanitas San Pio X.
Cosa ci dicono i percentili sulla crescita dei bambini/ragazzi?
“I valori normali vengono inseriti all'interno di una tabella che classifica, su un modello statistico, i bambini e ragazzi su un range compreso tra 3° e 97° percentile. Essere classificato come 97° percentile, ad esempio, vuol dire che solo il 3% dei coetanei è più grande e lungo/alto, e viceversa per le percentuali più basse. Si tratta di parametri standard di crescita definiti fin dal 1970 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, e rivisti nel 1993, che servono al pediatra come punti di riferimento, ovvero range statistici, per valutare la normale crescita in peso, statura, e sviluppo della circonferenza cranica (generalmente valutata fino ai due anni di vita) e di identificare i bambini e/o ragazzi che nel corso degli anni possono presentare un’anomalia della velocità di crescita in difetto (rallentamento o arresto) o in eccesso”.
Quando si usano le tabelle per il calcolo dei percentili di crescita?
“I percentili sono tabelle indispensabili ad ogni controllo clinico ambulatoriale per monitorare il trend di crescita in un grafico che può presentare variazioni, rallentamenti o scatti di crescita normali soprattutto nei primi mesi di vita o dopo la pubertà - sottolinea l’esperto -. Lo scatto di crescita, ovvero una crescita superiore al trend di sviluppo del bimbo, non è importante, non è necessario e non tutti i bambini ce l’hanno. Se capita, potrebbe avvenire tra le 2-3 settimane di vita, oppure a 3 o 6 mesi di vita. I dati di crescita del bambino inseriti all’interno del range di normalità dei percentili, sono anche un indice statistico che dipende anche, ma non solo, dal target genetico familiare. Significa che ci saranno bimbi e adolescenti più grandi o più piccoli, a seconda delle caratteristiche staturo-ponderali della famiglia di origine”.
Cosa si fa se il bambino o adolescente non rientra nel percentile?
“Se uno scatto di crescita non è importante, un rallentamento o un arresto della curva di crescita non devono suscitare preoccupazioni, ma non vanno sottovalutate. Nei primi due anni di vita, per esempio, una riduzione del percentile di crescita di un bimbo allattato al seno non deve spaventare ma è importante rivolgersi al pediatra per valutare la causa, ad esempio una riduzione della produzione di latte materno, intolleranze alimentari precoci durante lo svezzamento, o altre cause anche transitorie. Invece, un’alterazione della velocità di crescita nel bambino o nell’adolescente può dipendere da non corrette abitudini alimentari, da intolleranze alimentari tardive, dall’età di
insorgenza dello sviluppo puberale oppure dall’insorgenza di patologie specifiche. In tal caso il pediatra indirizzerà il bambino/ragazzo verso un percorso di diagnosi per l’approfondimento delle cause e, se necessario, di correzione dell’alimentazione e di supporto terapeutico