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Padel, il medico consiglia … come prevenire gli infortuni

A Tgcom24 il dottor Mauro Modesti, chirurgo ortopedico e specialista di chirurgia della mano di Humanitas Mater Domini di Castellanza(VA)

04 Ago 2022 - 15:58
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Il padel è uno sport molto amato e diffuso a livello globale. Come in tutte le altre discipline sportive, praticandolo possiamo andare in contro a degli infortuni. Vediamo quali possono essere, come prevenirli e come comportarsi in caso di infortunio. 

Nasce negli anni ’70 in Messico per poi diventare molto celebre in Spagna. Solo negli ultimi anni, però, è diventato uno degli sport più praticati al mondo. È il padel, l’attività sportiva molto simile al tennis, anche per gli infortuni. A quali traumi possono andare in contro gli amanti di questo sport? Ne parliamo con il dottor Mauro Modesti, ortopedico e specialista di chirurgia della mano dell’ospedale Humanitas Mater Domini di Castellanza e dei centri medici Humanitas Medical Care.

“Racchetta, polsino e pallina. Un dritto, un rovescio e quindi una volée. Può capitare, poi, di iniziare ad avvertire un lieve dolore al gomito che, peggiorando, rende difficoltoso ruotare l’avambraccio e può portare ad una progressiva riduzione della forza. Sono i chiari sintomi dell’epicondilite, uno dei disturbi più diffusi per chi pratica frequentemente questo sport. Questa patologia, meglio conosciuta come ‘gomito del tennista’, è causata dall’infiammazione dei tendini epicondiloidei, quei robusti tendini che hanno origine dalla porzione laterale del gomito e consentono l’estensione del polso e delle dita. Questo disturbo è frequente nelle persone che per sport o lavoro sottopongono il polso e il gomito a movimenti ripetuti e sforzi eccessivi”.

Non solo “gomito del tennista”, giusto?

“Esattamente. Anche se in un numero minore di casi, gli amanti del padel possono soffrire di altre tendinopatie, come ad esempio l’epitrocleite. I tendini epitrocleari originano dalla porzione mediale del gomito e consentono la flessione del polso. Anche in questo caso, il disturbo inizia con un dolore al gomito che può progressivamente aumentare fino ad impedire il gesto sportivo.Se questo disturbo causa dolore nella parte mediale dell’arto, un’altra patologia, la tendinite del flessore e dell’estensore ulnare del carpo, può interessare la parte laterale (epicondilo).Anche in questo caso, ad infiammarsi sono i tendini che consentono la flessione e l’estensione del polso, ossia tendini, molto utilizzati nel padel, che possono andare incontro ad una patologia da sovraccarico caratterizzata da dolore ed impotenza funzionale”.

Questi infortuni si possono prevenire?

"Sì, è possibile prevenire questo tipo di infortuni. Innanzitutto, è fondamentale utilizzare una racchetta adeguata alla propria preparazione atletica e alle proprie caratteristiche. In particolar modo, bisogna tener d’occhio il diametro e il tipo di impugnatura. Bisogna poi arrivare preparati alla partita o all’allenamento. Per questo è fondamentale eseguire con costanza sia esercizi di stretching per rendere più elastici i tendini sottoposti al carico sia esercizi per rinforzare la muscolatura dell’avambraccio. A supporto degli sportivi, ci sono esercizi che possono essere eseguiti come riscaldamento prima di ogni partita. Uno degli esercizi che maggiormente consiglio ai miei pazienti è molto semplice: basta impugnare una pallina da tennis e stringerla con forza 10-15 volte per 3 serie, prima con un braccio poi con l’altro. Questo permette di riscaldare con gradualità i tendini. Un altro esercizio che raccomando consiste nell’utilizzare un peso di 1 o 2 kg da tenere impugnato mentre, in piedi e con l'avambraccio parallelo al terreno, si ruota la mano in senso orario: prima con il palmo rivolto verso l’alto, poi verso il basso".

Nel caso si avvertissero già dolori, cosa fare?

"A chi ha già iniziato ad avvertire i primi campanelli d’allarme, consiglio per prima cosa di rivolgersi a un ortopedico specializzato in patologie della mano, per valutare con maggior precisione l’entità del danno e la salute dell’arto. Sulla base della gravità del problema, lo specialista può indicare diversi tipi di trattamento: da quello conservativo, che si avvale della combinazione di tutori e di terapie fisiche (ad esempio, le onde d’urto che permettono di agire in profondità sui tessuti) fino a quelli di tipo infiltrativo. Oggi la nuova frontiera della medicina rigenerativa sono le infiltrazioni di cellule mesenchimali, ossia cellule “base” (progenitrici) del nostro corpo. Non avendo ancora una differenziazione, infatti, queste hanno la capacità di svilupparsi a seconda del tessuto lesionato con cui entrano in contatto e di trasformarsi in cellule di vario tipo, tra cui quelle del tessuto tendineo. Nel caso questi trattamenti non avessero successo, può essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico".

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