A Tgcom24 la consulenza di Antonio Palagiano, docente di Ginecologia ed esperto nel campo dell’infertilità
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L’endometriosi è una malattia invalidante caratterizzata da dolore pelvico cronico, mestruazioni dolorose (dismenorrea), rapporti sessuali dolorosi (dispareunia) e, nel 30-40 % dei casi, dalla riduzione del potenziale fertile. Ovviamente l’entità di tali sintomi è strettamente dipendente dal grado di diffusione della malattia.
Qual è il grado di diffusione in Italia?
"Si calcola che in Italia siano affette da endometriosi almeno tre milioni di donne e, secondo i dati del Registro Italiano PMA, la malattia rappresenta il 7% delle cause di sterilità"
A che cosa è dovuta l’endometriosi?
"La malattia é dovuta alla presenza di cellule della mucosa uterina o endometrio al di fuori della loro sede naturale. Può colpire il peritoneo, le tube, le ovaie, l’intestino, il sottocute, il diaframma, la vescica, il rene, l’uretere e perfino i polmoni, seppur più raramente. E poiché queste cellule endometriali, anche fuori dal loro habitat, subiscono le medesime modificazioni, dovute agli ormoni del ciclo mestruale, l’accumulo nei tessuti di sangue simil-mestruale, che non può essere espulso, produce un’infiammazione locale, con formazioni di cisti a contenuto scuro, dette, appunto, cisti cioccolato (endometriomi) e aderenze".
Perché l’endometriosi causa sterilità?
"Per molteplici ragioni: le retrazioni cicatriziali dei tessuti e le aderenze possono alterare l’anatomia degli organi pelvici o i rapporti tra questi, determinando, spesso, la chiusura delle tube (impervietà tubarica); ma anche altri fattori endocrino-immunologici possono rivestire un ruolo cruciale nel determinismo della sterilità. Tuttavia, non tutti i meccanismi sono ancora noti".
Qual è la terapia di elezione?
"Dobbiamo distinguere a quale terapia facciamo riferimento, poiché una cosa è trattare una donna che ha già completato la sua programmazione familiare ed una cosa è l’approccio terapeutico ad una donna con desiderio di prole. Inoltre, esistono diverse forme della malattia: nell’endometriosi sottile piccoli focolai di endometrio “normale” sono impiantati sul peritoneo; nell’endometriosi tipica le lesioni brunastre hanno un diametro maggiore (0.5 - 4 cm.); mentre l’endometriosi cistica dell’ovaio e l’endometriosi profonda sono due malattie addirittura diverse".
Qual è la terapia più appropriata nelle donne che desiderano avere un figlio?
"Innanzitutto, è indispensabile diagnosticare tempestivamente la malattia, cosa che in molti casi non avviene e che comporta la progressione della malattia stessa. Il ritardo diagnostico è legato alla eterogeneità dei sintomi e al fatto che in molte donne il ciclo mestruale è di per sé doloroso. "L’opzione chirurgica è ancora oggetto di discussione, in quanto non rappresenta un trattamento risolutivo, dando risultati molto modesti. La terapia medica, poi, non è in grado di far regredire la malattia, ma al massimo è in grado di bloccarne l’evoluzione".
Quindi?
"Quindi, la terapia non è uguale per tutte le donne e dipende dal grado di evoluzione della malattia: nelle forme non gravi e cioè nell’endometriosi peritoneale lieve, dopo aver atteso abbastanza e soprattutto in funzione dell’età, è possibile ricorrere direttamente alla fecondazione in vitro (FIV), che dà risultati sovrapponibili a quelli ottenuti in presenza di altre cause di sterilità. Negli stadi più avanzati, invece, i risultati sono meno incoraggianti, ed un trattamento chirurgico preliminare andrebbe preso in considerazione. Ma attenzione, l’asportazione chirurgica di un endometrioma, anche se eseguita per via laparoscopica, potrebbe ridurre la riserva ovarica, con immaginabili conseguenze sui tassi di gravidanza. In conclusione, la chirurgia laparoscopica è indicata per l’asportazione di cisti ed aderenze, attenua i sintomi dolorifici, ma raramente consente un concepimento spontaneo. La FIV associata alla crio-conservazione di ovociti o embrioni resta il trattamento d’elezione per le donne che desiderano un bambino".