A Tgcom24 la consulenza del dottor Santo Raffaele Mercuri, primario dell’Unità di Dermatologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano
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La medicina rigenerativa è un campo innovativo della medicina. Nel tempo l’interesse verso questa disciplina è cresciuto molto perché, grazie al suo approccio multidisciplinare, promette di trasformare radicalmente il trattamento di diverse malattie e lesioni offrendo soluzioni terapeutiche innovative e poco invasive. Ne abbiamo parlato con il professore Santo Raffaele Mercuri, responsabile dell’Unità di Dermatologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.
Cos’è la medicina rigenerativa?
La medicina rigenerativa è un campo innovativo della medicina che si concentra sulla riparazione, la sostituzione e la rigenerazione dei tessuti danneggiati da traumi, invecchiamento, patologie o presenti anormalmente per via di difetti congeniti. Le prime ricerche dei processi di rigenerazione tissutale sono state compiute intorno agli anni cinquanta e sessanta, quando il termine “medicina rigenerativa” ancora non era in uso, successivamente, grazie all’intensificazione degli studi negli anni settanta e ottanta, è stato possibile identificare i fattori di crescita e i segnali cellulari coinvolti nei processi di guarigione e rigenerazione dei tessuti che hanno fatto emergere i concetti chiave e le tecnologie fondamentali per la medicina rigenerativa moderna.
Quali sono i principali approcci e terapie della medicina rigenerativa?
"A oggi la medicina rigenerativa ha il potenziale per trattare una vasta gamma di condizioni mediche, tuttavia, molte delle terapie in questo campo sono ancora in fase di sviluppo e ricerca, e molte richiedono ulteriori studi clinici per dimostrare la loro efficacia e sicurezza prima di essere ampiamente adottate nella pratica clinica", spiega il professor Mercuri.
Le terapie utilizzate maggiormente nella medicina rigenerativa al giorno d’oggi sono:
Le terapie con le cellule staminali, che hanno la capacità di trasformarsi in diversi tipi di cellule nel corpo e possono essere utilizzate per rigenerare o riparare i tessuti danneggiati;
L’ingegneria tissutale, ovvero la coltivazione di cellule in laboratorio di tessuti ingegnerizzati che forniscono un supporto strutturale per la crescita cellulare in grado di sostituire o rigenerare tessuti danneggiati, come pelle, ossa e cartilagine;
La terapia genica, che consiste nella modifica o nella correzione dei geni difettosi responsabili di malattie ereditarie o genetiche;
Le terapie con i fattori di crescita, ossia l’utilizzo delle proteine per regolano il processo di riparazione e rigenerazione dei tessuti che possono stimolare la crescita cellulare, promuovere la formazione di nuovi vasi sanguigni e favorire la guarigione dei tessuti danneggiati.
In cosa consiste la terapia con il PRP e la MCT?
"Proprio di questa ultima categoria fa parte la terapia con il PRP (Plasma Ricco di Piastrine) che consiste nell’infusione del concentrato di piastrine ottenuto dal prelievo di sangue, sottoposto a centrifugazione in modo tale da separare le piastrine dal plasma, effettuato al paziente stesso. Nel reparto di Dermatologia dell’Ospedale San Raffaele, utilizziamo da molto tempo il PRP per vari trattamenti dermatologici come il ringiovanimento del viso e, in particolare, la riattivazione dei follicoli piliferi in alcune forme di alopecia", continua il professore.
Negli ultimi anni diversi studi scientifici hanno osservato che le proteine, le quali giocano un ruolo chiave nella PRP, rilasciano più fattori di crescita se sottoposte a fotoattivazione a basse temperature. Il professor Mercuri, infatti, racconta che "grazie a questa intuizione è stata realizzata la MCT (MetaCell Technology) un dispositivo che, sfruttando il potere irradiante della luce a una specifica lunghezza d’onda e la bassa temperatura, induce le piastrine a rilasciare più fattori di crescita, aumentando l’efficacia della PRP nella medicina rigenerativa".
La PRP processata con MCT risulta quindi di gran lunga più efficace e dimostra il suo successo nella rigenerazione della cute e delle aree cicatriziali, nella guarigione delle ferite e nella cura dell’alopecia. "Sono sufficienti poche sedute per notare i primi risultati, il numero di richiami varia poi in base alla condizione che si va a trattare. In generale le condizioni di ambito dermatologico ed estetico, che sono solito trattare, richiedono una media di cinque sedute con un periodo, tra una seduta l’altra, che può andare da una settimana a un mese. Inoltre, il trattamento è davvero poco invasivo, grazie all’utilizzo di una speciale pistola che effettua micro-iniezioni sottocutanee l’applicazione è semplice, veloce e pressoché indolore; la pratica richiede davvero pochi minuti trascorsi i quali il paziente è libero di tornare alle proprie attività", conclude il professor Mercuri.