Ospiti di Jazz Meeting i musicisti protagonisti alla 24esizione del festival
di Giancarlo Bastianelli© Ufficio stampa
Nella splendida cornice del Torrione, al via in questo fine settimana "Ferrara in jazz", uno dei più apprezzati e longevi festival Jazz in Italia, giunto alla sua 24esima edizione. Sabato 1° ottobre (ore 21.00) a calcare il palcoscenico è il percussionista svizzero Florian Arbenz, in trio con Hermon Mehari alla tromba e Nelson Veras alla chitarra, per presentare "Conversation #1: Condensed", album edito nell’aprile 2021 dalla propria etichetta discografica Florian Arbenz Hammer Recordings. Il progetto è composto complessivamente da 12 album, uno per ogni mese dell’anno, per 12 formazioni totalmente differenti.
Lo stesso Arbenz gradito ospite a Jazz Meeting, parla della nascita del progetto. "Ho avuto l’idea all’inizio della pandemia, quando tutti i concerti e tour sono stati improvvisamente cancellati. Dato che ho il mio studio a Basilea, ho deciso di invertire il processo: invece di andare in tour con grandi musicisti e di essere in viaggio, ho deciso di invitarli a Basilea e registrare con loro della nuova musica. La registrazione con Nelson ed Hermon è stata la prima e l’abbiamo fatta in una situazione molto speciale: tutto era stato chiuso ed eravamo così felici di poterci incontrare e suonare! Penso che questa vibrazione positiva possa essere sentita nella registrazione!", spiega Arbenz.
Come nascono di solito le vostre composizioni; cosa pensi dell'interplay con Hermon e Nelson?
Dal momento che un trio senza il basso avrebbe potuto avere meno appeal presso il pubblico, ho cercato un approccio differente in ogni brano, con lo scopo di rendere più appetibile la musica a chi ascolta. Di solito ci si accorge di questo, quando si ascoltano i nostri dischi o quando le persone vengono ai nostri concerti. Per caratterizzare ancora di più la nostra musica, ho anche usato un paio di strumenti a percussione personalizzati. Quando creo musica, cerco di avere differenti modi di comporre. Di solito mi servo del pianoforte; alcuni brani si riferiscono a idee musicali particolari, altri vedono un grande spazio per Nelson ed Hermon. Con loro l'interplay è qualcosa di magico. Il vantaggio di non avere un contrabbassista è quello di creare un suono più aperto, quindi più predisposto all'interplay. Per noi la cosa è avvincente.
Sabato suonerete in uno dei più importanti festival del nostro panorama. Cosa rappresenta per voi il contatto con il pubblico e l'atmosfera del live?
Io, Nelson ed Hermon suoniamo con il cuore. Ciò significa che amiamo creare musica quando siamo sul palco a contatto diretto con il pubblico. Essere in contatto con la gente ci dà sempre un'emozione particolare. Siamo onorati di essere parte del Ferrara Jazz Club.