Il romanzo d'esordio del giornalista Giovanni Villino ci porta a stretto contatto con una realtà possibile, quella di una Palermo che nel 2042 si è riorganizzata attorno a tre comunità
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Riscoprire le storie e le tradizioni di una Palermo del passato attraverso un libro che scava con coraggio nel futuro dell'umanità. Tra tempeste solari e riti esoterici, il romanzo d'esordio del giornalista Giovanni Villino, "La Rosa Bianca dell'Apocalisse", edito da Independently published di Amazon, ci porta a stretto contatto con una realtà possibile, quella di una Palermo che nel 2042 si è riorganizzata attorno a tre comunità. Sono tre luoghi simbolo: il Teatro Massimo, il Politeama Garibaldi e il complesso di San Francesco di Paola. Nel romanzo viene descritta abilmente tutta la città: dalle periferie nord alle campagne di Ciaculli, sino ad arrivare al porticciolo della Cala. Tutti luoghi reali ma che vengono descritti con un volto diverso: quello di una città abbandonata dall'uomo e in cui la natura ha preso il sopravvento.
Il libro è un romanzo che s'inserisce nel filone distopico ma che racconta, comunque, una storia di speranza e di resilienza. Vicende, disavventure e intrecci si muovono all'interno di un contesto mondiale dove l'umanità è messa alla prova. La trama del libro segue le vicende di un gruppo di sopravvissuti in un futuro post-apocalittico, la Terra è stata devastata da diversi eventi catastrofici.
Ci si ritrova a dover lottare per la sopravvivenza in un mondo ostile, dove le risorse sono scarse e le minacce sono ovunque. Il gruppo è guidato da un uomo di nome Mario che si rende conto che l'unico modo per sopravvivere è trovare la chiave che fermi l'avanzata di quella che viene definita la "fine del mondo". Lui e la sua famiglia si mettono involontariamente alla ricerca di una "rosa bianca", unico fiore e simbolo che può fermare l'apocalisse. Qui si intrecciano i temi legati alla massoneria e ad alcune nozioni che si richiamano ai Rosacroce. Ma ci sono anche numerosi collegamenti con i libri dell'Antico e del Nuovo Testamento.
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Il libro è scritto con uno stile coinvolgente. Quasi giornalistico l'approccio ai personaggi, alle ambientazioni e alle vicende che si alternano con rapidità, senza mai stancare il lettore, nel corso del romanzo. Un libro che cattura l'attenzione fin dalle prime pagine. Giovanni Villino, giornalista specializzato nel mondo dei social media, descrive con dettaglio le difficoltà e le sfide che i personaggi devono affrontare in un mondo privo di tecnologia, creando una trama avvincente e piena di tensione. La narrazione è ben costruita e tiene incollati alle pagine fino alla fine.
"Il genere distopico - spiega Giovanni Villino - è tornato molto d'attualità. Siamo in un momento storico che, per via delle tante incertezze a livello globale, porta l'individuo a riflettere sui possibili scenari ed effetti delle situazioni che agitano il panorama geopolitico e scientifico. Il filone distopico è stato per me anche un espediente utile per calare la luce sugli eventi e sui dialoghi e creare un clima ideale per l’ascolto. Non è un libro facile, ma vuole in qualche modo segnare l'inizio del viaggio alla ricerca della pietra nascosta. Il romanzo è ambientato in un mondo governato da un’utopia al negativo, in una società in cui non vorremmo mai vivere".
"La Rosa Bianca dell’Apocalisse" è un libro diviso in due parti in cui inizio e fine in qualche modo coincidono. Ci sono molte allegorie e tanti richiami ad ambiti legati all'esoterismo. "Il libro - conclude l'autore - è frutto di un esercizio di volontà: portare a termine una storia nata in un sogno a maggio del 2022. Nel cuore della notte ho appuntato subito personaggi e luoghi sul mio telefonino e il viaggio nella scrittura si è concluso a fine ottobre".