Il chitarrista ospite a "Jazz Meeting"
di Giancarlo Bastianelli© Ufficio stampa
Un disco di grande qualità quello del trio composto dal chitarrista Luca Zennaro, dal contrabbassista Francesco Bordigon e dal batterista Phelan Burgoyne. Il loro primo lavoro "Altera Limes" pubblicato da Caligola Records dimostra già una grande maturità e una forte esigenza si sperimentare a fronte della giovane età dei musicisti. Particolarissima la location scelta per realizzare il disco: la chiesa di Santa Caterina a Chioggia.
Luca Zennaro, gradito ospite a "Jazz Meeting", parla così del progetto. "Il trio è nato da meno di un anno ma in questo breve periodo di tempo, siamo riusciti a creare molte situazioni dove poter suonare: festival, club e altre location. Dovendo mettere in campo il progetto, ho pensato a come i musicisti potevano aggiungere valore e contenuto alle mie composizioni. Mi sono subito trovato bene: Phelan è un batterista di grande sensibilità con un tocco particolare e molto originale, mentre Francesco è un giovane contrabbassista vicentino, che si sta facendo strada nel panorama jazzistico italiano", spiega il musicista.
Prima la musica o la location?
Ho pensato prima alla musica da suonare, poi alla location per registrare è stato uno mezzo per far sì che la nostra musica potesse rendere al meglio; senza nulla togliere allo studio, suonare nella chiesa ci ha dato una grande emozione. La chiesa ha la giusta acustica per valorizzare al meglio il progetto. A tale proposito vorrei menzionale i tecnici del suono Ivano Boscolo Nata e Roberto Songini, fondamentali sia per la scelta del luogo, che per la realizzazione tecnica dell'album.
Sei autore di gran parte dei brani
Si, uniche eccezioni lo standard di Theolonious Monk "Let's Cool One", che ho scelto per la mia grande ammirazione verso il pianista e compositore, che è stato ed è anche attualmente tra i miei punti di riferimento. Poi c'è ache "On Thursday", brano che conclude il disco, composto da Phelan il batterista che io apprezzo molto per la sua sensibilità e la capacità di creare musica.
C'è un segreto per realizzare un disco così coeso, a fronte del poco tempo trascorso dal vostro incontro?
Bisogna intanto stare bene insieme anche al di fuori del campo strettamente musicale, quando si suona, se si è in sintonia, tutto scorre nella maniera migliore. Comunichiamo in inglese tra noi, anche se, a mio avviso, il miglior mono di comunicare è quello di suonare insieme. Importanti anche i concerti che cementano l'esperienza del trio; ci siamo già esibiti con un grande riscontro in diverse città: Padova, Bergamo, Rimini e Firenze. Torneremo a suonare a maggio nella chiesa di Santa Caterina a Chioggia, per le prossime date annuncerò tutto sui miei canali social.