Nel 1976 la Nasa fotografò nello spazio una formazione rocciosa che ha alimentato illusioni e fantasie. Ma la realtà è diversa da come alcuni se la sono immaginata...
di Domenico Catagnano© Collage realizzato da Tgcom24 con foto Nasa
Proviamo a dare per assodato che con la testa dura - e i soldi - che si ritrova Elon Musk riuscirà in qualche maniera ad atterrare su Marte. Il 2026, quando secondo il miliardario dovrebbero partire le prime astronavi senza equipaggio, è dietro l'angolo, e altrettanto vicino è il 2028, quando è previsto il volo inaugurale con un equipaggio a bordo. Tralasciando i dubbi e le incertezze sull'ambizioso programma, immaginiamo -più da appassionati di fantascienza che di scienza- che tutto andrà come previsto e che non solo riusciremo ad arrivare sul Pianeta Rosso, ma che in qualche modo potremo visitarlo da turisti. Tappa obbligata di un immaginario tour dovrà essere la regione di Cydonia, dove una formazione rocciosa ha alimentato per diversi anni una suggestiva quanto bizzarra connessione tra la Terra e Marte.
La Sfinge di Marte - Successe che il 25 luglio 1976 la sonda Viking 1 della Nasa scattò una fotografia della superficie marziana che mostrava un altopiano sorprendentemente simile a un volto umano. L'immagine, pubblicata alcuni giorni dopo, veniva descritta come una figura le cui ombre creavano "l'illusione di occhi, naso e bocca". Ad alcuni, però, bastò poco per trasformare quella semplice illusione in una certezza: quello fotografato sulla regione di Cydonia era un volto umano, anzi, di più, c'è stato chi in quella figura ha colto addirittura il volto della Sfinge!
Quello che si spinse più avanti fu un giornalista scientifico, Richard Hoagland, che sul "Volto di Marte" nel 1987 scrisse anche un libro, "The Monuments of Mars: A City on the Edge of Forever", dove ipotizzò che quella formazione fosse una specie di città in rovina costruita dagli alieni, ci vide anche delle piramidi e suppose che i marziani avessero avuto in qualche modo un contatto con i terrestri e in particolare avrebbero "ispirato" gli antichi egizi. C'è da dire che le teorie di Hoagland, che pure hanno avuto un discreto seguito, sono state abbondantemente spernacchiate dal mondo scientifico, che ancora oggi lo etichetta come cospirazionista e pseudoscienziato.
Mistero svelato - Il mistero della Sfinge marziana è durato poco più di vent'anni. La spiegazione è stata molto semplice, ed è avvenuta tra il 1998 e il 2001, quando la sonda Mars Global Surveyor scattò altre immagini della regione di Cydonia con una risoluzione molto più alta di quella del 1976. Le nuove foto hanno mostrato che la formazione rocciosa, sotto diverse condizioni di illuminazione, non somigliava più a un volto umano, confermando l'ipotesi che si trattasse di un'illusione ottica causata da luci e ombre. Cos'era insomma successo? Semplicemente dallo scatto realizzato con una "macchina fotografica" più potente, quello che sembrava un volto non era proprio un volto, ma siccome la tendenza del cervello umano è quella di riconoscere istintivamente motivi familiari, visi in particolare, in oggetti inanimati (il fenomeno viene chiamato "pareidolia"), ecco che una semplice illusione per alcuni era diventata certezza.
Al di là delle bislacche teorie di Hoagland e del suo seguito, però, il "Volto di Marte" era uno spunto troppo interessante per passare inosservato dalla cultura popolare, dove è stato abbondantemente usato: è citato in romanzi (uno di questi è "Picatrix" del nostro Valerio Evangelisti), film (in "Mission to Mars" di Brian De Palma gli astronauti "entrano" nella faccia), compare in un episodio di "Futurama" di Matt Groening e in uno di "X-Files" e appare in sessioni di un paio di videogiochi.
Depurata dalle castronerie cospirazioniste ("C'è vita su Marte, ma non ce lo dicono! La Nasa ha truccato le foto!") l'immagine del volto è diventata un'icona culturale, una bella favola, un simbolo della possibilità di vita oltre la Terra. Ed Elon Musk, piaccia o meno, è al momento la persona più vicina a scoprire se ci sono tracce di civiltà aliene nello spazio.