Il cantante, musicista e produttore è ospite di "Popular"
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Grande attesa per il concerto di Mauro Pagani sabato 4 gennaio all’Auditorium Parco Della Musica di Roma, alle 21 nella Sala Sinopoli. L’evento è nel quadro del tour che il musicista offre al pubblico, in occasione del quarantennale della pubblicazione di “Crêuza de Mä” di Fabrizio de Andrè. Figura unica nel panorama musicale italiano, quella di Pagani.
Cantante, musicista e produttore ma soprattutto ricercatore, definizione quest'ultima che raccoglie ciò che Pagani ha rappresentato dalla fine degli anni '60 ad oggi. Una ricerca passata per la leggendaria Premiata Forneria Marconi, di cui fu membro fondatore, per arrivare all’inizio della sua carriera solista nel 1978 con l’album “Mauro Pagani”, una strada percorsa fino ad oggi, sempre all’insegna del miglioramento e dell’ampliamento delle esperienze musicali.
Come vedremo tra poco “Mauro Pagani” gettò le basi anche per la creazione di “Crêuza de Mä”. Pagani fu anche produttore di “Viaggio”, disco di culto del cantautore milanese Claudio Rocchi. Mauro ha deciso di “salpare” per una nuova avventura accompagnato, questa volta, da un equipaggio di 9 musicisti, per riproporre le avvolgenti sonorità, senza tempo e senza spazio, narrate nell'album “Crêuza de Mä”. A coronare questo viaggio musicale, non mancheranno, poi, i brani del suo ampio noto e apprezzato repertorio: “Domani”, “Impressioni di settembre” e alcuni brani tratti dall’album “Le nuvole”, frutto di oltre cinquanta anni di carriera. Mauro Pagani è nostro gradito ospite a “Popular”.
A quarant’anni dalla sua pubblicazione, “Crêuza de Mä” continua a dispensare emozioni a noi ascoltatori. È una continua "scoperta". Cosa ne pensi?
Per “Crêuza de Mä”, ricorda Pagani, Fabrizio ed io, ci siamo rintanati per mesi in una sorta di barca a vela “virtuale”, scevri da ogni influenza esterna, abbiamo viaggiato con il cuore e il pensiero, riemergendo solo quando ci siamo sentiti pronti a toccare terra. Questo rende “Crêuza de Mä” un ascolto “senza tempo” e me molto orgoglioso di averlo scritto con uno dei più grandi artisti di questo Paese.
Quanto c'è di Fabrizio De André nel lavoro, quanto di Mauro Pagani?
Quando abbiamo deciso di imbarcarci in questa avventura, eravamo pronti entrambi: io venivo da quasi dieci anni di ascolti, ricerche e collaborazioni nell’ambito della musica popolare e del mondo. Fabrizio voleva prendersi una pausa “dagli americani”. Ho iniziato io scrivendo le musiche e cantando in una lingua maccheronica dei testi fantasiosi, poi ho passato tutto nelle mani di Faber, che ha avuto l’illuminante idea di usare il genovese per scrivere i testi. Si è accesa un’alchimia perfetta, che ha rispettato i nostri bisogni e i nostri linguaggi. Continuo a pensare che “Crêuza de Mä” sia tra le cose più belle che ho scritto, per il mistero e la magia che nasconde ancora oggi.
Esiste un collegamento tra le idee del periodo dei Carnascialia e del tuo disco solista del '78, con “Crêuza de Mä”?
Decisamente, le esperienze che citi, sono state propedeutiche alla scrittura di “Crêuza de Mä”. L’ incontro con i Carnascialia, ha ulteriormente acceso la mia curiosità verso la musica popolare. Il mio omonimo disco “Mauro Pagani”, lo considero uno scrigno dove ho voluto custodire le mie prime esperienze e conoscenze musicali del mondo.
Come il pubblico ha accolto queste canzoni nei concerti?
E’ sorprendente vedere quanta emozione si accenda, nelle persone, quando ascoltano i brani del concerto. Confesso, che pur essendo un orso brontolone, l’emozione che il pubblico mi restituisce mi tocca profondamente. Mi ritengo un uomo molto fortunato.
Nella sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica, ad accompagnare Mauro Pagani, alla voce e all’armonica, saranno: Mario Arcari, fiati; Eros Cristiani, tastiere, pianoforte; Giovanni Damiani, batteria e percussioni; Walter Porro, tastiere, fisarmonica; Max Gelsi, basso; Claudio Dadone, corde. Oltre a quella dello stesso Pagani, le voci sul palco saranno anche quelle di Badara Seck ed Elena Nulchis.