A Tgcom24 la consulenza del dottor Maurizio De Pellegrin, ortopedico infantile che collabora con il Piccole Figlie Hospital di Parma
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Come scegliere lo sport giusto per il tuo bambino in base alle caratteristiche del piede? Ne parliamo con il dottor Maurizio De Pellegrin, ortopedico infantile che collabora con il Piccole Figlie Hospital di Parma
In qualità di genitori, ci interessa capire quali sono le principali caratteristiche del piede di un bambino. Esistono sport particolarmente benefici o meno consigliati per il loro sviluppo?
Il piede non è solo una parte fondamentale del nostro corpo ma rappresenta un vero e proprio organo di senso, specialmente nei bambini. È anche attraverso il piede che interagiamo con l'ambiente circostante, stabilendo un contatto diretto e costante con il mondo. Interessante notare come, intorno al sesto mese di vita, i neonati inizino a esplorare i propri piedi, portandoli alla bocca. Questo comportamento sottolinea l'importanza sensoriale e motoria del piede, che nel cervello occupa una porzione di spazio paragonabile a quella delle mani.
Questa stretta connessione sensoriale e motoria del piede evidenzia un principio fondamentale: nella fase di crescita, è vitale evitare di costringere i piedi dei bambini in calzature rigide o correttive che ne limitano i movimenti e l'esplorazione.
Dal punto di vista strutturale, il piede è una meraviglia di ingegneria naturale, composto non solo da ventisei ossa ma organizzato in modo tale da sostenere carichi significativi e permettere una mobilità straordinaria. Questo grazie alla disposizione elica delle sue ossa, che conferisce al piede una capacità di adattamento e resistenza unica.
Per quanto riguarda la crescita, il piede del bambino si evolve rapidamente nei primi tre anni di vita, segue un periodo di crescita più lenta fino ai dieci anni, e poi procede con un ultimo slancio di crescita fino ai dodici-tredici anni, con alcune differenze tra maschi e femmine. È importante sottolineare che, sebbene il resto del corpo possa continuare a crescere fino ai diciotto anni, la struttura e la lunghezza del piede si stabilizzano molto prima, intorno ai dodici-tredici anni nelle femmine e a 14-15 nei maschi. Ciò implica che qualsiasi intervento volto a supportare lo sviluppo sano del piede debba essere attuato soprattutto nei primi dieci anni di vita del bambino.
La scelta dello sport per i nostri bambini dovrebbe tener conto di queste considerazioni, privilegiando attività che permettano al piede di esprimere la sua naturale mobilità e sensibilità, senza costrizioni, per favorire uno sviluppo armonico e salutare.
Molto si discute sull'importanza delle scarpe per i bambini. Possono realmente influenzare lo sviluppo del loro piede?
Le scarpe, sebbene spesso al centro dell'attenzione, non dovrebbero essere considerate l'elemento principale nel contesto dello sviluppo del piede di un bambino. Personalmente, sostengo che la "miglior scarpa" sia quella che meno si fa sentire, permettendo al piede di muoversi liberamente, di correre, saltare e svolgere tutte le sue funzioni naturali. Una scarpa che limita queste attività non è adeguata.
In casa, ad esempio, i bambini dovrebbero avere la possibilità di camminare a piedi nudi per sfruttare appieno le capacità sensoriali e motorie dei loro piedi. Quando un neonato inizia a camminare, esplora movimenti come andare sulle punte o saltellare, attività che sarebbero meglio sostenute da calze antiscivolo piuttosto che da scarpe tradizionali. Le scarpe, infatti, possono limitare la mobilità naturale della caviglia e del piede, ostacolando lo sviluppo sano.
Riguardo alla dimensione delle scarpe, si è passati da una tendenza a scegliere calzature troppo piccole a una a preferire scarpe eccessivamente grandi. Camminare con scarpe troppo grandi può non essere problematico di per sé, ma è preferibile che i bambini indossino scarpe della misura corretta, cambiandole con una frequenza che varia in base all'età: ogni tre-quattro mesi dai due ai cinque anni, e annualmente dai cinque anni in poi. È inoltre inutile avere molteplici paia di scarpe; un solo paio adeguato, cambiato regolarmente, è sufficiente.
Le scarpe possono essere riutilizzate tra fratelli, a meno che non siano state deformate da problemi specifici al piede. La convinzione che le scarpe possano avere un impatto diretto e positivo sullo sviluppo del piede è un mito da sfatare. Piuttosto, dovremmo considerare le scarpe come una protezione contro gli elementi esterni, come asfalto, terreni irregolari, spine e neve, e non come un fattore determinante per la salute del piede.
Esiste una correlazione tra la pratica sportiva e le modifiche strutturali del piede, come l'arco plantare, la forma del tallone o le dita?
Assolutamente sì, lo sport ha un ruolo significativo nello sviluppo del piede. È importante notare che, fino all'età di cinque anni, è normale che il piede del bambino sia fisiologicamente piatto. Durante questa fase, è consigliabile stimolare il piede attraverso attività come camminare sulle punte, giocare, saltare, e arrampicarsi nei parchi giochi.
Dai cinque ai dieci anni, tuttavia, possiamo iniziare a indirizzare i bambini verso sport che possono contribuire a un corretto sviluppo del piede, specialmente se presentano ancora caratteristiche di piede piatto. In questo caso, sport come il nuoto, che non sollecita direttamente il piede, potrebbero non essere l'opzione migliore. Invece, attività che impegnano attivamente il piede, come le arti marziali, la ginnastica (ritmica, artistica, acrobatica), la danza (moderna e classica), e l'atletica leggera, sono particolarmente benefiche. Questi sport aiutano a stimolare e rafforzare le strutture del piede che necessitano di svilupparsi correttamente.
È essenziale riconoscere che, pur non potendo modificare la predisposizione genetica del piede, come ad esempio una maggiore flessibilità ereditata, possiamo comunque intervenire attraverso specifiche attività fisiche per rinforzare il piede. Lo scopo non è cambiare la natura del piede, ma piuttosto supportarne il rafforzamento e il corretto sviluppo attraverso sport mirati.
Esistono tipi di piede che sono meno adatti o addirittura controindicati per certi sport?
In linea generale, i piedi possono adattarsi a praticamente qualsiasi tipo di sport. Tuttavia, ci sono casi specifici in cui potrebbe essere opportuno evitare determinate discipline. Ad esempio, se una bambina presenta un alluce valgo di natura familiare, sarebbe sconsigliato indirizzarla verso la danza classica. Il motivo è che le posizioni tipiche della danza classica tendono a favorire lo spostamento dell'alluce verso l'esterno, aggravando la condizione di alluce valgo. In situazioni del genere, stimolare ulteriormente questa tendenza attraverso la danza classica potrebbe non essere la scelta migliore.
D'altro canto, per un piede senza particolari problematiche strutturali, anche la danza classica può essere considerata un'opzione valida. La chiave sta nel valutare le condizioni specifiche del piede e scegliere attività sportive che non ne accentuino eventuali predisposizioni sfavorevoli.
Ci sono sport particolarmente raccomandati per certi tipi di piede, oppure attività da evitare in base alla forma del piede del bambino?
La regola generale è che tutti possono praticare qualsiasi sport. Tuttavia, esaminando le situazioni più nel dettaglio, troviamo che certe condizioni del piede, come il piede piatto e valgo (con inclinazione della caviglia verso l'interno), traggono maggiore beneficio da sport che richiedono un utilizzo intensivo del piede. Le arti marziali e le diverse forme di ginnastica sono esempi di attività che stimolano correttamente il piede.
Per quanto riguarda le restrizioni, non ci sono sport completamente preclusi, a eccezione delle situazioni specifiche menzionate in precedenza, come la danza classica per chi ha l'alluce valgo. Un esempio interessante riguarda i giovani calciatori che soffrono di dolore al tallone, in particolare intorno agli undici anni, quando l'intensità dell'allenamento aumenta. Questo disturbo, noto come apofisite calcaneare, non deve portare all'interruzione dell'attività sportiva, ma piuttosto a essere gestito in modo che il giovane possa continuare a giocare a calcio.
Ci tengo a precisare che non c'è uno sport che sia intrinsecamente dannoso per il piede di un bambino. Il miglior sport è quello praticato con passione, interesse, gioia e felicità. Tra le varie attività, l'arrampicata merita una menzione speciale: è particolarmente vantaggiosa per i bambini che tendono ad avere le punte dei piedi convergenti verso l'interno. A partire dai cinque-sei anni, la palestra di arrampicata può offrire una serie di movimenti che favoriscono lo sviluppo dell'arco plantare e rinforzano le strutture del piede, rendendola un'opzione altamente raccomandata.
Quali segnali o problemi ai piedi dovrebbero allertare i genitori, soprattutto in bambini che praticano sport regolarmente?
È fondamentale che i genitori prestino attenzione ai piedi dei loro bambini. Una sporgenza eccessiva della parte interna del piede può essere un segnale che richiede una visita ortopedica pediatrica. Spesso l’indicazione all’attività sportiva più giusta per quel piede può risolvere la maggior parte dei problemi mentre è molto più raro che questi vengano risolti tramite l’utilizzo di plantari.
Un altro suggerimento pratico per i genitori è osservare il bambino da dietro, verificando l'allineamento di gambe e talloni. Se il tallone appare spostato verso l'esterno, indicando un possibile disallineamento, è consigliabile consultare uno specialista. Questo potrebbe segnalare che la caviglia non è sollecitata in modo equilibrato e può portare a problemi.
È altrettanto importante ascoltare i bambini quando si lamentano di dolore. Anche se talvolta il dolore può essere un pretesto per evitare l'attività sportiva, è cruciale prendere sul serio le loro lamentele. Identificare con precisione la zona del dolore è essenziale: dolore interno al piede o al tallone può indicare sovraccarico. In questi casi, è importante che il bambino sia esaminato da un professionista, per garantire che possa superare il disagio e continuare a praticare lo sport che ama in sicurezza e comfort.
Quali attività sportive sarebbero più indicate per un bambino che presenta i piedi piatti?
Per i bambini con i piedi piatti, è fondamentale scegliere sport che favoriscano lo sviluppo e il rafforzamento del piede. Tra le attività maggiormente consigliate troviamo le arti marziali, l'arrampicata, la ginnastica (sia ritmica che artistica), e l'atletica leggera. Questi sport offrono un eccellente stimolo per i muscoli e le strutture del piede, aiutando a migliorare la postura e la funzionalità del piede piatto. Sono attività che incoraggiano una vasta gamma di movimenti, contribuendo al rinforzo dell'arco plantare e promuovendo un miglior allineamento del piede.
Quali sono le precauzioni specifiche che i genitori dovrebbero adottare per un bambino con piedi piatti, anche in relazione allo sport?
La principale precauzione è monitorare regolarmente lo sviluppo del piede del bambino, idealmente con un controllo annuale presso un ortopedico pediatrico. Il piede subisce una sua evoluzione naturale fino a circa undici anni, quindi è importante osservare come cambia nel tempo. Un aspetto fondamentale da valutare è la condizione del tendine d'Achille: se tende ad accorciarsi, potrebbe non essere un segnale positivo per l'evoluzione del piede.
I genitori possono osservare alcuni segnali per identificare potenziali problemi: se il bambino cammina frequentemente sulle punte o con il tallone anche solo lievemente sollevato, potrebbe indicare un tendine d'Achille corto. Un altro metodo è osservare l'impronta lasciata dal piede bagnato: se mostra principalmente l'avampiede e poco il tallone, significa che il bambino tende a non appoggiare completamente il tallone.
Per quanto riguarda l'usura delle scarpe, sebbene sia un indicatore, non va sovrastimato. Un'eccessiva usura su un lato della suola può indicare un appoggio scorretto del piede, suggerendo la presenza di piede piatto e valgo o, al contrario, di piede varo. Tuttavia, correggere queste condizioni non si riduce semplicemente alla scelta della scarpa giusta.
L'intervento più efficace non è costringere il piede in una scarpa rigida o correttiva, ma piuttosto rinforzare il piede attraverso esercizi specifici. L'uso di plantari, ad esempio, può sembrare una soluzione immediata, ma in realtà potrebbe limitare l'attività muscolare necessaria per un corretto sviluppo del piede. La strategia migliore è incentivare il bambino a svolgere attività che stimolino naturalmente il piede, senza ricorrere a soluzioni che ne inibiscano la mobilità e l'esercizio.
Per un bambino con un arco plantare particolarmente pronunciato, quali sport sono consigliati e quali sarebbe meglio evitare?
La presenza di un arco plantare marcato, o piede cavo, richiede innanzitutto un'attenzione particolare, poiché può essere il segno di condizioni sottostanti, come le neuropatie periferiche. È importante valutare se questa caratteristica sia ereditaria o se indichi qualcos'altro, pertanto una visita specialistica è sempre consigliata.
Per quanto riguarda le attività sportive, il piede cavo non dovrebbe essere automaticamente corretto con plantari a meno che non ci sia dolore specifico, come quello derivante da una fascite plantare. In tal caso, un supporto potrebbe essere necessario temporaneamente.
Le attività più adatte per i bambini con piede cavo sono quelle che non sollecitano eccessivamente questa struttura. L'atletica leggera, in particolare il mezzofondo o i 1000 metri, sono delle valide scelte perché non richiedono una spinta intensa e prolungata del piede come nelle gare da sprint. È interessante notare che molti maratoneti africani, che spesso eccellono in queste distanze, hanno i piedi piatti.
L'arrampicata, che potrebbe sollecitare eccessivamente l'arco, potrebbe non essere l'ideale. Al contrario, sport come il judo, che prevede movimenti di base diversi e non si focalizza sulla spinta intensa del piede, o il nuoto, che è considerato neutro e non impone stress specifico sul piede cavo, sono consigliati. Queste attività permettono al bambino di mantenere un'attività fisica regolare senza sovraccaricare eccessivamente l'arco plantare e quindi senza procurare dolore.
L'uso di scarpe sportive progettate specificamente per ciascun tipo di sport può contribuire alla prevenzione delle lesioni ai piedi?
Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un'avanzata significativa nella tecnologia dei materiali utilizzati in tutte le aree dell'attività fisica, comprese le scarpe. Questo sviluppo non è soltanto una questione commerciale; c'è una base scientifica che sostiene l'efficacia delle scarpe specializzate per specifici sport. Ad esempio, le scarpe da arrampicata sono diverse da quelle da running: mentre le prime sono progettate per facilitare movimenti particolari del piede, le seconde offrono maggiore protezione e ammortizzazione per sopportare i chilometri percorsi.
Anche nel triathlon, lo sport richiede calzature che possano garantire un'ammortizzazione adeguata sia per l'avampiede che per il tallone, al fine di proteggere il piede dall'impatto con il terreno. Le scarpe tecniche, quindi, assumono un ruolo cruciale nell'equipaggiamento di uno sportivo, specialmente a livelli agonistici.
Per i bambini, tuttavia, la situazione è leggermente diversa. Grazie alla straordinaria adattabilità del piede in età giovanile, i bambini tendono a essere meno dipendenti dalla specificità tecnica delle scarpe rispetto agli adulti. Nonostante ciò, nel caso di pratiche sportive a livello agonistico, anche per i giovani atleti l'utilizzo di scarpe tecniche appropriate al tipo di sport praticato diventa fondamentale; questo sia per la prevenzione di lesioni acute, sia per evitare l’insorgenza di dolori da sovraccarico. In questi giovani garantire le migliori prestazioni possibili aiutandoli con la “tecnologia” diventa un obiettivo comune.
Sono consigliati esercizi di rinforzo o stretching specifici per i piedi dei bambini prima di intraprendere un'attività sportiva particolare?
Assolutamente sì. La prevenzione di problemi comuni come la tallonite nei giovani calciatori, ad esempio, può essere efficacemente affrontata attraverso esercizi di stretching mirati, non solo eseguiti occasionalmente, ma integrati regolarmente nel programma di allenamento. Lo stretching del tendine di Achille, in particolare, può ridurre significativamente il rischio di sviluppare tallonite, dimostrandosi quindi molto benefico.
Analogamente, nella danza esistono molteplici esercizi di stretching che preparano il corpo alla pratica, riducendo il rischio di lesioni. Lo stesso vale per l'atletica, soprattutto per discipline come la corsa a ostacoli, dove lo stretching diventa un elemento fondamentale della preparazione.
In generale, esistono esercizi di stretching e rinforzo adatti a ogni sport, concepiti per preparare adeguatamente il corpo all'attività fisica e minimizzare il rischio di lesioni. È importante che questi esercizi siano parte integrante dell'allenamento dei giovani atleti, aiutandoli a mantenere i piedi e il resto del corpo in salute e pronti per le sfide sportive.
Esistono sport particolarmente raccomandati per certe fasce d'età? Come può lo sport influenzare la crescita del bambino e come può evolvere la scelta dello sport nel tempo?
Focalizzandoci sullo sviluppo del piede, dopo i cinque anni, sport come la danza, la ginnastica e le arti marziali sono fortemente consigliati. Questi possono essere praticati senza particolari limiti di età e sono benefici per lo sviluppo fisico del bambino. Sport come il basket, invece, non offrono stimoli specifici per il piede e richiedono attenzione per prevenire distorsioni e altri infortuni, rendendo la scelta della calzatura fondamentale per la protezione e non necessariamente per la stimolazione del piede.
Per quanto riguarda lo sci, è importante notare che, sebbene sia un'attività molto divertente, lo scarpone non permetta esercizi attivi del piede. Tuttavia, lo sci di fondo, che mi risulta in crescita nel gradimento, si rivela essere un'ottima attività per stimolare il piede, grazie al movimento più naturale e alla maggiore attività muscolare richiesta.
Sull'argomento della crescita dei bambini, l'introduzione del concetto di agonismo merita una riflessione particolare. L'agonismo, infatti, può portare a delle pressioni che influenzano lo sviluppo fisico. Nella ginnastica artistica, ad esempio, è raro trovare atlete di statura elevata. Ciò solleva la questione se la selezione per questo sport sia influenzata dalla statura o se l'intensa attività fisica influisca sullo sviluppo delle cartilagini di accrescimento, limitandone la crescita.
Quindi, mentre la scelta dello sport può essere influenzata dalle predisposizioni fisiche iniziali del bambino, è anche vero che l'intensità dell'allenamento, soprattutto a livelli agonistici, può avere un impatto sullo sviluppo fisico. È fondamentale, dunque, bilanciare l'attività sportiva con la salute e il benessere del bambino, considerando anche la possibilità di variare lo sport praticato nel corso del tempo per adattarsi alle esigenze di crescita e interesse del bambino.
È possibile che un bambino debba cambiare sport nel corso del suo sviluppo fisico e crescita?
Certamente, esistono situazioni in cui un cambiamento di disciplina sportiva si rivela necessario. Ad esempio, un giovane calciatore potrebbe riscontrare problemi alla schiena o ai talloni che suggeriscono la necessità di considerare un'attività alternativa. La decisione di cambiare sport deve tenere conto del benessere e delle inclinazioni personali del bambino o dell'adolescente. La passione e il piacere nello svolgere un'attività sportiva sono fattori chiave che devono guidare queste scelte.
Non è consigliabile imporre un cambio radicale, come suggerire a un appassionato di basket di passare alla pallavolo, senza considerare l'impatto emotivo e la perdita di interesse che un tale cambiamento potrebbe comportare, nonostante possa sembrare la scelta migliore dal punto di vista fisico. Se l'attività sportiva praticata aggrava una condizione fisica preesistente, come una cifosi (curvatura della schiena), l'ideale sarebbe integrare o sostituire lo sport praticato con un altro che non solo sia sicuro ma che possa anche contribuire a migliorare o a non aggravare il problema.
In queste circostanze, è spesso efficace proporre un'attività complementare che il bambino possa accettare con entusiasmo. L'obiettivo è trovare un equilibrio tra la salute fisica e la soddisfazione personale, guidando il bambino verso uno sport che favorisca il suo sviluppo globale senza rinunciare al piacere e alla passione per l'attività fisica.
Come possiamo riconoscere i segnali che un certo sport non è compatibile con le caratteristiche fisiche di un bambino, in particolare con il tipo di piede, e quali azioni intraprendere?
L'aspetto più importante da considerare è l'entusiasmo del bambino verso lo sport praticato. Se il bambino mostra resistenza o inventa scuse per evitare l'attività, potrebbe essere un segnale che lo sport scelto non è adatto a lui, indipendentemente dalle sue caratteristiche fisiche, inclusa la tipologia di piede. L'obiettivo primario dovrebbe essere il benessere e la felicità del bambino, piuttosto che la conformità fisica ideale per uno sport specifico.
In caso di evidente disinteresse o disagio, è fondamentale aprire un dialogo con il bambino per comprendere le sue motivazioni e percezioni. A volte, la soluzione potrebbe essere semplicemente trovare un'attività più in linea con i suoi interessi e le sue capacità fisiche. È sempre preferibile avere un bambino felice e attivo, anche se ciò significa accettare compromessi sul tipo di attività sportiva praticata. La salute emotiva e la soddisfazione personale del bambino sono aspetti cruciali da considerare, al di là delle prestazioni sportive o della conformità fisica.
Quali segnali possono indicare che uno sport potrebbe non essere appropriato per un bambino, in particolare rispetto al tipo di piede?
Un esempio chiaro di incompatibilità tra lo sport e la tipologia di piede si trova in una bambina con piede valgo e piatto che pratica intensivamente la danza classica e sottolineo intensivamente. Non parliamo quindi di una attività svolta due o tre volte in settimana. Sebbene alcuni esercizi possano essere benefici per il rinforzo del piede, la realtà è che molte delle posizioni esasperate richieste dalla danza classica possono esacerbare la condizione, costringendo il piede in una postura non naturale e potenzialmente dannosa.
La danza classica, con le sue richieste di posizioni estreme, può non essere la scelta più salutare per bambini con certe caratteristiche del piede. Tuttavia, ciò non significa che il bambino debba rinunciare completamente allo sport. L'obiettivo dovrebbe essere orientare il bambino verso un'attività più adatta alle sue esigenze fisiche, promuovendo al contempo il suo benessere e sviluppo.
Come educatori, medici e genitori, è nostro dovere guidare i bambini nella scelta di sport che non solo li appassionino ma che siano anche compatibili con le loro caratteristiche fisiche, al fine di prevenire potenziali disagi o danni. La priorità deve essere sempre il benessere fisico ed emotivo del bambino, garantendo che l'attività sportiva scelta contribuisca positivamente al suo sviluppo globale.
Lo sport è sempre benefico per i bambini?
L'attività fisica è fondamentale per lo sviluppo dei bambini, ma è essenziale riconoscere che è possibile sovraccaricare un bambino in fase di crescita. Se un bambino si lamenta di dolore, è cruciale indagare le cause e considerare la possibilità che lo sport praticato non sia adatto a lui. La soluzione potrebbe essere un cambio di disciplina sportiva. Non esistono bambini inadatti allo sport in generale, ma sicuramente ci sono bambini più inclini verso certi tipi di attività rispetto ad altri.
Ad esempio, non si consiglierebbe la ginnastica artistica a una bambina particolarmente alta e rigida, poiché potrebbe trovarsi a disagio e frustrata confrontandosi con coetanee più agili e di statura inferiore. Invece, per un bambino robusto, sport come il rugby potrebbero essere più adatti e appaganti, valorizzando le sue caratteristiche fisiche.
È importante che i bambini trovino uno sport che amano e lo perseguano con costanza. Il cambiamento frequente di discipline sportive può impedire al bambino di specializzarsi e trarre pieno beneficio da un'attività, portando a una mancanza di competenze specifiche.
Fondamentale è l'esempio familiare che gioca un ruolo significativo nell'abitudine allo sport. I bambini tendono a emulare l'attività fisica praticata dai genitori. Se in famiglia lo sport è un'abitudine, sarà più naturale per il bambino adottare uno stile di vita attivo. Al contrario, se in famiglia lo sport non è praticato, potrebbe essere necessario un maggiore impegno per coinvolgere il bambino in attività fisiche, pur non essendo questo un ostacolo insormontabile.
La chiave è proporre attività sportive in linea con le inclinazioni e le caratteristiche fisiche del bambino, senza forzature, valorizzando il piacere e la passione per lo sport come motore dell'impegno fisico, dello sviluppo salutare e non ultimo dello sviluppo sociale.