A Tgcom24 la consulenza del dottor Giorgio Matteo Berto, responsabile del Centro di chirurgia e terapia della mano di Humanitas Gradenigo e della Clinica Sedes Sapientiae di Torino
© Ufficio stampa
Sport diversi, traumi e cause comuni?Cosa fare in caso di trauma alla mano?Quali sono i percorsi di cura?
I traumi alla mano possono accadere spesso nello sport e possono coinvolgere ossa, tendini e legamenti. Quali sono? Come comportarsi in caso di lesioni e come si curano? Ecco tutto quello che c'è da sapere.
I traumi alla mano durante l’attività sportiva sono piuttosto frequenti. Alcuni sono direttamente correlati al gesto sportivo, tanto da prenderne il nome, altri sono traumi indiretti. Un esempio? Il pollice dello sciatore, ovvero la lesione del legamento collaterale ulnare del pollice che avviene cadendo dagli sci quando la racchetta rimane bloccata nella neve, o le lesioni da impatto nel calcio. Ossa, tendini, legamenti sono le strutture che possono essere coinvolte nel trauma, e sulla base della lesione, del livello dello sportivo e del recupero richiesto, sono possibili numerosi trattamenti e terapie.
Ne parliamo con il dottor Giorgio Matteo Berto, responsabile del Centro di chirurgia e terapia della mano di Humanitas Gradenigo e Clinica Sedes Sapientiae.
Se negli sportivi professionisti sono più frequenti le lesioni da overuse e da stress dovute ad allenamenti eccessivi o scarso riposo, nello sportivo amatoriale sono l’inesperienza, la poca conoscenza del gesto sportivo e lo scarso allenamento tra le principali cause dei traumi a mano e polso. Proprio l’inesperienza spesso porta a sottostimare l’importanza del gesto atletico da compiere in modo corretto, dello stretching delle mani e dei polsi prima e dopo lo sport e l’uso di protezioni adeguate come i supporti per le dita o i polsi, ad esempio nel palleggio nel volley e nel basket amatoriale.
Distorsioni e fratture delle dita e del polso, lussazioni, patologie infiammatorie specifiche e da overuse sono comuni nel basket, volley e beach volley, ma anche nel kickboxing e arti marziali, padel e tennis, così come in tutti gli sport che possono portare a lesioni da impatto ad alta energia con la palla o con l’avversario, come calcio e calcetto, ma anche il freeclimbing e l’arrampicata.
Lesioni da sovraccarico, disinserzione del tendine flessore profondo delle dita, il cosiddetto Jersey finger, sono invece tipiche nel rugby e il football americano, e ancora la frattura del boxeur è quella frattura della testa del quinto metacarpale che si verifica nell’impatto a pugno chiuso. Anche in questo caso prevenire i traumi si può ed è fondamentale: basti pensare che i pugili professionisti impiegano quasi mezz’ora per prepararsi prima di indossare i guantoni, usando speciali cerotti e fasce per proteggere metacarpi, legamenti e polso.
È bene sottolineare che i traumi che colpiscono gli sportivi non sono diversi tra atleta agonista e amatoriale, ma diversi sono i percorsi di cura, perché l’atleta agonista ha spesso esigenze di tempi di recupero e della funzione molto alte.In generale subito dopo il trauma, se in due giorni di ghiaccio e riposo il dolore non passa, è bene rivolgersi allo specialista della mano. Sottovalutare un trauma può portare infatti a non recuperare la funzione completa o a sviluppare rigidità articolare, disturbi cronici e disfunzioni, nel tempo.
I trattamenti dei traumi sportivi sono diversi. Nei casi in cui sia necessario l’intervento chirurgico, è possibile, grazie a nuove tecnologie, eseguire interventi sempre meno invasivi, in artroscopia o endoscopia, e in caso di fratture utilizzare mezzi di sintesi sempre più performanti che permettono di utilizzare la mano mentre il segmento fratturato è immobilizzato con placche o viti che svolgono l’azione di un gesso interno. Così, mentre l’osso guarisce, in genere ci vogliono 45 giorni, è possibile svolgere qualsiasi attività e lavoro, evitando però di sollevare pesi o guidare l’auto, riducendo così il rischio di rigidità articolare e i tempi di riabilitazione e di recupero completo della funzione dopo il trauma.
In caso di tendiniti o infiammazioni da overuse, invece, sulla base della valutazione dello specialista, è possibile tornare a fare sport con l’uso di tutori personalizzati, che proteggono e mettono a riposo le strutture coinvolte nel trauma, sostituendosi alle funzioni perse in attesa della guarigione, consentendo però il gesto necessario per una specifica attività, come ad esempio il palleggio nel volley. In ogni caso, dopo un trauma è fondamentale la riabilitazione affidandosi a fisioterapisti esperti nella mano.