Quello che sta avvenendo sul trattato di Schengen, la possibile chiusura, cioè, delle frontiere europee ed inter europee, rischia di spingere l’Italia a scelte tanto obbligate quanto discutibili
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Quello che sta avvenendo sul trattato di Schengen, la possibile chiusura, cioè, delle frontiere europee ed inter europee, rischia di spingere l'Italia a scelte tanto obbligate quanto immorali. Se infatti –come appare probabile- verrà presto chiusa la rotta balcanica dell'immigrazione extracomunitaria, inevitabilmente il flusso dei migranti tornerà a dirigersi via mare verso le nostre coste meridionali.
Si parla già di una stima di 400mila persone in più all'anno, destinate a restare – comunque- prigioniere dei confini italiani. Ma saranno probabilmente molte di più. Oggi –prima con Mare Nostrum, poi con Frontex- il nostro Paese è stato orgogliosamente in prima fila nell'accoglienza. Anche un po' ipocritamente, considerando il nostro territorio una sorta di terra di passaggio verso il resto dell'Unione. Forse è stata anche questa la molla che ha spinto le nostre navi a soccorrere i profughi a poche miglia dalle coste africane, nel cuore delle acque territoriali libiche.
Ed ecco la questione morale. Potremo ancora farlo con la chiusura di Schengen? Potremo ancora permetterci di “andare a prendere” i migranti quasi direttamente a casa loro per portarli a casa nostra dove l'Europa ci sta isolando, sorda ad ogni appello allo spirito comunitario? Perché l'Europa dei tecnocrati, delle banche, dei deficit, delle mille clausole, dei regolamenti e chi piu' ne ha piu' ne metta, sta perdendo ogni riferimento etico, quello si'–fin'ora- unico e certo elemento condiviso dai paesi aderenti alla Unione. E non riflette, o svicola, sul rischio che la sua umanita' (ma soprattutto la nostra) vada perduta per scelte tanto piu' necessarie quanto immorali.
Basterebbe semplicemente ritirare l'area di intervento di Frontex nelle nostre acque territoriali e si salverebbe Schengen. Al prezzo di una strage continua e terrificante. E' questo che l'Europa vuole? E' questo quello che i paesi balcanici –molti dei quali islamici e ancora in attesa del perfezionamento del pieno ingresso nell'Unione- stanno chiedendo all'Italia?
Nel 2014 sono transitati nel nostro paese 170 mila profughi. Meta'e' rimasta in Italia, l'altra meta' si e' sparsa per l'Europa. Il bilancio di afflusso per il 2015 dovrebbe essere analogo. Ma difficilmente una meta' riuscira'– come lo scorso anno- a proseguire oltre i nostri confini settentrionali. Con la sospensione di Schengen si determinera' su quelle frontiere un “tappo” che costringera' i migranti ad una sosta forzata sul nostro territorio. Con conseguenze politiche, ma soprattutto morali, incalcolabili.