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Piero Fabrizi, una preziosa "Primula" musicale

L'autore e chitarrista presenta l'album di debutto

08 Ott 2014 - 17:53
 © ufficio-stampa

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Piero Fabrizi, chitarrista autore e compositore che ha sempre lavorato con Fiorella Mannoia, ha pubblicato l'album d'esordio da solista "Primula" che ospita moltissimi artisti internazionali come Chico César, Tony Levin, Jaques Morelenbaum, Moreno Veloso, David Binney, Mauro Pagani e Maurizio Giammarco.

Come nasce il progetto "Primula"?
"Primula" è nato spontaneamente, per la pura voglia di fare musica, insieme ad altri musicisti, credo sia questa la vera spinta propulsiva, che ha fatto scattare l'idea di un mio progetto personale dopo tanti anni, lo definirei: un'esigenza di libertà. Proprio l'appendice "& Friends" vuole sottolineare, la presenza in questo disco di molti amici che hanno dato il loro prezioso contributo, con entusiasmo e dedizione, aiutandomi ad ottenere il migliore dei risultati.

E' stato difficile mettere insieme questi grandi nomi della musica?
Con gran parte di loro avevo già collaborato: Chico Cèsar, che incarna il nuovo Brasile con le sue forti radici, nordestine/ africane, è l'artista che mi ha più supportato e incoraggiato nel progetto. Tony Levin, un icona del rock. La sua presenza in alcuni tra i più importanti dischi dell'ultimo quarantennio è eloquente (King Crimson, Peter Gabriel, John Lennon, Paul Simon, Art Garfunkel, Robbie Robertson), tra gli altri. Jaques Morelenbaum, che, a mio avviso, rappresenta l'evoluzione della musica brasiliana nel mondo, il suo violoncello ed i suoi arrangiamenti, lo hanno legato a nomi del calibro di Tom Jobim, Caetano Veloso, Sting, Sakamoto, Gilberto Gil. David Binney, sassofonista incredibile, una delle nuove stelle del new- jazz newyorchese. Dopo averlo ascoltato al 55 Bar di NYC, ho capito che il suo suono era quello che serviva nella traccia JFF, l'ho invitato il giorno dopo per la session. L'albanese Elsa Lila (presente in due brani ), una delle voci più sorprendenti dell'est europa, è una voce che appartiene al mondo, così come JoannaSt.Claire di Los Angeles, con il suo timbro unico, androgino, affascinante o Lily Latuheru con la sua voce soul e la sua classe minimale. Poi ci sono: Mauro Pagani, che mi ha regalato un solo di violino, di rara bellezza nel brano "La Mirada Del Che", Moreno Veloso e Marcos Suzano (già con Caetano Veloso, Sting e Gilberto Gil), con le loro preziose tessiture ritmiche percussive, Maurizio Giammarco, con il suo arrangiamento Zappiano di fiati su Uncle Frank, e alcuni tra i migliori musicisti nazionali e internazionali: Elio Rivagli, Dario Deidda, Paolo Costa, Rosario Jermano,Pier Michelatti, Giovanni Boscariol, Maurizio Abeni, Arthur Maia, Joao Viàna, Carlos Malta, Segio Chiavazzoli, Renato Fonseca, per citarne alcuni. Per averli al mio fianco, non ho dovuto far altro che invitarli a partecipare. L'adesione di ognuno è stata immediata e questa disponibilità spontanea è motivo di grande orgoglio per me.

Quali i brani a cui sei più legato del disco?
Domanda difficile, direi che ci sono almeno quattro tracce a cui tengo particolarmente: "La Mirada del Che" ( dedicata e ispirata dalla figura di Che Guevara) brano, che mi piace definire, un racconto in musica, sulle ultime ore del Che. "Clandestino", una canzone di Chico César, che ho sempre amato e che desideravo da tempo tradurre e riarrangiare. "Uncle Frank", la cui composizione mi è stata ispirata dalla musica di Frank Zappa. "Qan Lulja per Lulen"…un affascinante canto tradizionale albanese che io ed Elsa Lila abbiamo rielaborato, trasformandola in una versione totalmente differente. Questi i miei preferiti ma anche Kashmir, Rumbalkan, Midnight Train, Primula…molto difficile scegliere, ogni brano ha una sua storia.

Come nasce il tuo appoggio per la Onlus "Il sorriso dei miei bimbi"?
Frequento il Brasile da oltre 12 anni, è un paese che mi ha accolto con il suo fascino fatto di bellezza e contraddizione. Rigogliosità, ricchezza e miseria si mescolano in modo assai naturale e convivono giorno per giorno in modo contraddittorio e difficile. Basti pensare che ci sono ben 700 Favelas soltanto nella città di Rio De Janeiro e che Rocinha, sia la più grande favela di tutto il Sud America. L'unica vera arma per combattere questo dilagare di disperazione, di ignoranza e degrado, è la cultura. La Onlus "Il sorriso dei miei bimbi", costituita 12 anni fa da Barbara Olivi, è attiva all'interno di Rocinha con i suoi volontari, intenti ad aiutare soprattutto i bambini, (ma anche gli adulti) a entrare in contatto con l'alfabetizzazione, fornendo aule per l'insegnamento e altri spazi, dove svolgere attività ludico/didattiche parallele (danza, canto, ginnastica, corsi sull'uso del computer, perfino un corso di botanica)…veder realizzare questa coraggiosa idea all'interno di una delle più difficili e pericolose favelas del mondo, non mi ha lasciato indifferente, non potevo quindi non appoggiare il loro progetto, dando il mio piccolo contributo. In futuro vorrei poter concretizzare altro, insieme a Barbara e ai ragazzi, per stimolare il processo artistico/creativo in quell'area così depressa. Sono sempre stato convinto che le vere novità…arrivino dalle periferie del mondo!

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