Il cantautore torna a riproporre dal vivo le canzoni del padre Fabrizio, a 26 anni dalla scomparsa
© Virginia Bettoja
Cristiano de André torna a riproporre dal vivo le canzoni del padre Fabrizio, nel suo "De André Canta De André Best Of Tour Teatrale", un viaggio indietro nel tempo che a 26 anni dalla scomparsa del cantautore, sono rimaste impresse in maniera indelebile, nel cuore e nella mente, delle persone che lo hanno amato. Fabrizio De André è stato tra i pochi, a unire l’incisività e lo spessore poetico dei testi a musiche ricche di suggestione.
Il progetto che da marzo Cristiano de André porterà nei teatri italiani, si arricchisce di un nuovo tassello, dopo il successo dei quattro album "De André canta De André – Vol. 1" (2009), "De André canta De André – Vol. 2" (2010), "De André canta De André – Vol. 3" (2017) e "De André canta De André – Storia di un impiegato" (2023) e dopo vari tour sold out dedicati ognuno a una parte del repertorio di Fabrizio.
Con "De André Canta De André Best Of Tour Teatrale”", Cristiano De André, unico vero erede del patrimonio musicale deandreiano, porterà sul palco il meglio del repertorio finora affrontato, accompagnato da: Osvaldo di Dio alle chitarre e Davide Pezzin al basso. Alle tastiere torna Luciano Luisi, che arrangiò i primi due volumi, e alla batteria arriva Ivano Zanotti. Cristiano stesso, non solo cantautore ma abile polistrumentista, suonerà la chitarra acustica e classica, il bouzouki, il pianoforte e il violino, accompagnando lo spettatore in un percorso che affronta la grande opera di Fabrizio.
Cristiano De André è nostro ospite a “Popular”
Cristiano, senza nulla togliere alle uscite discografiche, l'incontro con il pubblico, quindi il concerto, rappresenta sempre un’emozione particolare per qualsiasi musicista, cosa ne pensi?
Suonare dal vivo credo sia proprio il coronamento per un musicista. Dopo tanto studio e sala di registrazione avere a che fare con il pubblico è il momento più gratificante. C’è uno scambio di emozioni, di sinergie, è finalmente il sogno che si avvera!
Venticinque anni dalla scomparsa di Fabrizio sono trascorsi velocissimi, tutti coloro che lo hanno amato, lo hanno sempre sentito "vicino" e attuale in questi anni.
Si, continua a essere vicino ed attuale perché, con una visione incredibilmente profetica aveva già previsto molte cose che oggi stanno succedendo: l’avvento di una pace apparente, l’aveva definita una “pace terrificante” e di maggioranze sempre più aggressive e intolleranti nei confronti degli altri. Era però convinto che dovesse esserci “un modo di vivere senza dolore”. Ci ha insegnato che non ci sono poteri buoni e che solo l’amore, la compassione e il riconoscersi nel più debole, possono salvare l’uomo e di conseguenza il mondo.
Essere un polistrumentista oltre che cantante e autore, quanto ti ha aiutato ad ampliare i tuoi orizzonti musicali?
Non mi ritengo un polistrumentista, anche se ho studiato violino in conservatorio, semmai una persona curiosa, innamorata della musica e degli strumenti musicali con i quali fin da bambino ho sempre giocato e credo di continuare a farlo anche oggi, a giocare e sperimentare…
Ci sono importanti conferme ma anche delle novità tra i musicisti che ti accompagneranno sul palco; ce ne vuoi parlare?
Le novità di quest’anno come dell’estate scorsa sono il ritorno alle tastiere di un grande musicista come Luciano Luisi che fece gli arrangiamenti dei primi due album De André canta De André e la new entry di un altro grande musicista come Ivano Zanotti alla batteria. Insieme ai miei fedeli maestri e compagni di viaggio, Osvaldo di Dio alle chitarre e Davide Pezzin al basso, posso dire di avere oggi davvero una grandissima band!
Queste le prime date: 8 marzo all’Auditorium “10 settembre 1943” di Isernia; 10 marzo al Teatro Arcimboldi di Milano; 12 marzo al Teatro Cartiere Carrara di Firenze; 13 marzo al Teatro Ponchielli di Cremona; 16 marzo al Palaubroker di Bassano Del Grappa (Vicenza); 17 marzo al Teatro Colosseo di Torino; 19 marzo all’Auditorium Della Conciliazione di Roma; 21 marzo al PalaFacchetti di Treviglio (BG); 28 marzo al Teatro Galleria di Legnano (Milano); 29 marzo al Palaexpo Fevi di Locarno.