Nella vicenda dei quattro istituti di credito pattume, ogni giorno una novità e tre procure hanno rotto gli indugi. Così si scopre che ciascuno degli attori coinvolti protegge l'altro
© ansa
Nella vicenda delle Banche-Pattume, che hanno truffato i propri clienti ma ciononostante salvate dal Governo Renzi, emerge un intreccio di poteri forti che punta al "tutti colpevoli, nessun colpevole". Ci sono quattro istituti bancari sui quali dovevano vigilare Banca d'Italia e Consob. C'è un'Abi (l'associazione delle Banche) che si arrocca serrando i cordoni della borsa per bloccare l'accesso al fondo di garanzia. Ci sono sospetti di insider trading su maxi finanzieri, avvisati da chissà chi, che stava arrivando un intervento – discutibile- su quattro banche prossime al fallimento. C'è un governo toccato dal conflitto di interessi.
E ogni giorno si scopre una novità, tanto che l'intera vicenda ha fatto saltare quell'accordo non scritto tra Renzi e parte della magistratura di una tregua temporanea per uscire dall'emergenza Expo (sul quale pendono sospetti di corruzioni varie). Così almeno tre procure – quelle di Arezzo, Ferrara e Ancona - hanno rotto gli indugi e stanno passando al setaccio tutte le carte del papocchio salva-banche. Per non parlare della procura di Civitavecchia che sta indagando per istigazione al suicidio di Luigino d'Angelo, il pensionato dell'Enel truffato da Banca Etruria e che per questo si è tolto la vita. Ora, se si esaminano dichiarazioni, comunicati e prese di posizioni varie si scopre che ciascuno dei poteri forti coinvolti, protegge l'altro. Bankitalia nega che Consob abbia commesso qualche reato (tipo omessa vigilanza). Padoan – legato a doppio filo con Bankitalia per i suoi precedenti incarichi internazionali - difende a spada tratta l'istituto di via Nazionale e non trova di meglio che dare la colpa ai risparmiatori, un po' incauti e un po' cretini. Il governo riduce al minimo le possibilità di intervento del fondo interbancario Abi per risarcire i truffati sostenendo che l'Unione Europea ce lo vieta. Un divieto, curiosamente, violato proprio da governo e Abi per salvare dal fallimento le Banche-Pattume attingendo al Fondo di Garanzia Interbancario. Poi c'è quella Grande Finanza che, avendo saputo in anticipo – pare addirittura mesi prima!- del salva-banche non ha perso tempo per specularci sopra. Come e a chi avrà pagato quella preziosa informazione? E che dire dell'improvvida proposta del governo – poi precipitosamente ritirata- che avrebbe voluto proprio Consob alla presidenza della commissione arbitrale per decidere chi tra i risparmiatori truffati abbia diritto a un parziale rimborso? Ora se qualcuno avesse qualche dubbio sul fosco quadro appena dipinto, dovrebbe anche spiegarci per quale motivo Renzi – sfiorato dal sospetto del conflitto di interessi che, invece, tocca pesantemente Elena Boschi, uno dei suoi più influenti bracci destri- abbia annunciato, con straordinario tempismo, tre epocali interventi di riforma del mondo economico: riforma di Bankitalia, riforma della Consob e riforma del sistema creditizio. Insomma se non c'è arrosto, di fumo però ce n'è parecchio!