Concerto multimediale nel quadro della 48esima edizione del "Roma Jazz Festival"
di Giancarlo Bastianelli© Ufficio stampa
Mercoledì 20 novembre all’Auditorium Parco Della musica di Roma, un incontro imperdibile tra un genio senza tempo dell’arte come Michelangelo Merisi detto il Caravaggio e la musica della pianista e compositrice Rita Marcotulli, ritenuta ormai da molti anni musicista leggendaria del Jazz internazionale, che, nel quadro della 48esima edizione del "Roma Jazz Festival", presenta il suo concerto multimediale "I Caravaggianti".
Sul palco con Rita Marcotulli un ensemble internazionale che vede la presenza di Mieko Miyazaki (koto e voce), Israel Varela (batteria e voce), Tore Brunborg (sax), Michel Benita (contrabbasso), Marco Decimo (violoncello), Michele Rabbia (percussioni), le registrazioni della voce recitante dello scrittore Stefano Benni e le immagini curate dallo studio Karmachina.
Nel progetto "I Caravaggianti", Rita Marcotulli ha delineato un viaggio immersivo con musica, testi e visual design che agiscono congiuntamente sul palco, alla scoperta dei dettagli meno noti nelle opere del grande artista.
Rita Marcotulli, graditissima ospite di “Jazz Meeting” racconta: "Sicuramente Caravaggio fu un grande innovatore. Ci ha lasciato opere meravigliose, che con un fascino intatto, sono arrivare fino ai giorni nostri.
La cosa che mi piace di lui è in particolare il contrasto tra il buio e la luce, che sono anche una degli opposti della vita, come Yin e Yang. E’ stato spesso rappresentato come una persona violenta, ma in realtà aveva una sensibilità particolare, dipingeva partendo dal nero, non dal bianco. Il buio rappresenta il periodo storico in cui ha vissuto: teso, violento e drammatico.
In uno dei suo quadri per raffigurare la Madonna si ispirò alle sembianze di una prostituta, per dipingere San Girolamo trasse invece ispirazione da un brigante. Con il jazz Caravaggio aveva in comune la libertà di esprimersi. Frequentava persone che oggi definiremmo “borderline”".
A me piace lavorare con artisti che appartengono a generi ed etnie differenti; c’è una suonatrice di Koto giapponese Mieko Miyazaki, che solo apparentemente sembra lontana da Caravaggio.
Ho scelto il Koto perché mi ricordava uno strumento a corde che amo in particolare e che è ritratto ne "Il Suonatore di Liuto del Monte".
In quest'opera è dipinta la partitura di un madrigale cinquecentesco "Lassar il Velo" del compositore franco-fiammingo Francesco Layolle, tratto dal Canzoniere di Petrarca.
Sarà il batterista e cantante Israel Varela a introdurre il brano ispira a quest'opera, cantando "a cappella"; tutti insieme daremo poi vita a una interpretazione moderna, con tutto l’ensemble.
Quando hai creato "I Caravaggianti", hai pensa a un lavoro d'insieme?
Nella mia testa c’era un' orchestra; quando compongo amo produrre un suono che sia parte dell’ensemble, non mi piace essere l'unica protagonista, amo la tavolozza di tanti piccoli "colori" che possano emergere dalle varie composizioni.
Non potevamo non concludere con una riflessione di Stefano Benni, il grande scrittore, voce recitante dello spettacolo: “Dietro la calma o il tormento della bellezza, è nascosto il grido della mancanza. Perché senza bellezza non possiamo vivere e facciamo di tutto per dimenticarlo, per accontentarci, per attraversare bendati e ciechi i luoghi dove abita.