Il cantautore è ospite di Jazz Meeting
di Giancarlo Bastianelli© Stefano Schirato
Pubblicato lo scorso 14 aprile, "Una Sola Giornata" è il nuovo album di Sergio Cammariere, con 13 tracce inedite, nate dal sodalizio tra il pianoforte del cantautore e la penna del collaboratore storico Roberto Kunstler, con il quale Cammariere ha avviato un lungo sodalizio, ricco di soddisfazioni per entrambi.
Senza nulla togliere al contenuto dei testi, come sempre curati e dedicati ad un sentimento eterno come l'amore, Sergio, nostro gradito ospite a "Jazz Meeting", punta la sua attenzione sulla "tavolozza musicale variegata, che è possibile ascoltare nell'album: dal jazz vero e proprio, allo swing, alla bossa nova. "Si era da tempo che volevo pubblicare un disco così, tornano in 'Una Sola Giornata' stili diversi e concentrati che danno un senso alla mia musica, che potrei definire un ritorno all'armonia, grazie anche ai musicisti e a Roberto Kunstler mio collaboratore di 'lungo corso', con il quale continua un sodalizio ultra trentennale, che risale ai tempi della etichetta It di Vincenzo Micocci. Torna anche in questo disco, quella che io definisco la mia 'famiglia musicale': Luca Bulgarelli al contrabbasso, Fabrizio Bosso alla tromba, Amedeo Ariano alla batteria e Daniele Tittarelli al sax soprano.Tra i musicisti anche Luciano Biondini tra le eccellenze internazionali della fisarmonica in ambito jazz, la violoncellista Giuliana Fabulari e altri amici" racconta Cammariere.
Il tuo modo di cantare è unico, perché le tue parole "arrivano" sempre a chi ascolta
Devo tutto ciò a colui che fin dagli inizi della mia carriera ho considerato un mio punto di riferimento e cioè Vincenzo Micocci, che già quando militava nella Rca, prima ancora di fondare la It, ha dato luce al cantautorato italiano: Antonello Venditti, Francesco de Gregori e Rino Gaetano su tutti. Far parte della sua "scuderia" all'inizio degli anni 90 è stata per me una grande formazione, i suoi consigli preziosi ma anche le sue considerazioni soprattutto sui testi e sulla "forma canzone", che a suo avviso doveva essere poetica e comprensibile a tutti, ci insegnava a scandire bene le parole e quando c'era qualcosa in tutto ciò che non funzionava, ti "costringeva" a lavorare fino a quando non si arrivava a un risultato ottimale. Portavamo nel suo ufficio le audiocassette, lui le ascoltava con attenzione e senza troppi giri di parole ci diceva di ricantare cose che a lui non piacevano; avere avuto un maestro così è stato fondamentale. Il prossimo 22 maggio ricorrerà il centenario della sua nascita, per questo ci tenevo particolarmente a parlarne. Tra l'altro Micocci insieme a Melis inventò il termine "cantautore".
In questi anni, a partire dal grande successo di "Tutto Quello che un uomo", hai continuato ad avere un rapporto eccezionale con il pubblico
Si, forse perché avendo raggiunto il successo commerciale da quarantenne, ero reduce da una lunga gavetta. Tutt'ora continuo a suonare e ad esercitarmi molto al piano, ma anche ad ascoltare la musica di coloro che ritengo i miei maestri. "Tutto Quello Che Un Uomo" scritta da me e da Roberto Kunstler, è stata ripresa anche da Mina e inserita nel suo nuovo disco: "Ti Amo Come Un Pazzo". Ho composto anche la colonna sonora del nuovo film di Pupi Avati "La Quattordicesima Domenica del Tempo Ordinario", dove canto anche la canzone dei titoli di coda. Già in passato, con Fabrizio Bosso alla tromba, avevamo sonorizzato tre pellicole del grande Charlie Chaplin. Il 17 giugno saremo alla "Casa del Jazz" a Roma accompagnati da un'orchestra d'archi, poi gireremo in lungo e largo l'Italia, nei prossimi due mesi.