La band, composta da Max Pezzali e Mauro Repetto, ha segnato la musica italiana degli anni '90 in maniera indelebile
Da "Come Mai" a "Nord, Sud, Ovest, Est", passando per l'intramontabile "Hanno ucciso l'uomo ragno" e "La regola dell'amico". Gli 883 hanno segnato la musica italiana degli anni '90 in maniera indelebile.
Un'ulteriore dimostrazione è arrivata proprio qualche mese fa quando nelle due serate di San Siro del 15 e 16 luglio, Max Pezzali ha riempito per due giorni di fila lo stadio milanese riproponendo i successi dello storico gruppo nato dalla sua collaborazione con Mauro Repetto.
Lanciati da Claudio Cecchetto, i due artisti di Pavia conquistarono in pochissimo tempo un record dopo l'altro, a partire dall'estate del 1992, quando tutta Italia cantava a squarciagola "Hanno ucciso l'uomo ragno, chi sia stato non si sa".
Era solo l'inizio di un'incredibile ascesa, fatta di brani entrati nella storia della musica italiana per la semplicità con cui fotografavano alla perfezione il vissuto di un'intera generazione. Una caratteristica che segnerà lo stile di Max Pezzali anche nel percorso da solista, che vede l'artista all'attivo con cinque album in studio.
Nel video in alto, lo rivediamo cantare "Hanno ucciso l'uomo ragno" sul palco del "Festivalbar" nel 1992.