Marcello Vigoni, fotografo forte di una ventennale esperienza nella pubblicità e nella comunicazione, porta al pubblico il frutto di una ricerca che si caratterizza per il ritorno alle origini della fotografia
di Giancarlo Bastianelli© Ufficio stampa
Si intitola "Multiverso" la mostra dell'artista Marcello Vigoni allestita al "Museo Casa Menotti" di Spoleto. Marcello Vigoni, fotografo forte di una ventennale esperienza nella pubblicità e nella comunicazione, porta al pubblico il frutto di una ricerca che si caratterizza per il ritorno alle origini della fotografia, con il lavoro nella camera oscura, rigorosamente in "bianco e nero". Organizzata da Laura Tittarelli e curata dal critico Roberto Mutti, "Multiverso" resterà aperta fino al 31 luglio, nella casa che appartenne al fondatore del Festival dei due Mondi.
A Marcello Vigoni abbiamo chiesto come è nata l'idea della mostra...
Quella di esprimermi sul rapporto tra uomo e natura è un'esigenza, che dura da diverso tempo, la mostra, a livello tecnico, nasce dell'errore di una vecchia macchina fotografica, che non riavvolgeva correttamente la pellicola. Oggi tendiamo a scartare l'errore, mentre, secondo me, anche in ciò che sbagliamo possiamo trovare qualcosa che può essere utile; nell'errore c'è sempre una chiave evolutiva molto interessante.
Il titolo "Multiverso" parla di una dimensione parallela
Io che sono nato a Milano tra i palazzi ed il cemento, volevo immaginare cosa avrebbe potuto esserci dietro qui muri e pensare ad una realtà diversa da quella dove vivevo, dove l'ambiente antropico, fosse in un certo qual modo compenetrato da quello reale. Portare bellezza, romanticismo e riflessione in chi osserva le opere, sono i miei obiettivi; l'arte deve servire a dimostrare i nostri limiti, per indurci a descrivere quello che oggi è il rapporto non solo tra noi e la natura, ma anche tra uomo e uomo.
Il critico Roberto Mutti è il curatore di "Multiverso"
Sono stato molto affascinato da queste fotografie, dice Mutti, non solo dal loro aspetto tecnico, comunque pregevole, ma anche dell'idea dei più mondi che noi attraversiamo e che credo siano riscontrabili in queste foto, si parla di una forte contemporaneità di mondi che non sono in contrasto, ma che invece coesistono in queste immagini. L'obiettivo finale è quello di dare vita ad un linguaggio comprensibile, con lo scopo di permettere a chi osserva un’opera, di ritrovare sé stesso.
Laura Tittarelli gallerista di fama internazionale, non nasconde l'emozione di avere organizzato a Spoleto "Multiverso"
Sono cresciuta a Pietrasanta nelle fonderie della mia città, racconta Laura Tittarelli, tra l'odore del marmo e della cera, un'emozione indescrivibile organizzare una mostra come questa, in un contesto splendido come quello di Casa Menotti e di Piazza Duomo a Spoleto. Fare una mostra significa portare bellezza in tutto il mondo partendo dalla mia città. Da quando, ormai 15 anni fa ho aperto la mia prima mostra, il mio scopo è stato sempre quello di trovare la profondità dell'artista, cerco di raffrontarmi con persone creative che sappiamo pensare e lavorare da "artigiani", servendosi della manualità; perché senza nulla togliere alla praticità del digitale, dietro ogni opera c'è un grande lavoro manuale oltre che creativo.