A "Jazz Meeting" ospite il sassofonista con il suo nuovo album
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“Morricone Stories” è il titolo del nuovo album recentemente realizzato da Stefano Di Battista e pubblicato da Warner Music. Uno speciale omaggio al grande compositore e Premio Oscar, al quale Di Battista era legato da una sincera amicizia e da diverse collaborazioni. La pubblicazione dell'album è preceduta dai due singoli: "Peur sur la ville" uscito il 29 gennaio e "Cosa avete fatto a Solange", dato alle stampe lo scorso 26 febbraio.
Carriera poliedrica ed entusiasmante quella di Di Battista, che ha collaborato con alcuni dei più grandi nomi del jazz internazionale: Michel Petrucciani, Jaki Terrasson, Jimmy Cobb, Richard Bona, Fabrizio Bosso, Flavio Boltro, Rita Marcotulli, Baptiste Trotignon, Aldo Romano, Michel Benita, solo per citarne alcuni. Noto è anche il duo con sua moglie: la cantante Nicky Nicolai. Compagni di viaggio di Stefano Di Battista in "Morricone Stories", sono: il pianista Fred Nardin, il contrabbassista Daniele Sorrentino e il batterista André Ceccarelli.
Al sassofonista abbiamo chiesto cosa ha rappresentato per lui, interpretare le composizioni del maestro, in chiave jazz. "Sicuramente un privilegio, ma anche una grande responsabilità, avendo avuto un rapporto 'privilegiato' con Morricone, che per me scrisse anche un brano, 'Flora' presente in questo album. Il mio progetto su di lui nasce già prima della morte di Morricone, che incontrai per la prima volta a casa di un amico comune", racconta Stefano Di Battista.
"Flora" ha una storia molto particolare...
Morricone compose questo brano durante una cena, facendosi dare un foglio di carta mentre eravamo a tavola, una cosa per certi versi sorprendente che i commensali accolsero con sorpresa ma anche con grande piacere. Poi appena terminato di scrivere, mi domandò se avessi con me il mio sax risposi di si, e mi chiese di eseguire con lui il brano; mentre il maestro era seduto al pianoforte , io suonavo il mio sassofono, il brano non fu facile da eseguire per me e quindi provai a suonare un' ottava sotto. Morricone se ne accorse subito e me lo fece notare, da lì provai a suonarlo nella giusta tonalità, da quel momento tutto proseguì nel migliore dei modi e da quella magica serata, nacque un'amicizia che è rimasta fino alla scomparsa del Maestro.
Un lavoro di grande impegno trovare i brani per questo disco
Indubbiamente abbiamo dovuto cercare tra le oltre 500 composizioni del Maestro, un lavoro impegnativo ma se vogliamo anche avvincente, con lo scopo di unire suoi brani più conosciuti, ad altri che invece avevano avuto meno visibilità come "Veruska" e la "Femme du Dimanche". Su "Novecento" sentivo che il sax suonava così come su "Gabriel’s Oboe" è lo stesso strumento che mi ha "suggerito" cosa suonare. In "Metti una sera a Cena", ho tratto ispirazione da Charlie Parker, mentre "Veruska" sembra "filtrato" dalla lente di Stan Getz. Anche sono tante altre le composizioni di Morricone che mi hanno interessato, riascoltare e cercarle è stato un piacere ed un privilegio.
Ottimi i tuoi "compagni di viaggio", questi grandi musicisti che ti hanno accompagnato
Ho voluto scegliere persone che potevano seguirmi nel mio cammino di artista che voleva ricreare le suggestioni della grande orchestra, dal momento che il pubblico è abituato ad ascoltare le composizioni di Ennio Morricone, in questa veste. Il contrabbassista Daniele Sorrentino ha dato vita ad una linea molto intonata e presente, mentre il batterista René Ceccarelli, il più maturo tra noi, con la sua saggezza ed il suo equilibrio è stato indispensabile. Il pianista Fred Nardin ha sottolineato al meglio le note con il suo pianoforte, dimostrando grande capacità. Mentre suonavo anche io ho avuto forti suggestioni, mi apparivano musicisti che sono stati dei maestri per me, ma anche per tanti jazzisti della mia generazione; penso a John Coltrane, Miles Davis e CharlIe Parker. Lo scopo che mi auguro di aver raggiunto è quello aver dato spazio all'improvvisazione, non discostandomi dallo spirito delle composizioni di Morricone