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Unioni civili, arriva il d-day

Il ddl Cirinnà la prossima settimana riprenderà il suo iter in Parlamento. Ma tutta una serie di distinguo all’interno della maggioranza e delle opposizioni, rendono le cose complicate...

07 Feb 2016 - 11:45

    © ansa

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La prossima settimana –salvo ennesimi ripensamenti- la legge sulle unioni civili riprendera' il suo iter in Parlamento. Ma tutta una serie di distinguo all'interno della maggioranza e delle opposizioni, rendono le cose complicate per il governo che rischia un vero e proprio d-day.

Nella sostanza la legge Cirinna', comunque vada, scontenterà almeno meta' italiani. Con la possibilita' di adottare il figliastro del partner – spianando la strada alla fecondazione eterologa all'interno della coppia omosessuale- ad insorgere saranno il mondo cattolico e il centrodestra. Senza la stepchil dadoption, invece, insorgeranno gran parte della sinistra e le associazioni gay (lobby potentissima in parlamento e nella societa' civile).

Ecco perche' molti partiti in questa fase si stanno rifugiando dietro la foglia di fico della “liberta' di coscienza”. Come dire: vedete come sono democratico? io non obbligo nessuno a votare contro le proprie convinzioni e se la legge passa o non passa a deciderlo e' stata la coscienza collettiva maggioritaria.
A parte il fatto che chi ragiona cosi' ricorda un po' Pilato che se ne lavo' le mani mentre la politica ha un compito etico che e' quello di guidare, anche con apposite leggi, il consenso elettorale ricevuto, non e' in questo modo che si eviteranno nel paese contrapposizioni che si manifesteranno –questo e' certo- in mille possibili e imprevedibili modi. Basti pensare -ma e' solo un esempio- all'obiezione di coscienza di magistrati, medici, sindaci sia che vinca la stepchild adoption, sia che perda. O al referedum, che come spesso accade mutila le leggi e apre voragini costituzionali.

Se restassimo invece tutti coi piedi per terra, dovremmo prendere atto, intanto, di un fatto: le unioni civili –intese come unioni dei diritti e dei doveri all'interno e all'esterno delle coppie omosessuali - sono irrinviabili e condivise a larghissima maggioranza. Punto. L'adozione del figliastro del partner, invece, e' una questione che spacca il Paese e il Parlamento. Renzi, che non ha un mandato popolare -come gli viene spesso ricordato- dovrebbe riflettere sull'opportunita' di stralciare la stepchild adoption in un riordino legislativo complessivo sulla genitorialita', invece di procedere con maggioranze variabili, strappi o atti di imperio. In caso contrario, al voto. Con i partiti, però, che devono assumersi ciascuno le proprie responsabilita' politiche: destra, centrodestra e cattolici da una parte, tutti gli altri dall'altra, senza furbizie ed ipocrisie. E' la democrazia, bellezza!

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