JAZZ MEETING

Vito Di Modugno, nuovo album ispirato a "Pictures at an Exibition"

Uno dei migliori interpreti dell'organo Hammond si racconta a "Jazz Meeting"

di Giancarlo Bastianelli
19 Giu 2017 - 11:44
 © facebook

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"Jazz Meeting" ospita questa settimana Vito Di Modugno, virtuoso dell'organo Hammond, da anni considerato uno dei migliori interpreti di questo strumento a livello mondiale. Il maestro, con il suo eclettico quartetto, ha raccolto una importante sfida, pubblicando il suo nuovo lavoro "My Pictures At An Exibition" ispirato a "Pictures at an Exibition", che Modest Petrovič Musorgskij scrisse nel 1874 dopo aver visitato una mostra di quadri del suo amico pittore Viktor Hermann, dalla cui visione rimase talmente colpito che, nel giro di poche settimane compose l’intera opera.

La struttura è concepita mantenendo fedeltà alla partitura originale, ma con un idioma jazzistico e con sonorità rock che ammiccano a volte alla versione progressive di Emerson Lake & Palmer. Il quartetto è composto da Michele Carrabba al sax tenore, soprano, baritono e clarinetto basso, Pietro Condorelli alla chitarra, Massimo Manzi alla batteria. Oltre che con l'amato organo Hammond, Di Modugno si cimenta anche al pianoforte, al piano elettrico, al basso elettrico ed al contrabbasso.

Come mai hai scelto "Quadri" ad un'esposizione di Mussorsky?
I “Quadri” che ho studiato nel 1984, subito dopo il mio esame di diploma di pianoforte, sono rimasti sempre nel mio cuore. Negli anni ho sempre coltivato il desiderio recondito di poterli un giorno suonare in pubblico. E’ così che circa dieci anni fa è nata l’idea di realizzarne una versione personale.

Quanto ti ha ispirato il disco di Emerson, Lake e Palmer?
E' stato inevitabile non rimanere influenzati anche dalla loro versione, tant'è che ho riletto la loro composizione originale "The Sage", ed ho inserito, inoltre, un brano inedito dedicato a Keith Emerson, mio idolo da ragazzino.

L'organo Hammond è uno strumento moderno, è versatile: cosa rappresenta per te?
E' uno strumento versatile anche perché oltre a poter suonare melodie e accordi puoi suonare anche il basso e quindi puoi essere più autonomo in un gruppo. Per me è il giusto compromesso tra gli strumenti che ho studiato in gioventù: il pianoforte e il basso elettrico.

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