Colpito il 3% della popolazione mondiale

"Senza la C", 6 associazioni di pazienti insieme per combattere l'epatite C

In Italia 300 mila malati e mille nuovi casi all'anno: guarire si può, ma la miglior cura è la prevenzione

18 Dic 2015 - 16:02

    © ufficio-stampa

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Si intitola “Senza la C” la nuova campagna nazionale di sensibilizzazione contro l'epatite C lanciata per la prima volta da sei associazioni di pazienti unite dall'obiettivo comune di fare informazione sulle implicazioni derivanti dal contagio e di sensibilizzare l'opinione pubblica sui comportamenti da adottare per conoscere e prevenire la malattia. Come? Tramite un sito dedicato (www.senzalac.it) e brochure informative distribuite in farmacia e in oltre 3 mila punti di aggregazione.

L'epatite C è una patologia che oggi colpisce circa il 3% della popolazione mondiale. Ogni anno, ai 170 milioni di individui già infetti, si aggiungono tra i 3 e i 4 milioni di nuovi casi. In Italia le diagnosi di epatite C potrebbero essere circa 300mila, di cui 160-180.000 pazienti eleggibili a un trattamento antivirale, mentre non è possibile quantificare il sommerso; ogni anno si verificano circa mille nuovi casi.

Non esiste ancora un vaccino contro l'epatite C: ecco perché, sebbene grazie ai nuovi farmaci siano già quasi 30 mila i pazienti curati, con percentuali di guarigione vicine al 100%, la prevenzione resta la cura primaria.

Fra i promotori del progetto di sensibilizzazione, le associazioni ANED Onlus (l'Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto), EPAC (Pazienti con epatite e malattie del fegato), FEDEMO (Federazione delle Associazioni Emofilici), PLUS Onlus (Persone LGBT Sieropositive), l'Isola di Arran, impegnata nella lotta al disagio e all'emarginazione sociale legate al mondo della droga, e NADIR Onlus, che riunisce i pazienti con Hiv.

La campagna beneficia del patrocinio del Ministero della Salute, di FOFI (Federazione Ordine Farmacisti Italiani), del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca de La Sapienza, di SIMG (Società Italiana di Medicina Generale e delle cure primarie) e di SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali).

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